Gli italiani aventi diritto al voto (compresi i residenti all'estero) per queste elezioni politiche 2018 sono 51 milioni e 200 mila.
Si vota dalle 7 alle 23 di domenica 4 marzo. A conclusione delle operazioni di voto, si procede allo spoglio delle schede. Lo scrutinio del voto regionale in Lombardia e Lazio avverrà invece l'indomani pomeriggio (a partire dalle ore 14). Per votare, recandosi ai seggi, l'elettore deve munirsi della tessera elettorale che riporta la sezione in cui può esercitare il proprio diritto di voto ed un documento di riconoscimento. Se in possesso di telefonino, occorre consegnarlo ai componenti del seggio prima di entrare in cabina elettorale: sono previste sanzioni per coloro i quali non si attengono a tale disposizione.
L’elettore deve recarsi da solo nella cabina elettorale e non può essere accompagnato nemmeno da minori, fatti ovviamente salvi i casi - peraltro tassativamente previsti dalla legge - di voto assistito per chi è impedito ad esercitare il voto autonomamente. Non ci si può recare ai seggi muniti di arma, benché regolarmente registrata, o strumenti atti comunque ad offendere.
Secondo la più recente giurisprudenza, l’elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, non ancora inserita nel'urna, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le “schede deteriorate".
Suffragio universale alla Camera: votano e si vedranno consegnati a tal fine una scheda di colore rosa tutti coloro (donne e uomini) che hanno compiuto 18 anni di età. Bisogna non solo essere maggiorenni, ma aver anche compiuto almeno 25 anni di età per esercitare il voto e vedersi consegnata a tal fine una scheda di colore giallo, invece, per il Senato.
Ma la grande novità di questo appuntamento elettorale è la scheda antifrode. Le nuove schede elettorali, infatti, sono dotate di un talloncino, un'appendice cartacea munita di un "tagliando antifrode", con un codice progressivo alfanumerico generato in serie che i componenti del seggio devono appuntarsi prima di consegnarle all'elettore.
Dopo che l'elettore ha votato, non può inserire le due schede, debitamente piegate, nelle rispettive urne come faceva in passato, ma deve restituirle al presidente del seggio che stacca l'appendice con il tagliando dalla scheda e la passa ai componenti dei seggi elettorali, i quali prima di conservare tale appendice, controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima. Solo dopo verifica positiva di tale controllo, il Presidente del seggio inserisce le schede nelle rispettive urne.
Per quanto di colore diverso, i modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste collegate al candidato al collegio uninominale. Affianco i simboli ci sono i nominativi dei relativi candidati al collegio plurinominale.
Le modalità di voto sono riportate anche nella parte esterna della scheda elettorale, con apposita esplicitazione secondo cui: a) il voto espresso tracciando un segno sul simbolo della lista vale anche per il candidato uninominale collegato, e viceversa; b) il voto espresso tracciando un segno sul nome del candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio. Insomma vi è coincidenza del voto: sia che l'elettore segni solo il simbolo della lista che corre da sola o inserita in una coalizione, sia che l'elettore segni con una croce solo il candidato all'uninominale, il voto dell'elettore si duplica: è come se votasse sia per il candidato all'uninominale che alla lista e/o coalizione ad esso collegate.
Vi sono proclamati eletti i candidati della lista del collegio plurinominale secondo l'ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto: ecco perché i capilista dei partiti che vanno per la maggiore (M5S, Pd e Fi) sono già con un piede dentro il Parlamento.