L'ennesima interruzione della condotta San Leo e l'ampliamento della discarica di Timpazzo sono stati i due argomenti che hanno animato non poco il dibattito politico nell'ultima settimana.
Questa estate i gelesi hanno appreso, ineluttabilmente, che quella di San Leo è una condotta colabrodo, con tre rotture nel giro di pochi giorni. Una serie di interruzioni che hanno fatto saltare la turnazione ed hanno reso l'erogazione idrica ancora una volta un'emergenza in diversi quartieri popolosi, a partire da “Macchitella” e “Caposoprano”, in cui sono molti i palazzi che non hanno cisterne per agevolare i condomini ad affrontare la seppur temporanea privazione del bene più essenziale che ci sia, in una società che si definisce civile.
L'ultimo guasto è stato riparato ma la turnazione a giorni alterni di cui si era fatta garante l'amministrazione Di Stefano, è passata ad una turnazione ogni tre giorni. E' quanto ha fatto notare il laboratorio politico “Per” guidato da Miguel Donegani che chiede senza mezzi termini l'istituzione di un tavolo di crisi permanente. Il già parlamentare regionale pur non mettendo in dubbio la buona fede dell'amministrazione rileva che Caltaqua continua ad agire senza un vero controllo e sulle autobotti denuncia la mancata richiesta dell'ente comunale a fronte del milione e mezzo di contributi per le autobotti ai comuni siciliani.
Donegani chiede perché Gela, che aveva 4 autobotti ed oggi non ha neanche una, non abbia presentato istanza: «in un momento di crisi è inaudito ed intollerabile che non si sia fatta istanza alla protezione civile per delle autobotti. Lo hanno fatto altri comuni come ad esempio San Cataldo, Butera e l’hanno ottenuta. La politica – ha chiosato Donegani – è anche sopperire e programmare piani alternativi».
Se per una forza extraconsiliare (in attesa dell’esito del ricorso) come “Per”, Caltaqua è nella condizione di fare il bello ed il cattivo tempo, per un'altra compagine extra consiliare come “Gran Sicilia”, che ha sostenuto la candidatura di Filippo Franzone, attuale assessore all'emergenza idrica, in tema idrico Caltaqua è il nuovo padrone che si è sostituito ad Eni, in virtù di un contratto-convenzione che oramai tutti definiscono blindato, intoccabile e che pertanto si traduce in un atto di "vendita" del bene.
Per il referente del movimento sicilianista, Paolo Scicolone, che si è candidato in consiglio comunale nella lista “Franzone sindaco”, la situazione è intollerabile con questi continui comunicati stampa che divulgano guasti a raffica ma non chiariscono mai le ragioni. Per vederci chiaro e capire anche le posizioni di tutta la politica oltre che dell’amministrazione in carica, Scicolone ha annunciato un esposto alla procura, mentre la questione sarà discussa in consiglio comunale.
In seno al civico consesso, infatti, le minoranze d'opposizione hanno avanzato una richiesta ufficiale di un monotematico sull'emergenza idrica, in cui dovranno essere invitati oltre Caltaqua e Siciliaque, anche l'Ati presieduto dal primo cittadino niscemese Massimiliano Conti.
Ed anche sull’ampliamento della discarica di Timpazzo ci sarà un monotematico in consiglio comunale, ma stavolta a richiederlo è stata la maggioranza. La battaglia condotta dal Movimento 5 stelle contro il governo Schifani in tema di rifiuti, tra discariche, termovalorizzatori ed altro, è campale. Sia l’on. Damante che l’on. Lorefice hanno portato più volte il tema e le varie questioni, compresa Timpazzo, al Senato. Idem l’on. Di Paola all’Ars, di cui è vicepresidente.
Posizione che è condivisa a Roma come a Palermo anche dal Partito democratico, l’altra anima progressista della coalizione che ha sostenuto Terenziano Di Stefano fino al trionfo al ballottaggio. Anche la lista del primo cittadino, “Una buona idea”, pare tendenzialmente contraria all’ipotesi e non a caso il sindaco ha inviato una nota in cui spiega le proprie obiezioni su alcuni punti precisi e che vanno chiariti.
Ma dentro questa coalizione c’era anche l’Mpa di Raffaele Lombardo, anzi c’è ancora nonostante il simbolo autonomista non sia presente in consiglio comunale, non avendo la lista superato la soglia di sbarramento del 5% al primo turno.
A denunciare pubblicamente questa contraddizione, definendola incoerenza, è stata la Dc, attraverso i suoi vertici locali Peppe Licata ed Enzo Cascino. A replicare ci ha pensato il capogruppo consiliare pentastellato, Francesco Castellana, che ha definito sterili questi attacchi quando nella coalizione l’Mpa non c’era, rispedendo piuttosto al mittente le accuse di incoerenza, nel ricordare i percorsi politici di chi come Licata e Cascino, il primo da sinistra, il secondo da destra, oggi vanno a braccetto con Totò Cuffaro.
Tirati in ballo, con la stessa flemma del loro leader, i lombardiani hanno sottolineato che non c’è alcuna contraddizione nell’esprimere un assessore in quota nel governo cittadino, nella persona di Valeria Caci, nonché un assessore proprio al ramo regionale interessato dalla polemica, Roberto Di Mauro, nella squadra di governo regionale, poiché trattasi di due livelli di governo diversi.
A questa precisazione di Ugo Costa è seguita quella di Rosario Caci che ha ulteriormente apprezzato la richiesta di un monotematico in cui lo stesso assessore regionale autonomista avrà occasione di chiarire ogni punto intorno ad una ipotesi di ampliamento, in realtà richiesto dall’Impianti Srr, società in house della Srr nata per gestire il servizio dei rifiuti nel comprensorio.
Nessuna posizione precostituita, dunque: se le ragioni di un ampliamento così importante nelle dimensioni, non convinceranno Caci e gli altri lombardiani gelesi, non ci sarà da parte loro condivisione.
Si dice che il “problem solving” non sia solo la capacità di risolvere il problema, ma anche quella di tradurre una difficoltà in un’opportunità di crescita e sviluppo.
Per un sindaco come Di Stefano che preme per una prima verifica politica della sua maggioranza dopo la festività della santa patrona della città, può essere l’occasione giusta per prendere spunto da queste polemiche e rilanciare il modello Gela che lo sostiene, rafforzandolo alla base con alcuni cambi in giunta che, nel mantenere fede ai patti elettorali, toglie pure qualche velo di ipocrisia. Il che raramente è sbagliato.