Una serata stimolante con partecipato dibattito culturale, sabato 6 aprile durante la presentazione del libro “L'amore è friabile” di Maria Grazia Fasciana, edito da Maurizio Vetri, presso l'Istituto Regina Margherita, organizzata dal Rotary Club Gela, per il quale sono intervenuti il presidente Silvio Scichilone e Luigi Parisi.
Hanno dialogato con l'autrice, ormai al suo quinto libro, Teresa Mammoliti, docente di italiano e latino presso il liceo Vittorini di Gela ed Elisabetta Rita Pasqualetto Psicologa e Psicoterapeuta. Dal dialogo, condotto dalle tre protagoniste con molto affiatamento, sono scaturite stimolanti riflessioni, sugli argomenti ed i personaggi del libro, che hanno tenuto la numerosa platea presente attenta ed interessata a dibattere gli argomenti trattati.
Maria Grazia Fasciana, nel titolo del libro, definisce l'amore friabile come la cialda del cannolo: “Ma è friabile l'amore o l'innamoramento? Dibatte dal pubblico Tina Scicolone.
La storia di Nala, protagonista del libro, ha dato spunto alla disamina di diverse tematiche: il ruolo dei genitori, l'adolescenza, i comportamenti frutto di traumi infantili e familiari e soprattutto al tema dell'amore.
«Mi sono accostata alla lettura di questo libro con grande piacere – ha detto Teresa Mammoliti – prima di tutto perché è la storia di una donna e le storie con al centro le donne come protagoniste sono importanti, sempre.
Ciò che guida la protagonista nel suo cammino è l'amore, che a volte è un faro, una guida, altre volte invece no. A definire l'amore friabile come la cialda di un cannolo, nel racconto è Paolo, uomo per un certo periodo importante nella vita di Nala, il quale spiega appunto a lei cosa sia l'amore, o almeno cosa sia per lui.
E questo amore che poi è anche l'amore come tante volte lo ha interpretato Nala, è un amore che si nutre di attimi, di momenti fugaci, un amore consapevole del fatto che nulla è eterno, che ha bisogno di accontentarsi anche di istanti, come suggerisce Orazio nella sua ode Carpe Diem.
Le inquietudini e le sofferenze di Nala sono figlie delle inquietudini di Emma Bovary, di Anna Karenina, di tutte quelle donne che decidono di non conformarsi a ciò che la società ha deciso per loro, vogliono essere libere, anche a costo di morire. Cercano la piena realizzazione sfidando tutto e tutti e poco importa se la felicità durerà poco o addirittura se non arriverà mai.
Nel racconto di Maria Grazia Fasciana la protagonista, in seguito alla fine del suo primo amore resta incompleta, svuotata e proprio questo vuoto lei cercherà di colmare attraverso una serie di amori mordi e fuggi.”
“Questo succede perché non riesce ad elaborare il dolore, quello della perdita. La persona che non riesce a dare voce al proprio dolore permetterà a questo di rimanere dentro di sé, rendendo più complicato il processo dell'accettazione della perdita subita”, spiega Elisabetta Rita Pasqualetto.”
“Nala alla fine del racconto, che ha un finale inaspettato, riuscirà a liberarsi dell'amore friabile – rivela l'autrice – sperimentando l'amore fatto dal prendersi cura, ma per sapere in che modo riuscirà bisogna leggere il libro.”