Ciò a cui assistiamo da mesi, in una città verso cui la considerazione del capoluogo provinciale (Caltanissetta), di quello regionale (Palermo) e di quello nazionale (Roma), è pari allo zero, riflette come uno specchio il nanismo politico di chi non conta nulla, mentre millanta riferimenti ai livelli superiori, innanzi ai quali, semmai, quando riesce ad ottenere un incontro ed una interlocuzione, si presenta col piattino in mano.
Siccome si deve comunque andare avanti – anche senza dignità politica – fino alla scadenza del mandato, in attesa di scoprire se ci sarà dissesto o pre-dissesto, il clima di campagna elettorale ha preso piede a palazzo di città. Da un lato, l’amministrazione pensa di dover indire una conferenza stampa per una variazione di bilancio inerente il completamento del lungomare, sapendo che l’aula l’avrebbe votata favorevolmente all’unanimità (come è puntualmente accaduto).
Dall’altro in aula i tre blocchi di consiglieri del centrodestra, i pro Greco e il fronte civico-progressista, continuano a litigare, con i dovuti distinguo, tra chi si vanta di essere i veri responsabili, chi accusa l’altro di fare da stampella, senza dimenticare dispetti e reciproci sgambetti (“Macchitella Lab”). Come se questi tafferugli interessassero l’opinione pubblica ed influenzassero le intenzioni di voto.
Invece, nelle more di questa disastrosa pantomima, la città continua a pendere schiaffi. L’ultimo esempio che l’attualità raccoglie riguarda nuovamente la sanità. Con un ospedale depotenziato di professionalità e servizi, su iniziativa del nuovo assessore comunale al ramo, Antonio Pizzardi, il sindaco Lucio Greco (a sinistra, nella foto con il presidente della Regione Renato Schifani) ha inviato una missiva al vertice dell’Asp nissena, Alessandro Caltagirone, per chiedere conto sulle mancate assunzioni di medici al Vittorio Emanuele III (che è uno Spoke, ospedale di primo livello) nonostante i concorsi siano stati espletati e le graduatorie valide. Della eventuale riposta del “supermanager” sanitario, non ci è dato sapere.
Due risposte indirette, però, ce le consegnano le cronache. Al “Maria Immacolata-Longo” di Mussomeli, è stata ufficialmente riaperta la Chirurgia generale, grazie all'arrivo di 9 medici argentini arruolati dall'Asp di Caltanissetta, previo accordo con l’Università argentina di Rosario. Queste assunzioni, al netto di concorsi e graduatorie, permetteranno lo svolgersi di attività in “one day”, cioè ricovero, intervento chirurgico e dimissioni, nella stessa giornata.
Presente all’annuncio, il dott. Ing. Caltagirone ha ringraziato per l’impegno e l’interesse profuso il deputato regionale all’Ars espresso dal collegio nisseno, Giuseppe Catania (Fdi), che guarda caso è anche sindaco di Mussomeli. Il commissario Caltagirone ha altresì anticipato che a breve arriveranno un paio di anestesisti e che, dopo aver potenziato la chirurgia di base, si punterà alla specializzazione in chirurgie specifiche, cosi da rendere questo “ospedale in zona disagiata” (non è manco uno Spoke), un’eccellenza regionale.
L’altra sberla arriva da un post sui social del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in sostegno del quale alle ultime elezioni, è pubblicamente sceso in campo il sindaco Lucio Greco, in memoria della militanza comune nel Nuovo centro destra di Alfano. «Abbiamo rafforzato l’offerta sanitaria in provincia di Caltanissetta», ha tuonato Schifani. Ma ad essere potenziato, però, è l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, con l’inaugurazione del nuovo reparto di Gastroenterologia ed endoscopia.
Grandi intelligenze politiche locali, invitano i “detrattori campanilistici” a guadare a casa propria e non ad altri. Gela vorrebbe farlo, perché significherebbe che questa città vola alto. Peccato però che a Gela, a volare alto, sono solo gli asini.