Nella campagna elettorale per le amministrative a Gela due liste, quella del Pd che sostiene Terrenziano Di Stefano e l’altra, promossa da Miguel Donegani, competono per ottenere la supremazia politica.
Una sfida nella sfida, che ha visto scendere in campo due famiglie politiche che hanno fatto la storia del Partito Comunista Italiano. La lista ufficiale del Pd, di appoggio al candidato sindaco proposto dal M5S, è stato fortemente ispirata dall’ex deputato regionale Lillo Speziale, la seconda da Giorgio Donegani, patriarca ed erede di una antica famiglia, da sempre impegnata nella sinistra comunista e postcomunista.
Entrambe le liste hanno una duplice ambizione: ottenere larghi consensi per farsi valere in consiglio comunale, fare eleggere il proprio candidato-sindaco e, ottenere più voti dell’altra. Si giocano la supremazia politica, e non solo la supremazia politica. C’è qualcosa di più e di più importante: conquistare una primazia che detti le regole della sinistra gelese nei prossimi anni.
Lillo Speziale ha fatto scendere in campo candidati che in passato hanno dato del filo da torcere alla famiglia Donegani. Ed ha conosciuto cocenti sconfitte e delusioni quando ha puntato sul genero, Di Cristina.
I trascorsi più recenti ci ricordano che Miguel Donegani conquistò il seggio all’Assemblea regionale siciliana e che il successo non ha reso felice Lillo Speziale, e che il giovane intraprendente genero non è stato fortunato in altre competizioni. Un retroterra che ha creato in passato, e crea nel presente una forte volontà di rivincita.
Naturalmente non si tratta solo di una competizione ideale, puro agonismo sportivo. C’è in palio ben altro, l’assetto politico del centrosinistra gelese, che è riuscito in un’impresa davvero difficile: cancellare una lunga tradizione di grandi consensi e di successi elettorali (Gallo, Fasulo…). Miguel è stata la mina vagante per Speziale, Ci sono state, è vero, giorni sereni fra le due famiglie, ma sono durate poco, perché il patriarca, Giorgio, dispone di una famiglia allargata, ricca di forti individualità, ognuna delle quali potrebbe giocare in proprio la carta politica.
Come si sia arrivati al corpo a corpo di questa campagna elettorale, al mezzogiorno di fuoco, non è un mistero, ma è di difficile valutazione perché ci sono due narrazioni, ed ognuna contrasta con l’altra.
Quella che viene dalla famiglia Speziale, impegnata anche direttamente nella competizione, racconta che Lillo avrebbe fatto di tutto per favorire il futuro politico di Miguel senza successo a causa delle ambizioni esagerate di Miguel; l’altra versione, ufficiosa, ci racconta invece che Lillo ha marcato il territorio e si è sempre preoccupato di evitare che fosse invaso dai Donegani. A farne le spese sarebbe stato il Pd, diventato un condominio rissoso e esclusivo.
Di certo c’è che, a parte la disfida, la storia – maestra di vita – ci ricorda una ricorrente presenza di personalità forti e gelose del “regno” conquistato (Salvatore Placenti, Saro Crocetta, lo stesso Speziale), tutte eredi della tradizione comunista gelese. Saro Crocetta ha fatto fuori Totò Morinello, che l’aveva voluto accanto durante il breve, ma intenso, periodo del suo assessorato regionale. E Placenti si è liberato di tutti i suoi contendenti. Sono solo alcuni episodi, la lista è lunga.
Nessuno ha potuto farsi spazio, nessun delfino, nessuna nuova leva. Miguel Donegani, tuttavia, non ha né le attitudini, né il carattere e le ambizioni del capataz, è un giovanotto ambizioso e di buone maniere, che si è sentito “soffocato” dall’ingombrante presenza di Lillo Speziale, impegnato a tenere in piedi la primazia familiare con il genero, Di Cristina.
Come andrà a finire? La battaglia non si conclude il 9 giugno. Qualunque sia il risultato, la competizione interna alla sinistra gelese continuerà. Miguel si è messo in proprio, ma non ha lasciato il Pd. E il Pd non ha sanzionato la sua ribellione.
R.C.