Il consiglio comunale ha approvato una mozione di indirizzo che impegna l’amministrazione ad esprimere in tutte le sedi e le forme opportune, la ferma contrarietà alla legge sulla autonomia differenziata.
A presentare la mozione è stato il capogruppo del M5s che ha sottoscritto l’atto di indirizzo. Per i promotori Castellana, Tomasi e Lupo, si nasconde un «processo che è lo stesso da 30 anni» anche se dietro termini diversi, come «secessionismo» prima, «federalismo fiscale» poi, «autonomia differenziata» oggi. «In questa legge manca il fondo perequativo nazionale per garantire i Lep, livelli essenziali di prestazione», vale a dire i livelli standard minimi di servizi essenziali come sanità e scuola.
La mozione è stata appoggiata dal Pd che attraverso gli interventi dei consiglieri Alabiso, Orlando, Maria Grazia Fasciana (in foto) e Cuvato, ha sottolineato «la disparità di gettito fiscale» su cui poggia veramente la questione, «le iniquità enormi» che una tale legge comporterebbe e l’esigenza di un «referendum abrogativo per il quale sono stati già coinvolti tanti cittadini e raccolte anche on line ben cinquecentomila firme».
Sulla stessa scia anche “Una buona idea”. In particolare, Faraci ha parlato di «meridionali cornuti e mazziati» da uno Stato che, dopo aver storicamente concesso «trasferimenti maggiori a favore del Nord», con il «Sud utilizzato come bacino da cui attingere manodopera a basso costo, tanto che la grande maggioranza del personale nelle strutture d'eccellenza è meridionale», oggi dovrebbe garantire un «livello di efficienza minimo uguale per tutte le regioni», prima di sedersi con le stesse per trattare sugli ulteriori margini di autonomia da concedere.
Per le opposizioni la mozione è inutile. Per i vari Cosentino, Pellegrino, Cavallo e Biundo si impegna l’amministrazione a non fare nulla perché non ha gli strumenti per incidere su una legge dello Stato già approvata. In sede di voto, infatti la mozione è passata con i 14 voti della maggioranza; 7 contrari ed 1 astenuto.