E’ il periodo delle bombe, nella nostra martoriata città. Ben tre nel giro di pochi giorni, e scusate se è poco…
La prima delle tre è la “bomba d’acqua” che ha colpito Gela mercoledì: pioggia a catinelle e grandine in gran quantità. Naturalmente Gela non era preparata a simili rovesci, infatti è stato necessario chiudere al traffico la Via Venezia, divenuta impraticabile. Ma un po’ in tutti i quartieri si sono verificati allagamenti, perché i tombini che dovrebbero garantire il deflusso della pioggia erano (e sono) in gran parte otturati. Per due motivi: in parte perché il Comune non effettua con regolarità la pulizia delle caditoie, in parte perché, non essendo pulite, le caditoie vengono “otturate” col metodo fai-da-te da volenterosi cittadini, stanchi di respirare cattivi odori e di tenere le porte aperte a topi e ratti.
Ma da ogni guaio si può ottenere una prospettiva di fiducia. In Via Crispi, grazie alla pioggia battente, i cumuli di immondizia si sono disgregati, e i sacchetti, grazie alla pendenza della strada, sono “scivolati” attraverso la carreggiata, con un effetto tragicomico. Ed ecco che dopo la Formula 1 e la Formula E (quella delle auto elettriche svoltasi a Roma), Gela potrebbe inventare la formula M (come munnizza). Magari con utilitarie o “lape” piene di spazzatura, o semplicemente con i sacchetti, che già di per sé non è affatto male. Così almeno qualche “leone da tastiera” la smetterà di lamentarsi perché a Gela non si promuove il turismo.
La seconda bomba è l’indagine aperta dalla Procura della Repubblica di Gela sui cumuli di immondizia che imperversano da giorni in tutta la città, con annessi roghi e incendi vari. I magistrati vogliono capire il motivo per cui si è arrivati a questo punto: lo vogliamo capire anche noi, anche se qualche idea magari ce l’abbiamo. Ma la Procura ha i mezzi, le facoltà e la competenza per verificare atti e documenti e chiarire se il servizio è stato svolto secondo il capitolato, se i controlli sono stati effettuati e se certi pagamenti aggiuntivi sono effettivamente dovuti.
Naturalmente ci auguriamo che sia tutto in regola, ma restiamo in fiduciosa attesa degli esiti dell’indagine.
La terza bomba riguarda le dimissioni dell’assessore Fabrizio Morello (foto), il braccio sinistro del sindaco (quello destro è Siciliano, e da notizie ufficiose non sembra che Messinese abbia altre braccia). Soprassediamo (come diceva Franco Franchi) sui motivi delle dimissioni, che al momento di scrivere non sono ancora chiari; il problema è un altro: dopo le recenti dimissioni dell’assessore Melfa, ora Messinese dovrà svolgere, oltre ai compiti propri del sindaco, anche quelli di assessore ai lavori pubblici ed assessore al bilancio e finanze.
Un compito particolarmente gravoso, difficile da svolgere, a meno che non dia il via libera a qualcuno dei tanti questuanti che aspirano ai due assessorati, magari con un occhio al rimpinguamento della sua esigua (quasi nulla) pattuglia di consiglieri che lo appoggiano.
Dunque, tre bombe su Gela, difficili da disinnescare anche per i più preparati artificieri. Mentre anche il consiglio comunale si agita con due consigliere (Morselli e Bennici) che contestano la linea politica dei rispettivi gruppi (Pd e Sicilia Futura), e questa cosa da qualche giorno mi crea ansia, mi toglie il sonno. Altre bombe in arrivo? Il seguito alla prossima puntata.