La storia è di quelle belle da scrivere, ancor più belle da leggere e raccontarle agli altri.
E’ una storia di talento, determinazione, forza, lotta contra i poteri forti di una città che non lo merita. E’ la storia di Samuele Licata, (nella foto) nuovo campione italiano juniores nei 400 hs. L’atleta gelese, allenato da Massimo Bianca e attualmente tesserato per la Milone, ha fatto suo il tricolore con un tempo da record: 52”07.
Un trionfo quello ottenuto ad Agropoli da Samuele in una disciplina tecnica, che necessita di duri allenamenti in pista e al cospetto di atleti ben più fortunati di lui. E invece ha preparato il massimo appuntamento nazionale tra le strade di contrada Marchitello, facendo zig-zag tra le buche, spostandosi di fretta per non essere investito e scattando ancora più veloce per scappare dai randagi. Non sono esempi a caso o metafore per far immaginare le condizioni ai nostri lettori. Ciò che è stato scritto sopra è pura verità.
Ora lo aspettano i Mondiali a Tampere, in programma il prossimo 10 luglio. Bissare la stessa impresa di domenica scorsa oggi è impensabile ma Samuele ha già dato dimostrazione di essere capace di tutto. Lo abbiamo intervistato.
– Che sensazione provi ad una settimana di distanza dalla vittoria?
«Ancora faccio fatica a metabolizzare ciò che è successo. Insieme a Massimo e ai miei compagni siamo partiti con l’idea di fare bene, magari di arrivare sul podio, ma non mi sarei mai aspettato di vincere e di farlo in questo modo».
– Quando hai capito che quel titolo sarebbe stato tuo?
«Ad essere sincero già dalla partenza stavo bene ed ero davanti. Dopo aver saltato l’ultimo ostacolo ho dato un’occhiata ai miei avversari e ho visto che ero in testa e ho cercato di correre più veloce possibile. Momenti memorabili».
– La prima cosa a cui hai pensato?
«Ai tanti sacrifici che ho e che abbiamo fatto in questi anni. Sembrano essersi annullati in un secondo. Poi però…».
– Poi?
«Poi sale la rabbia. Ho ricevuto tanti attestati di stima e complimenti da tutta Italia e da tanti gelesi che mi hanno sempre sostenuto. Nessuno dall’amministrazione, che ancora oggi mi costringe ad allenarmi per strada. I tanti appelli che abbiamo lanciato negli anni e i tanti risultati ottenuti non hanno influito nulla e non credo influirà nemmeno questo titolo. La Gela politica non mi vuole bene, è un dato di fatto».
– Cosa ti aspetti dal Mondiale?
«Abbiamo visto i tempi e al momento sono il sesto in Europa e il ventesimo al Mondo. Centrare la finale sarebbe bello ma non voglio precludermi nessun obiettivo».
– Le Olimpiadi del 2020 sono un sogno?
«Sono sempre state un sogno ma più passa il tempo e più si trasformano in un obiettivo da centrare».