Uomo di sinistra, dopo le primarie del Pd, il dott. Giuseppe Favitta fuoriesce dal partito, assieme a compagni e compagne come Marina Ferrara e soprattutto dopo le dimissioni del segretario locale, Guido Siragusa.
Nella sua versione dei fatti, nonostante esprimesse il segretario ed avesse vinto le primarie a sostegno della Schlein, il suo gruppo è stato oggetto continuo di interferenze ed invasioni di campo atte di fatto a delegittimarlo. Si avvicina al gruppo Di Stefano e partecipa ad una realtà nuova ed aperta come “civico lab”.
Sostenitore, senza rancore, di un’alleanza con il Pd e di un’apertura al Pci come a forze socialiste e civiche, oltre al Movimento 5 stelle, è stato in pima linea ed ha fortemente creduto nel progetto agorà che ha individuato in Terenziano Di Stefano il candidato di una coalizione civico-progressista che ha rimontato l’avversario al ballottaggio, sovvertendo il pronostico di un centrodestra dato per grande favorito, specie dopo il primo turno. «come insegnano tutte le elezioni – ci spiega - la fase di ballottaggio rappresenta un momento di voto meno condizionato dalla pressione dei consiglieri comunali.
Questo comporta, da un lato, un astensionismo fisiologicamente maggiore; dall’altro, un voto senza ombra di dubbio più libero. La ragione del successo è sicuramente da ricercare nel quadro programmatico proposto dalla coalizione all’elettorato, imperniato su temi che puntano a “normalizzare” la città e non a creare, piuttosto, aspettative di promesse e progetti faraonici, irrealizzabili e puntualmente disattesi».
Entra in giunta in prima battuta in quota Pci: «sono stato desgnato assessore – precisa – da indipendente in quota Pci e di questo ringrazio il partito locale per la fiducia concessami. La loro non è affatto un’operazione nostalgica, ma la caparbietà della dirigenza locale che in breve tempo e dopo più di 20 anni ha presentato alle amministrative una lista con un simbolo che ha fatto la storia italiana.
Del resto – prosegue – sono politicamente cresciuto nell’alveo della sinistra, quella per tradizione sempre attenta alle politiche sociali e del lavoro, ma che ha subito negli ultimi anni una metamorfosi a causa di leader che, mi lasci dire, poco hanno a che fare con i valori storici del partito comunista, tradendone lo spirito, il suo dna politico, gettando nella confusione il suo elettorato di riferimento, barattando i temi del lavoro, dell’ecologia, della pace e della difesa degli ultimi, con i consensi elettorali a tutti i costi. Se la sinistra non si riappropria di questi temi il risultato sarà che alla fotocopia la gente voterà sempre l’originale. E questo vale a tutti i livelli».
Eppoi ci sono i fatti. Quelli nudi e crudi. Come quando si tratta di amministrare una città ed un ente comunale in dissesto. «Nei settori afferenti alle mie deleghe ho trovato ciò che ci aspettavamo e che rendono al quanto difficile il compito. Lo sapevamo quando ci siamo proposti a prender il timone e guidare la città. Ma ci sono – sottolinea – note tutt’altro che dolenti, perché ho anche trovato un’altissima professionalità dei dipendenti che mi stanno collaborando con impegno e abnegazione. Il che ci riempie di fiducia nel portare avanti il lavoro».
Appunto, il lavoro. A partire dalle deleghe allo sport, turismo e spettacolo, per chiudere con quelle ai rapporti con i comitati di quartiere e le politiche giovanili. «Rispetto allo sport – replica – abbiamo immediatamente fatto dei lavori al Vincenzo Presti (tutt’ora in corso) finalizzati a rendere lo stadio omologabile dalla Lnd, oltre a lavori vari agli impianti elettrici e idraulici degli spogliatoi, eccetera.
Di concerto con le società ho redatto i calendari per l’utilizzo del Presti e del Mattei nel rispetto del regolamento sportivo. Grosse difficoltà sono rappresentate dalla mancanza di strutture sportive per il basket e la pallavolo, ci stiamo aiutando con le palestre scolastiche. Il Palacossiga vandalizzato ha rappresentato un danno enorme per le società sopradette; questa amministrazione ha voluto evitare un contenzioso con Asp che avrebbe portato a tempi biblici per la soluzione, questo approccio ci sta portando verso la soluzione definitiva ed al rispristino della funzionalità della struttura, grazie alla collaborazione delle parti, ma con la maggior compartecipazione di Asp.
Rispetto agli spettacoli/eventi – continua – grazie al decreto regionale che ha stanziato delle somme importanti per Gela abbiamo pubblicato un bando con scadenza 30/10 che permetterà di organizzare eventi importanti entro il 31/12. Ricordo che ci siamo insediati a luglio e questo non ci ha permesso di poter organizzare e strutturare l’estate gelese ma eventi singoli, che hanno comunque visto i gelesi presenti nelle manifestazioni, mi riferisco al palio, a Cafiso, alla rassegna letteraria e altri eventi organizzati all’interno delle strutture comunali e alle associazioni locali all’interno del perimetro urbano.
Rispetto ai comitati di quartiere, ho incontrato i presidenti, con cui dobbiamo applicare il regolamento così da avere comitati di quartiere democraticamente eletti; ricordo a tutti che è la prima volta che un’amministrazione ha all’interno la delega ai comitati, l’attenzione da parte del Sindaco è massima. Sulle politiche giovanili – conclude – presto incontrerò i nostri giovani per creare un gruppo di lavoro che mi coadiuvi e partecipi alle scelte con le loro proposte e la loro visione».
E’ quindi possibile rendere Gela una città normale? «Intanto – avverte – ci vuole l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato senza questo strumento nessuna azione tangibile è possibile. Bisogna continuare nell’azione intrapresa per la soluzione della problematica dell’acqua, bisogna calendarizzare immediatamente una pulizia straordinaria della città. Questi due temi sono propedeutici per avviarci verso la normalizzazione della città. Non mi esimo infine nel fare un appello a tutta la città, prendiamoci cura della nostra Gela, teniamola pulita, rispettiamo i luoghi pubblici, solo così – chiosa l’assessore – possiamo diventare attrattivi turisticamente».
Chi è. Il dott. Giuseppe Favitta (nella foto) quadro procurement presso Eni, è uno dei sette assessori, con deleghe allo Sport, Turismo e Spettacolo, Rapporti con i quartieri e Politiche giovanili, della giunta nominata da Terenziano Di Stefano.
Ha appena compiuto quarantasette anni. Gelese doc, qui nasce, cresce e studia fino al diploma, per poi laurearsi in Scienze dell’educazione e della formazione. Coniugato con Filomena Cicalese, incaricata alle vendite in una ditta privata, è padre di due figli: Antonio Flavio di 20 anni e Anna di 16 Anni. Suona la chitarra ed è un grande appassionato di musica. Gli piace leggere, nonostante gli impegni prova a riservare uno spazio quotidiano da dedicare alla corsa. Ama gli animali, in particolare il cane.