Il gruppo parlamentare del partito democratico ha depositato all'Assemblea regionale siciliana (Ars) un disegno di legge finalizzato a reintrodurre nell'isola l'elezione diretta a suffragio universale degli organi di vertice delle tre Città metropolitane e dei sei Liberi consorzi, cioè il Sindaco metropolitano, il Consiglio metropolitano, il Presidente del Libero consorzio ed il Consiglio del Libero consorzio.
Primo firmatario, l'on. Fabio Venezia: «ripristinare l’elezione diretta, a suffragio universale, del presidente dei Liberi Consorzi, del sindaco metropolitano e dei componenti dei consigli dei Consorzi e delle Aree metropolitane è l’unica strada percorribile – ha dichiarato il deputato regionale dem – per restituire valore ad enti che costituzionalmente rappresentano le articolazioni istituzionali che costituiscono la nostra Repubblica.
L’esperienza degli anni passati con le continue proroghe dei commissariamenti degli Enti intermedi, oltre a costituire un vulnus costituzionale, rilevato dal Governo nazionale con l’impugnativa dell’ultima proroga innanzi alla Corte Costituzionale, ha dimostrato che i servizi gestiti dagli enti intermedi possono essere efficienti solo se gestiti da amministratori espressione diretta del territorio, come avveniva in passato, ne’ da sindaci, scelti con elezione di secondo grado, che difficilmente potrebbero rivestire contemporaneamente un ruolo accessorio a quello già gravoso ed a tempo pieno che svolgono nei Comuni di appartenenza».
Il ddl è stato sottoscritto da tutti i componenti del gruppo parlamentare del Pd, compreso ovviamente il capogruppo, on. Michele Catanzaro: «in Sicilia la riforma Del Rio, complici i ritardi nel recepimento arrivato dopo oltre 4 anni e svariati tentativi, – ha aggiunto il presidente del gruppo piddino a Sala d'Ercole – non ha dato i risultati sperati.
La riforma in Sicilia è di fatto rimasta a metà, bloccando, con le continue proroghe dei commissariamenti che si sono succedute, enti che di fatto dovrebbero gestire servizi essenziali come l’edilizia scolastica delle medie superiori e la costruzione e gestione delle strade provinciali».
Il Pd si impegnerà affinché il ddl in questione venga trattato in commissione e giunga in aula a Palazzo dei Normanni in tempi celeri, confidando in una maggioranza trasversale per la sua approvazione e consentire, dunque, di andare al voto in occasione della tornata elettorale del prossimo anno riguardante gli enti locali. Del resto, c'è un ricorso presentato al Tar dal sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, che nella vita peraltro è proprio avvocato amministrativista, contro gli ultimi commissariamenti degli enti intermedi scaturiti dall'ennesimo rinvio delle elezioni di secondo livello alla primavera 2023.
Infatti, questo ricorso fa il paio con quello sopra menzionato, presentato alla Corte costituzionale dal Governo Draghi che ha impugnato per illegittimità costituzionale, gli articoli della legge finanziaria regionale di quest'anno (16/2022), in cui il rinnovo degli enti intermedi è stato fissato nel turno ordinario delle amministrative del 2023 ed i commissari prorogati fino al 31 agosto 2023. Pertanto, o attraverso il giudice amministrativo di primo grado, o attraverso la Consulta, il rischio di dover andare alle elezioni di secondo livello previste dalla "Delrio" non è da sottovalutare, se lo si vuole davvero evitare.
«Due intere legislature non sono bastate – ha commentato Filippo Franzone, portavoce del Csag, comitato promotore del referendum popolare e del passaggio di Gela dal Libero consorzio di Caltanissetta alla Città metropolitana di Catania – per dare ordine alla materia. Ne è conseguita una paralisi incresciosa e vergognosa, oltre che antidemocratica, di enti intermedi commissariati per almeno una decina d’anni.
In quanto cittadini, saremmo anche favorevoli – ha proseguito – ad un'elezione diretta degli organi politici apicali, ma nel qual caso ancora nessuno, dalla politica alla magistratura, ci ha ancora spiegato perché Gela dovrebbe votare eventualmente per il presidente ed il consiglio del Libero consorzio di Caltanissetta e non per il sindaco ed il consiglio della Città metropolitana di Catania, dopo che i gelesi in un referendum svolto in piena estate, si sono chiaramente espressi - ha concluso Franzone - con un'affluenza assimilabile a quella di un'elezione comunale primaverile».