“Una vocazione imperfetta”, ultimo libro di Gianni Virgadaula, è approdato anche a Roma dove è stato presentato al Collegio dei padri gesuiti, presso l'oratorio seicentesco del “Caravita”.
Ha introdotto i lavori il regista Alberto Di Giglio. Ha dialogato con l'autore la giornalista dell'Osservatore Romano Silvia Guidi. Un appuntamento seguito da molti quello svoltosi alla Chiesa di San Francesco Saverio, dove letteratura e cinema si sono ancora una volta incontrati attraverso il volume di Virgadaula, che pone la questione su un ideale francescanesimo forse irrealizzabile dal punto di vista umano nella sua radicalità...da qui l'imperfezione di ogni vocazione che si ispiri all' Alter Christus.
E è toccato poi a Liliana Cavani, protagonista assoluta della serata, emozionare il pubblico, riproponendo il suo sceneggiato per la Rai “Francesco d'Assisi”, portato sul piccolo schermo nel 1966, con Lou Castel protagonista.
Un racconto senza retorica e senza orpelli quello che la regista realizzò 58 anni fa, che forse si avvicina più di altre opere alla figura controversa del poverello d'Assisi, e lascia in sospeso molte questioni su chi veramente sia stato il figlio di Pietro Bernardone e Madonna Pica: dapprima giovane ricco e impenitente, poi improbabile cavaliere e uomo d'armi, infine piccolo e umile fraticello che predica il ritorno “sine glossa” al Vangelo e alla povertà, ma che nel suo desiderio estremo di amore e fraternità universale dovette subito scontrarsi proprio con alcuni suoi compagni.
Meno riuscito e certamente più “glamour” il “Francesco” della Cavani dell'89, che vedeva protagonista Mickey Rouke, un attore hollywoodiano che nel fisico e nella faccia da divo certo poco aveva del san Francesco così come ce lo hanno tramandato la storia e l'iconografia classica.