Domenica 14 (dalle 7 alle 20) e lunedì 15 maggio (dalle 7 alle 15) sono andati al voto cinquecentonovantacinque comuni delle Regioni a statuto ordinario.
In tutto, sono stati tredici i capoluoghi di provincia interessati dalla consultazione elettorale. Il centrodestra vince in quattro di essi, cioè ad Imperia, Sondrio, Treviso e Latina; mentre sono stati eletti al primo turno due sindaci del centrosinistra, con dentro il M5s a Teramo e senza i pentastellati a Brescia. In entrambi i casi, i primi cittadini uscenti hanno incassato il bis.
Sarà decisivo, due settimane dopo, il ballottaggio nei restanti sette capoluoghi di provincia: vale a dire Ancona, Brindisi, Terni, Vicenza, Pisa, Siena e Massa, nella quale ultima è escluso dalla corsa il partito della premier Meloni, FdI, con il candidato di Fi e Lega che se la vedrà al secondo turno con il candidato di Pd, Verdi e liste civiche.
Il partito di Conte corre con Up e rimane fuori, così come altrove tranne a Pisa e Brindisi, nei quali la convergenza con il Pd ed altri frutta almeno il ballottaggio. Con la regola della soglia del 40%, anziché della maggioranza assoluta (50%+1), in dodici comuni capoluogo non si sarebbe reso necessario andare al secondo turno.
L'unico in cui ci sarebbe stato comunque il ricorso al ballottaggio, è proprio Massa: il solo comune capoluogo in cui il centrodestra si è presentato diviso pagando puntualmente dazio, mentre numeri alla mano unito avrebbe stravinto al primo turno.
Il dato che si evince è chiaro: se si abbassa la soglia, si sconsiglia decisamente la frammentazione ed aggregarsi in coalizione diventa un’esigenza concreta. Al contrario, presentarsi in blocchi divisi porterebbe con sé seriamente il rischio di una sconfitta (al primo turno), senza possibilità di appello (ballottaggio).
Recupero dell’affluenza nella mattinata del lunedì. Alla fine, il trend è stato confermato ma il calo è contenuto in un 2%. Sono andati, infatti, a votare il 59% degli aventi diritto contro il precedente 61%. Per quanto riguarda le Regioni a statuto speciale, in Friuli si è votato il mese scorso. Domenica 21 si terranno le amministrative in Trentino Alto Adige e Val d’Aosta. Domenica 28 e lunedì 29 si terranno le amministrative in Sicilia e Sardegna. Col voto nelle isole, diventa settecentonovanta il totale dei comuni al voto in questa tornata delle amministrative 2023.