Par condicio e "rascamunnizza"

Par condicio e "rascamunnizza"

Ancora un mese e mezzo di campagna elettorale, ancora un mese e mezzo di noia e lacrime: ma chi caspita ha inventato la “par condicio”?

Che in effetti, sulla carta, sarebbe una pratica giusta, cioè quella di dare spazio in pari quantità agli schieramenti intenti a fare le proprie proposte. Ma porta a una noia mortale: ce ne accordiamo guardando i tg nazionali, tutti, nessuno escluso: una raffica di dichiarazioni, spesso ripetute giornalmente, quasi sempre inutili e quasi agghiaccianti. Dopo quelle del governo (si alternano Renzi, Gentiloni e le seconde linee come Rosato e Bonafè), il centro destra (Berlusconi, Salvini e Meloni, una citazione a testa), poi i cinque stelle (Di Maio o Di Battista per me pari sono), e la sinistra (Grasso, o D’Alema o Bersani).

Ogni tanto, per un secondo, compaiono inquietanti volti e parole di Casini, Emma Bonino, Tabacci, Cesa. Una raffica di dichiarazioni che metterebbe al tappeto anche i campioni del mondo di pugilato!


Ogni tanto, per un secondo, compaiono inquietanti volti e parole di Casini, Emma Bonino, Tabacci, Cesa. Una raffica di dichiarazioni che metterebbe al tappeto anche i campioni del mondo di pugilato!
Più che “par condicio” direi che è diventata una “par LECCOndicio”, ma si sa, la casta dei giornalisti televisivi che contano è sempre molto preoccupata di non dare troppo fastidio e tenersi buoni tutti, non si sa mai, anche loro “tengono famiglia”.


Intanto, i magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio di Gianfranco Fini: dalle stelle alle stalle. Però l’Italia è uno stramo Paese, avvengono fatti inspiegabili, altro che Ufo o astronavi aliene. Dopo l’ex ministro Scajola che si ritrovò proprietario di una casa “a sua insaputa”, anche Fini dichiarò che nella casa di Montecarlo venduta da Alleanza Nazionale a prezzo stracciato non sapeva che abitasse il cognato (e neanche che il cognato fosse il proprietario della società che poi acquistò la casa).
Ma anche “il più bello spettacolo democratico dopo il big bang”, ovvero le “parlamentarie” dei grillini, segue la scia si Scajola e Fini.

Come previsto, il voto degli attivisti è stato vanificato dalle scelte fatte dai “capi supremi” del movimento: tanti candidati con i requisiti sono stati estromessi dalle votazioni, mentre molti si sono ritrovati candidati “a loro insaputa”. Mi meraviglio solo di come persone di buona intelligenza possano avere cali cerebrali tali da farsi abbindolare da questi venditori telematici di pentole.


Forse è l’effetto della crisi, che a Gela è più che mai nera. Dieci anni fa ipotizzavo che i vigili urbani si potessero nascondere all’interno dei trespoli della spazzatura per multare i cittadini indisciplinati. Non mi sbagliavo di molto: i vigili urbani (ma anche le guardie zoofile pagate dal Comune)hanno iniziato la guerra contro chi non fa la differenziata, e per scoprire i “vastasi” frugano nei sacchetti della spazzatura alla ricerca di qualche elemento che possa condurre al responsabile e porti a multarlo.


Ora, a parte che frugare nei sacchetti comporta una violazione della privacy, come stabilito qualche anno fa dall’apposito Garante, c’è il segno di un decadimento del ruolo della Polizia Municipale: un tempo i “puntuneri” erano rispettati e considerati, oggi, al di là di schiaffi ed aggressioni che ogni tanto subiscono, vengono ridotti a “rascapignate”, o meglio a “rascamunnizza”.

Segno dei tempi. Però, se di notte vedete qualcuno che rovista nei sacchetti di spazzatura, non crediate che sia un barbone o un poveraccio con estremo bisogno di aiuto: a quelli ci pensano la Caritas e le parrocchie. Non preoccupatevi: è’ più probabile che sia un vigile urbano nell’adempimento dei propri compiti.