Già disponibile sulla piattaforma online di Amazon “Lo scherzo infinito” di Chimera presto in libreria

Già disponibile sulla piattaforma online di Amazon “Lo scherzo infinito” di Chimera presto in libreria

C’è una certa attesa per l’uscita del prossimo libro dello scrittore buterese Rocco Chimera.

Il romanzo si intitola Lo scherzo infinito ed è già disponibile sulla piattaforma Amazon, dato che la casa editrice BookaBook di Milano ha avviato da tempo una campagna di preordini con distribuzione Messaggerie, a livello nazionale e in vendita anche nelle librerie, a partire dal 27 febbraio prossimo. 

Chimera ha al suo attivo diverse pubblicazioni. Ho baciato Totò Cuffaro (2004) e La Racomandazione (2022) sono quelle di maggior successo e che hanno dato all’autore notevole visibilità.

La trama del romanzo promette colpi di scena ed esilaranti situazioni: racconta la storia dell’insegnante in pensione Giacomino Parmì Senoir, vedovo fedele al quale per il suo 74° compleanno i figli regalano un tablet. 

Il nipote, Gioacomino Junior, gli insegna a navigare in rete, diventando così un vero e proprio “nonno social”. Navigando navigando, arriva negli Usa e lì s’imbatte in una sua vecchia conoscenza di quando era bambino, una donna oggi 72enne, emigrata con la sua famiglia negli Usa quando aveva 8 anni. La donna è anche lei vedova.

L’uomo se ne innamora perdutamente e vuole andare a trovarla. Ma non tutto è così come appare… ma per la continuazione della trama si rimanda al libro.

Chimera parla di questa sua ultima fatica letteraria con entusiasmo: «Sono stato ispirato dalla lettura di “Infinite Jest”, romanzo di David Foster Wallace, che mi ha affascinato ed influenzato, sia nello stile della scrittura che nella struttura del romanzo, diviso per capitoli sui vari personaggi».

– Tra la sua produzione letteraria, qual è l’opera di cui va più fiero?

«Senza dubbio Ho baciato Totò Cuffaro perché è stato il romanzo che mi ha lanciato nel panorama letterario e grazie al quale ho ricevuto nel 2004 un premio letterario in Calabria. Ma anche La raccomandazione, che ha avuto anche una trasposizione teatrale». 

– Lei vive e lavora a Butera, piccolo borgo caratteristico della Sicilia. Quali sono secondo lei gli aspetti che i suoi concittadini soffrono di più? 

«Il problema dello spopolamento, dei giovani che vanno via da Butera e non vi fanno più ritorno, dei genitori che per non smembrare le famiglie emigrano anch’essi, anche se questo aspetto a Butera si registra in misura minore rispetto ad altre città. E’ un fenomeno che potrebbe avere una inversione di tendenza se si riuscisse a lavorare tutti per uno scopo comune, far rivivere il paese, ma le divisioni interne sono troppe. Devo dire che sul piano culturale la città sta vivendo un momento di fermento, con tante iniziative messe in atto grazie alla Proloco e  all’amministrazione comunale, come ad esempio la stagione teatrale, o come “Butera che legge”, oppure l’abbellimento del centro storico grazie ad un gruppo di giovani volontari».

– Lei fa riferimento ai giovani che emigrano e alle loro famiglie d’origine: cosa dire a quest’ultimi che magari vorrebbero ritornare a Butera ma che non possono, per legami familiari o lavorativi?

«Io vivo sulla mia pelle questa situazione: ho due figli che vivono e lavorano fuori, a Torino e in Germania: ebbene, loro non sentono il legame con le radici, con Butera. Questo fenomeno della perdita delle radici è molto diffuso e triste: le nuove generazioni non sentono quel legame di appartenenza al luogo di nascita che invece quelli della mia età sentono fortemente. Forse la colpa è nostra, non abbiamo saputo lasciare ai nostri figli un luogo dove vale la pena vivere, il nostro è un territorio lasciato all’abbandono, non abbiamo saputo costruire delle basi solide per un futuro da vivere qui».

– E’ da poco scomparso Pippo Messina, che si può annoverare tra gli intellettuali buteresi. Quanto pesa la sua dipartita?

«Pesa molto, perché è stato un intellettuale che si è distinto per la grande passione per la cultura, oltre ad essere un attento uomo politico. Ha subito il trasferimento da Butera per non smembrare la famiglia, ma il suo cuore è sempre rimasto qui, infatti ritornava spesso, ma i buteresi non hanno potuto vivere appieno la sua passione letteraria in presenza; negli ultimi tempi solo attraverso i social, che ha sapientemente utilizzato come forma di divulgazione per la sua passione poetica». 

– C’è secondo lei una ricetta che possa assicurare ad un piccolo borgo come Butera un futuro sereno e prospettive per le generazioni future?

«Butera sta ormai diventando un paese per vecchi, per anziani, i giovani vanno via. Si potrebbe invertire la rotta, trasformando questo aspetto, dall’apparenza negativo, in opportunità: far diventare Butera un rifugio per la terza età, anche per stranieri, con strutture ricettive adeguate, personale qualificato, offrendo così ai nostri giovani opportunità lavorative, organizzare iniziative culturali, valorizzare l’agricoltura, l’aspetto culinario, ecc.ecc.». 

Dopo Fortunato Pasqualino – buterese, uno degli uomini più illustri in campo culturale, filosofo, storico della filosofia, gestore di un teatro dei pupi, autore di testi teatrali, conduttore e ideatore di programmi televisivi, sceneggiatore di film Chimera, grazie alle sue performance letterarie, si può annoverare tra gli attuali esponenti più rappresentativi della cultura della sua città, conosciuto anche fuori dalle mura del piccolo borgo natio.