Le perdite di tempo sono quasi sempre alla base di disagi, problemi, danni economici ed esistenziali.
Purtroppo per noi, alla nostra latitudine i tempi di ogni cosa si dilatano, si allungano anche senza motivo. Pensiamo alla metropolitana di Milano tra le sette e le noce del mattino: un continuo ed inarrestabile flusso di gente, brulicante come formiche, tutti a camminare velocemente per raggiungere il proprio posto di lavoro, la propria destinazione.
Noi siciliani no, noi seguiamo il ritmo della natura, delle stagioni, del sole. Ce la prendiamo comoda, senza fretta, senza stancarci troppo. Perché affrettarsi per fare oggi un lavoro che potrà essere fatto domani, magari da qualcun altro?
I risultati della nostra “visione del mondo”, però, li ritroviamo tutti sulle nostre spalle. A partire dall’autostrada Siracusa- Gela, che doveva essere ultimata nel 1973 e che dopo quasi cinquant’anni è giunta (partendo da Siracusa) ad un quarto del suo tracciato. E oggi qualche politico buontempone “tuona” (o fa finta di tuonare) per il collegamento veloce tra Gela e l’aeroporto di Comiso.
E il ponte ferroviario tra Niscemi e Caltagirone, che ha bloccato i collegamenti tra Gela e Catania? E’ crollato nel maggio 2011, e dopo sette anni è tutto come allora. D’accordo, la ferrovia tra Gela e Catania era da terzo mondo, ma era pur sempre qualcosa.
Il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa ha ricordato di recente che il relitto della nave greca scoperta a Bulala, dopo trent’anni, è ancora chiuso nelle casse e non fruibile: manca il Museo del Mare, arenatosi nelle secche della burocrazia. Dopo trent’anni, un lasso di tempo incredibile!
Apprendiamo da parte delle associazioni di volontariato che il regolamento comunale per i servizi ai disabili, importantissimo per dare un po’ di sollievo a tanti cittadini in difficoltà, è pronto da ben due mesi ma non riesce ad approdare all’esame del consiglio comunale.
Ultimo in questa “carrellata” di ritardi (solo semplificativa, non certo definitiva) è il misterioso “accord
o di programma per l’area di crisi industriale complessa di Gela, che dopo oltre un anno continua ad essere una scatola vuota, riservata agli addetti ai lavori, priva di trasparenza e soprattutto di soldi che possano agevolare gli insediamenti di nuove attività.
Tutto con calma, con grandissima calma. E magari, per tenere tranquillo il popolo e qualche giornalista rompiballe, ci può stare qualche annuncio (tutto da verificare): il via al progetto per il nuovo Porto, interamente finanziato dalla Regione, i cui lavori dovrebbero iniziare a fine 2019 per concludersi a fine 2023.
Ma il Porto, lo sappiamo bene, per i gelesi è una risorsa. Tanto che a qualcuno è venuto in mente di andare a scaricare spazzatura nelle sue acque. Sarà forse l’embrione di una attività commerciale innovativa: un tempo da Gela partivano i velieri per trasportare le nostre merci a Malta, in futuro magari potremo trasportare “munnizza”. Ma sempre con calma, per carità, senza affrettarci…