L’ultima pietanza, fuori menu, arriva quando i clienti stanno disponendosi a tavola, pronti a gustare il pranzo speciale preparato con grande cura per loro.
Il maitre legge e scopre che la pietanza contiene un intingolo indigeribile; invece che farsi largo e guadagnare la cucina e interrogare lo sciagurato chef, abbandona il ristorante al suo destino e va diritto alla Caserma dei carabinieri, perché la Benemerita, reparto Nas, indaghi sullo chef e l’intingolo indigesto sia condiviso.
La metafora calza a pennello. Giorgia Meloni, la maitre, riceve l’informativa dei servizi, una consuetudine mattutina, che la mette a conoscenza delle cose che non vanno, ed una di esse riguarda l’immigrazione: c’è la mano mafiosa nell’accoglienza degli immigrati regolari. Proprio così, regolari, quelli che vengono accuratamente selezionati, controllati ed esaminati. Salta sull’auto blu e raggiunge il capo dell’antimafia, cui consegna un esposto, mettendone a parte il popolo italiano.
I “clienti”– pardon, gli elettori – apprendono così una volta per tutte che l’emigrazione è solo un grande affaire e non una questione umanitaria, che gli immigrati non sono affatto uomini, donne e bambini che muoiono in mare o scappano dalla fame e dalle guerre, piuttosto beni di consumo in mano ai predoni libici ed a scafisti senza scrupoli (se irregolari), o corpi (di reato) se regolari, su cui la mafia incrementa il fatturato. Meno se ne salvano, più basso il guadagno dei mercanti di uomini. E chi la pensa diversamente, buonisti e papisti compresi, devono farsene una ragione.
Il maitre, cioè la Presidente del Consiglio, completato il faticoso menù, su cui si affanna da un mese per accontentare i palati più esigenti dei clienti, pardon, elettori e finalmente appagata, può disporsi all’attesa del consenso con ottimismo. C’è l’abuso edilizio, l’evasione fiscale, l’immigrazione, la macchina parlamentare, la sanità. Ed un consiglio dei Ministri che non ha bisogno del Parlamento per rivoltare il Paese come un guanto.
Se diamo un’occhiata al menù dell’ultima ora, infatti, ci accorgiamo che non manca niente: decreto legge sulle liste d’attesa nella sanità pubblica (senza copertura finanziaria), decreto legge per sanare i piccoli abusi della casa, decreto legge per sanare i piccoli evasori, la riforma della giustizia e del premierato in dirittura di…partenza (servirà l’intera legislatura ed un referendum per approvarla). L’intingolo indigesto è una civetteria, a pensarci bene.
Le pietanze per ora possono essere gustate: Con gli occhi, è vero, ma non si può avere tutto e subito. Lo sapeva bene perfino quel tale che quasi due secoli or sono esclamò: l’Italia è fatta, ora non resta che fare gli italiani. Ci vuole del tempo, e pazienza, perché gli italiani si decidano a sedersi a tavola con lo stesso spirito di chi entra in un seggio elettorale.