Da cittadino, Filippo Franzone (in foto) si è battuto per la provincia di Gela presentando all’Ars il primo disegno di legge di iniziativa popolare in materia.
Con la (pseudo) riforma delle province ha dato vita alla battaglia per il passaggio alla città metropolitana di Catania, con tanto di referendum apprezzato da una larghissima fetta di cittadini gelesi. Si è battuto per l’istituzione dell’Utin, la radioterapia ed altre iniziative in campo sanitario.
Finché questa primavera, Franzone ha deciso di rompere gli indugi e correre per la carica di sindaco al primo turno, appoggiando al secondo turno Terenziano Di Stefano che ha poi vinto al ballottaggio: «per chi come me – ci risponde – non si era mai lanciato seriamente in una competizione elettorale, valuto questo mio debutto come soddisfacente, anche perché appoggiato da una sola lista composta per consapevole scelta, a sua volta, da neofiti della politica».
La rimonta ed il trionfo di Terenziano Di Stefano al ballottaggio, hanno consegnato a Franzone comunque un posto in giunta, in quota a nessun partito, ma semmai all’intera coalizione, con deleghe a Sviluppo economico, Emergenza idrica, Sanità e passaggio alla Città metropolitana di Catania. Il che ha permesso allo stesso di entrare a palazzo anche se attraverso la finestra (assessoriale) e non il portone centrale (sindaco). Il salto del fosso, insomma, c’è stato ma le posizioni e le convinzioni del passato non sono cambiate: «ho sempre pensato e continuo a farlo – ribadisce – che le battaglie che abbiamo fatto andavano sposate dalle amministrazioni.
Questa amministrazione, almeno ad oggi, si mostra disponibile a farlo, anche perché ciò dipende pure dall’acume dei personaggi che fanno politica. L’unica vera differenza da questa parte della barricata è che se da cittadino per ottenere info e dati su una problematica facevo fatica, ora mi basta una pec se non una telefonata per reperire agevolmente quello che mi serve».
Certo l’esordio nell’amministrazione attiva, non è stato dei più facili, in primis a causa del dissesto: «avendo a che fare con il settore dello sviluppo economico – afferma – ho toccato davvero con mano che l’ente comunale è vittima di un doppio default, economico e strutturale. Siamo in dissesto organizzativo oltre che finanziario. Non è solo il mio settore, ma in tutto il comune c’è carenza di personale, a tutti i livelli, dal semplice impiegato al dirigente, passando attraverso i funzionari. Nel mio settore posso dire di poter contare su 3 dipendenti effettivi e 4 risorse umane ad integrazione provenienti dalla Ghelas».
Ma soprattutto a causa dell’emergenza idrica che era al culmine: «con il sindaco abbiamo affrontato le questione – sottolinea - con grande impegno sin dal primo giorno. A soli 15 giorni di distanza dall’insediamento del primo cittadino abbiamo ottenuto un tavolo prefettizio dal quale è scaturito che dovevamo avere almeno 20 litri al secondo in più dal Ragoleto e l’attivazione immediata dei pozzi Pantanelli.
Grazie a questa manovra abbiamo guadagnato 1 giorno nella turnazione dell’erogazione, passando da 4 a 3 giorni. Nel frattempo è arrivato il guasto alla condotta San Leo-Caposoprano, un guasto alla valvola sempre di Caposoprano, un guasto alla valvola di Spinasanta. Potendo disporre di più acqua, ci sono voluti più giorni per riempire i funghi e le cisterne, appurato che ci sono condizioni strutturali da rispettare. Vedi la condotta San Leo-Caposoprano che con 90 litri al secondo non reggeva, mentre riducendo la portata ad 80 litri sta reggendo».
Così è un continuo rincorrere l’emergenza: «infatti – replica – siamo andati oltre. Innanzitutto abbiamo convinto finalmente Siciliacque per una nuova condotta San Leo-Caposoprano con lavori che sono già iniziati da due settimane e termineranno a dicembre. Questa nuova condotta permetterà un’erogazione di 130 litri al secondo. Inoltre in questo mese si completerà la linea Bubbonia-Gela e la potata aumenterà da 10 litri al secondo a 30 litri al secondo di acqua già potabile.
In più abbiamo sollecitato Caltaqua ad agire per ottenere, cosa che è avvenuta, il finanziamento di 4 milioni di euro per il raddoppio del potalizzatore di Spinasanta, che permetterà di potalizzare 50 litri al secondo e non più i 25 attuali. Va precisato che per potalizzare l’acqua dai pozzi di Pantanelli, il potalizzatore di Spinasanta da solo non ce la fa e quindi ci si avvale anche del potalizzatore di San Leo.
Infine stiamo dialogando con Vittoria per fare pressioni ed ottenere da Siciliacque il rinnovo di tutta la linea Vittoria-Gela per evitare che la prossima estate, risolte le altre criticità, si rompa questa linea che è abbastanza vetusta e torneremmo comunque a patire la sete. In definitiva – rimarca – all’emergenza stiamo affiancando la programmazione con l’aspettativa di affrontare la prossima estate con turni regolari, h24 e senza penuria, nonostante l’eventuale siccità, senza dimenticare che già oggi, per la prima volta, in un periodo di siccità, Gela è nei primi posti relativi ai turni di erogazione e non agli ultimi posti come nel passato».
Ed a proposito di emergenze, passando in campo sanitario, l’ultima è quella relativa alla radioterapia: «recentemente hanno inaugurato il nuovo acceleratore – ci spiega – che è uno dei migliori in tutta l’Italia meridionale. Purtroppo si è palesato un problema al gruppo refrigerante. Ho chiamato il tecnico a Caltanissetta per intervenire sul problema ed ho pure avanzato la richiesta per una copertura del tetto che protegga i macchinari, riduca sensibilmente i rumori per il vicinato e restituisca un aspetto più gradevole a quello simil-industriale attuale».
Pare che stavolta alla Regione si siano convinti a dare seguito all’ultimatum della Corte costituzionale e procedere alle elezioni provinciali di secondo livello a metà dicembre: «è l’ennesimo annuncio – commenta – di una vicenda lunga un decennio. Continuo a sospettare che non si faranno. In ogni caso, il nostro obiettivo è rispettare il patto elettorale siglato innanzi ai cittadini sul passaggio alla città metropolitana di Catania. Stiamo lavorando per individuare la giusta figura legale cui affidare l’incarico. Non vogliamo sottovalutare nessun aspetto».
Passaggio a Catania o non, le difficoltà ad essere una città normale permangono: «perché ci vuole l’impegno di tutti – conclude – a partire dall’amministrazione, per proseguire con le deputazioni e per finire con i cittadini. La dimensione pubblica deve dare l’esempio, impartire le regole, reprimere le violazioni, ma anche il cittadino deve fare la sua degna parte».
Chi è. Nome e cognone: Filippo Franzone
nato a Gela, il 14 aprile 1971
Stato civile: coniugato con Patrizia (impegnata nel terzo settore)
figli (2): Alessandra di anni 27 e Gaetano di 21
Titolo di studio: Diploma in arte del legno e maestro d’arte in ebanisteria
Professione: Artigiano Ebanista
Hobby e passioni: collezionista francobolli ed altri accessori, geografia, storia della città