Messinese si dimette a tempo scaduto, il consiglio lo sfiducia

Messinese si dimette a tempo scaduto, il consiglio lo sfiducia

La mozione di sfiducia al sindaco Domenico Messinese, la terza in 11 mesi, passa col voto favorevole di 26 consiglieri, mentre 2 sono gli astenuti ed altrettanti gli assenti.

Una seduta fiume, in cui non sono mancati scontri e colpi di scena. Che la terza mozione fosse diversa dalle precedenti lo lascia intuire anche dalla presenza dei 4 onorevoli gelesi del collegio: la deputata nazionale forzista Bartolozzi, il senatore grillino Lorefice, il deputato regionale pentastellato Di Paola ed il deputato regionale dem Arancio.


Alle 10:30, la presidente Ascia apre la seduta e dalla conta risultano assenti Panebianco (“Diventerà Bellissima”) e Guastella (“Ind./Misto”), mentre Biundo (“Sicilia Futura”) entra in aula con leggero ritardo.

Non essendoci mozioni d'ordine, a prendere la parola per primo, in veste di relatore della mozione di sfiducia, è stato Farruggia (Lega/Salvini) che ha letto integralmente la stessa mozione.

Giusto un quarto d'ora ed il primo colpo di scena va in atto: a parlare al microfono è il sindaco, affiancato alla sua sinistra dal vice Siciliano ed alla sua destra dall'assessore Mauro. Messinese annuncia le dimissioni dei 6 assessori ed apre “ai gruppi politici disposti a collaborare” per un patto di fine mandato. Siciliano e Mauro abbandonano l'aula, mentre Messinese resta da solo.


La notizia sembra non scalfire minimamente Orlando (capogruppo Pd) che si toglie subito il pensiero, senza farne minimamente accenno. E' a seguire l'altro dem, Gallo (Pd), a parlare di “dimissioni mortificanti per lo stesso sindaco e soprattutto per la città. Se avessero avuto i numeri dalla loro parte non si sarebbe dimesso nessuno”.

Applausi dalla deputazione presente in platea. Conferma la disponibilità ad un patto di fine mandato la consigliere Comandatore (Diventerà Bellissima): “con la schiena dritta, diciamo no al partito trasversale dei commissari”. Replica con durezza, Cirignotta (capogruppo Noi con l'Italia): “il partito trasversale è il partito della città. Sindaco arrogante, vicesindaco senza qualità morali.

L'azzeramento della giunta è tardivo e lo rispediamo al mittente”. Il progetto Messinese si è rivelato “un libro dei sogni a cui non abbiamo mai creduto”, ha poi detto Sammito (Ind./Misto): Per Morgana (M5S), “l'azzeramento è il sigillo all'incapacità politica”.

A seguire, la consigliere Pingo (Ind./Misto) accusa “l'azzeramento politico in atto a Gela, con consiglieri non liberi”. Torna indietro con la memoria fino alla prima mozione Scerra (capogruppo Fi): “oggi è la nostra rivincita, non possiamo essere complici del disastro. Quella dei mandanti morali dell'attentato incendiario subita dall'auto di Siciliano è stata l'accusa più infamante che abbiamo subito”.

Si surriscaldano gli animi. Il sindaco esce dall'aula ad anticipare il secondo colpo di scena. E’ Guido Siragusa (Pd) a parlare mentre viene interrotto dalla notizia secondo cui il primo cittadino ha un malore e sarà trasportato in ospedale. Prima sospensione dei lavori.

Al rientro sia Siragusa, quanto Giudice (M5S) e più avanti Malluzzo (Sicilia Futura) elogiano comunque il lavoro fatto dal consiglio comunale nonostante lo scarso feeling con l'amministrazione. Di “totale assenza di interlocuzione” e di “difetto in comunicazione" insistono rispettivamente le consigliere Di Modica (Ind./Misto) e Cavallo (Fi).

“Spero nella rinascita di Gela” è quanto afferma in chiosa la consigliere l'indipendente Bonura (Misto), mentre l'altro indipendente Casano (Misto) invita a votare subito l'atto. “La differenza tra Messinese ed i sindaci che l'hanno preceduto è che Messinese è riuscito a farsi sfiduciare” ricorda Amato (M5S). Ma un nuovo colpo di scena è dietro l'angolo: dall'ospedale Messinese annuncia le proprie dimissioni e li invia tramite pec alla Presidente del consiglio ed al segretario generale. Seconda interruzione dei lavori.

Al rientro Di Dio (Energie per l'Italia) ne ha per tutti, così come l'indipendente Bennici (Misto) mentre Cascino (Diventerà Bellissima) chiede al segretario se il sindaco è decaduto. Il Segretario ricorda che le dimissioni diventano irrevocabili solo dopo 20 giorni e che la mozione è valida. Si procede dunque al voto. Sui 28 presenti, 26 votano favorevolmente e 2 (Cascino e Comandatore) si astengono. Tutti a casa.