Elezioni, chi parla con il cuore e chi con la pancia

Elezioni, chi parla con il cuore e chi con la pancia

Campagna elettorale, vigilia intensa, urne pronte ad ospitare le schede elettorali.

E vecchi discorsi, conditi con parole nuove, promesse nuove, facce nuove. Si parla al cuore o si parla alla pancia? Finora paga di più la comunicazione di pancia. Arriva dritto ai destinatari. Ed ora la pancia ha conquistato un posto d’onore: è il secondo cervello, ragiona insieme alla mente. nel mondo della scienza. La vecchia separatezza fra cuore e pancia non esisterebbe. 

Nel vasto e turbolento mare della politica, la comunicazione ha navigato, a Gela come altrove, tra due fari principali: quello del cuore e quello della pancia. Si è creduto che il faro del cuore illumini una persona dotata da nobili ideali e l’altro da istinti primordiali. Ma non è così, le acque si sono fatte ancora più torbide. Caduta la separatezza, la pancia “ragiona” ed al cuore si comanda. 

Non parliamo di una mente nascosta tra le pieghe della nostra complessità cerebrale, ma della pancia, che secondo recenti studi, sembra possedere una sorta di coscienza autonoma. Il "secondo cervello", con le sue migliaia di neuroni, gioca un ruolo importante nel nostro benessere emotivo e mentale. E ciò sconvolge i più abili comunicatori politici.

Se la pancia è il secondo cervello, la vecchia e rassicurante distinzione tra cuore e pancia potrebbe rivelarsi più sfumata e, in definitiva, obsoleta. E cosa significa tutto ciò per la retorica politica? Forse che il politico che parla alla pancia, in realtà, si rivolge anche a una parte razionale, seppur istintiva, dell'elettorato?

Immaginate la scena: in un comizio, il candidato alza il tono, mira alla pancia del pubblico con slogan travolgenti, ma allo stesso tempo solletica una riflessione profonda, quasi subconscia. In poche parole, un vero e proprio discorso a doppio taglio. Anzi, un’arma a doppio taglio verrebbe di dire.

Questo non è affatto un dettaglio. Tradizionalmente, ci si immagina il politico del cuore come un idealista, uno che punta ai sentimenti più nobili, mentre quello della pancia come un pragmatico, uno che fa leva su paure, speranze e desideri immediati.

Ebbene, la scoperta del "secondo cervello" introduce una terza dimensione: il politico che comunica efficacemente alla pancia potrebbe, in un certo senso, parlare a una mente più istintiva, ma non meno capace di ragionamento. La pancia non è solo un ricettacolo di emozioni grezze, ma anche un centro di elaborazione che interagisce strettamente con la mente.

Immaginate ora i discorsi politici del futuro, in cui la vecchia dicotomia cuore-pancia venga sorpassata da una più complessa sinergia. Il politico, come un abile direttore d’orchestra, suona le corde del cuore e della pancia insieme, creando una sinfonia che risuona con maggiore profondità nell’elettorato. La narrazione politica non sarà più un semplice gioco di emozioni contro ragioni, ma un’arte raffinata che unisce entrambi in una danza armoniosa.

Eppure, nonostante tutte queste sofisticate speculazioni, la realtà potrebbe rivelarsi meno poetica. La retorica politica ha sempre fatto leva su ciò che funziona nel breve termine: slogan semplici, promesse facili, soluzioni rapide. La vecchia, intramontabile separatezza fra cuore e pancia potrebbe restare un paradigma comodo e resistente, nonostante le nuove scoperte. Come diceva il saggio: "In politica, la verità non è mai pura e raramente semplice".

Dopotutto, in un’epoca in cui le notizie false e le emozioni amplificate dominano la scena, la comunicazione di pancia potrebbe continuare a essere il veicolo più efficace per catturare l’attenzione dell’elettorato, bypassando le complessità di una discussione più razionale e consapevole. E se la pancia è davvero il secondo cervello, allora forse è ancora più astuta e sofisticata di quanto abbiamo mai immaginato.

In conclusione, la politica del futuro potrebbe richiedere non solo politici di cuore e di pancia, ma veri e propri artisti della comunicazione che sappiano orchestrare le emozioni e le ragioni con maestria. Fino ad allora, la vecchia dicotomia continua a resistere, un po' per convenienza, un po' per tradizione. Ma teniamoci pronti: la pancia potrebbe avere ancora qualche trucco da insegnarci.