La Regione è pronta ad attuare un Piano per liberare gli invasi di propria competenza dai sedimenti che in oltre mezzo secolo si sono depositati al loro interno, provocando una sempre più accentuata diminuzione della capacità di accumulo.
E’ quanto si legge nel sito istituzionale della Regione siciliana.
L'input è arrivato direttamente dal presidente Nello Musumeci. Subito dopo il segretario generale dell'Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro, ha tenuto una riunione con gli enti gestori delle dighe "Piano del Leone", che si trova nell'Agrigentino, "Cimia" e "Comunelli", che ricadono nel territorio nisseno, per approvare i progetti che prevedono le operazioni di sfangamento: «Cominciamo da qui – spiega Musumeci – per poi coinvolgere tutte le altre ventuno dighe dell'Isola sulle quali abbiamo un controllo diretto. In alcuni casi la massa di detriti, che mai nessuno ha provveduto a rimuovere per decenni, le ha quasi totalmente interrite facendo perdere fino all'80 per cento delle risorse. Quantità d’acqua preziose che, di conseguenza, sono state negate a città e campagne.
L'obiettivo è quello di rendere tutti gli invasi efficienti al massimo delle loro potenzialità, in modo da coprire stabilmente l'intero fabbisogno potabile e irriguo». Sul materiale prelevato saranno effettuate analisi di caratterizzazione: in caso di esito positivo, potrebbe essere destinato agli agricoltori e utilizzato come fertilizzante naturale.
Nei giorni scorsi si è riunito il tavolo tecnico presieduto dalla Prefettura di Caltanissetta. La dott.ssa Chiara Armenia, ha parlato di un sistema di gestione che va assolutamente rivisto, soprattutto alla luce della bella stagione ormai imminente che lascia presagire un nuovo scenario caratterizzato da siccità, con conseguente crisi del comparto agricolo. Urge lo sfangamento degli invasi, in modo che possano accumulare tutta l’acqua possibile da riversare poi sui campi. Sversare acqua in mare non è più tollerabile. Come non essere d’accordo.