“Devi morire…ta-ta, ta-tà”, “devi morire…ta-ta, ta-tà”. E’ uno dei “canti” dei tifosi ultrà di calcio, gridato dalle curve di tutta Italia all’indirizzo di qualche calciatore avversario poco gradito.
Ma non intendo parlare di calcio. Proprio no. Il fatto è che il canto augurale “devi morire”, anche se forse lo percepiamo poco, è diretto ai gelesi, e parte da Caltanissetta, si propaga per vallate e colline e giunge forte e chiaro all’Ospedale della nostra città, diretto a tutti noi. Perché le condizioni della sanità gelese sono tali che l’eventualità di premature dipartite non è tanto difficile.
Qualcuno si lamenterà dei facili allarmismi.
E’ probabile. Anche perché il Direttore generale dell’Asp Iacono, qualche giorno fa, assieme al suo staff ha convocato una conferenza stampa per tracciare il bilancio dei suoi tre anni alla guida della sanità provinciale. E si è dichiarato ampiamente soddisfatto dei risultati ottenuti, ci mancherebbe altro!
E in verità qualcosa si è mosso, qualcosa è stato fatto. Ma non certo quello che Gela attendeva. Tant’è che la Cisl sostiene che l’Ospedale versa in condizioni comatose. Si riferisce a “tagli” di unità operative e servizi che riguardano il Centro di salute mentale, Malattie infettive, Radioterapia, Neurologia, Nefrologia, Ortopedia, Chirurgia, Gruppo operatorio e Centro Unico di prenotazioni.
Sono state sospese le visite cardiologiche (a un paziente che aveva prenotato un esame nove mesi fa è stato negato l’esame richiesto), l’attesa per le visite ambulatoriali di ortopedia è giunta a quattro mesi, per una colonscopia occorre attendere un anno. L’attività della sala operatoria è stata ridotta ai casi più urgenti.
Ma Iacono è “soddisfatto”. E’ stata messa una pezza sulla scomparsa a Gela della Neurologia, gestita dalla Santa Barbara, perché nella confusione burocratica tra Iacono e l’ex assessore regionale Gucciardi stavano dando il nulla osta alla chiusura del reparto di Macchitella senza ricordare, poverini, che occorreranno due o tre anni per la nuova Neurologia pubblica all’Ospedale.
Ma Iacono è “soddisfatto”. L’Utin, la terapia intensiva neonatale, è attesa da anni, e solo in questi giorni si è messo in moto l’iter per la relativa gara di appalto. Complimenti per la velocità, c’è proprio da essere soddisfatti!
Nel frattempo, per i servizi mancanti a Gela, si dirottano i pazienti a Caltanissetta e San Cataldo. Questa sì che si chiama solidarietà: i nostri cugini del Vallone sono sempre pronti a darci una mano di aiuto (a condizione che emigriamo nei loro ospedali).
Iacono, nominato tre anni fa dal governo Crocetta, sarà forse prorogato per qualche settimana, poi avremo un nuovo Direttore generale, nominato dal nuovo assessore regionale alla Sanità, che dovrò porre rimedio alle lungaggini e alle omissioni fin qui verificatesi.
Ce lo dobbiamo augurare, per evitare che il sindaco Messinese debba lanciare altri urli (come ha già fatto con la ministra Lorenzin) e per porre fine all’emigrazione dei nostri pazienti; per far sì che l’Ospedale di Gela sia dotato dei necessari servizi e che vi sia adeguato personale; per evitare che il diritto alla salute sia calpestato dalle inefficienze della sanità pubblica.
In quanto a Iacono, prendiamo atto della sua soddisfazione. Ma ci creda, rispetto a lui siamo più soddisfatti noi gelesi che abbandoni la Direzione dell’Asp e torni a Ragusa a fare altre cose.