Una donna piena di verve e di coraggio, animata da spirito creativo e dotata di esperienza ha fondato la prima scuola di fallimento d’Italia.
Un’idea bizzarra, ma fino a un certo punto. Serve a non sentirsi falliti quando la scelta fatta, l’impresa tentata, la strada imboccata, si sono rivelate un errore. Fondare una scuola del fallimento a Gela può essere una risorsa? La calabrese Francesca Corrado, questo il suo nome, insegna che si può ricominciare da capo, fare tesoro dell’esperienza fatta creare l’autostima utile. La “prof” dei falliti da guarire e da preparare ad eventuali fallimenti, ha una storia che le ha insegnato gran parte di ciò che sa.
Certo che lo sarebbe, a patto che questa opinione non venga vista come una bocciatura della comunità locale, che dispone di risorse umane, spiriti creativi e imprenditori che non s’arrendono, anzi. La recente storia di Gela – il fallimento della grande industria, nata per far uscire dal cosiddetto circolo vizioso – giustificherebbe la sua utilità.
La missione: eliminare la percezione del fallimento, del senso di colpa collettivo e del suo contrario, il sentirsi vittime di malversazioni, di un destino cinico e baro. Le due sindromi – vittimismo e esagerata autostima – sono entrambe un ostacolo quando si vuole ricominciare da capo. E Gela ha bisogno di ricominciare da capo, facendo tesoro dell’esperienza fatta. Gli errori non vanno9 demonizzati, anche quando non possiamo sentirci coinvolti.
La riflessione di Corrado sulla necessità di affrontare il tema dell'errore fin dalla giovane età è molto pertinente. Troppo spesso, nella società contemporanea, si tende a demonizzare il fallimento, associandolo a un senso di vergogna o di inadeguatezza. Questa mentalità può avere conseguenze negative sullo sviluppo personale e professionale delle persone, inibendo la creatività, l'innovazione e la capacità di apprendimento.
Incoraggiare una mentalità che accetta e comprende l'errore come parte integrante del processo di crescita e di miglioramento è fondamentale. Non è il semplice atto di sbagliare che porta all'apprendimento, ma piuttosto la capacità di accettare l'errore, analizzarlo in modo obiettivo e utilizzarlo come occasione di crescita e di miglioramento.
E’ importante continuare a diffondere il messaggio che l'errore non è da temere o da evitare, ma piuttosto da accettare come parte naturale del percorso verso il successo e il miglioramento personale e professionale.
Coltivare uno spirito di revenge, ci fa trascurare la necessità di ricominciare da capo, non ci permette di confidare nelle nostre risorse. Uno spreco di energia, come restare impantanati, sulla riva del Rubicone per tutta la vita.