Sono nove, al momento, i potenziali candidati a sindaco per la prossima tornata elettorale di giugno.
Per non creare confusione, abbiamo scelto i nomi che sono circolati in quest’ultimo mese e che ancora tengono banco, alcuni doppioni, ovvero in lizza sotto la stessa bandiera, ovvero ancora in concorrenza tra loro. Esempio, il dirigente medico Rosario Caci, il sindaco uscente Lucio Greco e l’ex presidente della Provincia e deputato regionale Pino Federico, concorrono – i primi due apertamente, il terzo sotto traccia – per la nomination in quota MpA.
Altro esempio, Vincenzo Casciana e Salvatore Scerra, entrambi candidati in pectore per Fratelli d’Italia. Anche qui, come in MpA, la sovrapposizione di concorrenti spacca la coalizione di centrodestra. Per rimanere in quest’area, ha fatto capolino in questi ultimi giorni Giuseppe Spata, il leghista che contese cinque anni fa la poltrona di sindaco al sindaco uscente Lucio Greco, che la spuntò per una manciata di voti, sostenuto da liste civiche, da Pd e da Forza Italia.
A creare scompiglio in casa centrodestra, è entrata a gamba tesa l’ex dirigente della Impianti Srr Grazia Cosentino, forte del sostegno della Dc di Cuffaro, dai renziani e da altre liste minori che vie via si vanno aggiungendo mammano che si avvicina la data del voto, e prima di questa il termine per la presentazione delle liste.
Gli unici candidati che non hanno concorrenti per la nomination sono tutti nell’area movimentista: Terenziano Di Stefano, sostenuto dal Movimento 5 Stelle, dalla sua lista civica personale (Una Buona Idea), dalla lista Maurizio Melfa (Ripartiamo da Zero) e da altre liste;
c’è Miguel Donegani, con il suo Laboratorio politico PeR (Progressisti e Rinnovatori), sostenuto da altre liste; ed infine Filippo Franzone, personaggio noto per aver sostenuto in prima persona la battaglia per Gela Provincia, quindi per il distacco di Gela dalla provincia di Caltanissetta, l’uomo che portò più di 20 mila persone al voto nello storico referendum per Gela pro-Catania, progetto affossato dagli ascari nisseni e gelesi.
Grande enigma, in casa Pd. Il Partito Democratico ancora oggi non si è pronunciato sulla collocazione, ovvero se andare da solo al voto con un proprio candidato o accodarsi (sarebbe la seconda volta nella sua storia del partito) assieme ad altri a sostegno di un candidato non suo.
Il commissario del Pd, ex deputato Ars Giuseppe Arancio, mantiene contatti con Lillo Speziale, anima apparentemente defilata del partito. Speziale, insomma, potrebbe voler restare in partita, o sostenendo Donegani (in tal caso Franzone potrebbe ritirare la candidatura e orientare la sua lista anche lui verso l’ex parlamentare Pd; oppure correre da solo, o cavalcare il candidato Di Stefano e andare a braccetto con il partito di Conte.
Nessuna delle forze in campo farà ricorso alle primarie. Il che creerà altra confusione nell’uno o nell’altro schieramento.