Il 2022 sarà l'anno delle elezioni regionali. Non lo dice apertamente nessuno, men che meno poteva confessarlo un sindaco nel bilancio di fine anno, con tanto di auguri per l'anno nuovo.
Ma è così ed anzi, dopo metà mandato di quiete elettorale, le regionali sono solo il primo di tre consultazioni di fila (seguiranno le politiche 2023 e le comunali nel 2024) innanzi alle quali l'amministrazione in carica e tutte le forze politiche in campo, in quella che è la sesta città dell'isola, non potranno limitarsi a fare da spettatori. Nessuno potrà permettersi di rimanere alla finestra, sempre se si vuole quantomeno provare ad essere padrone del proprio destino.
Il problema maggiore ce l'ha, indubbiamente, il sindaco Lucio Greco, che aveva la grande occasione, con l'annunciato azzeramento in giunta, di porsi a capo di 11 consiglieri civici, con una potenza di fuoco elettorale invidiabile.
La quale ultima, avrebbe consigliato, anche i partiti che sarebbero rimasti fuori dalla maggioranza (Fi, Udc, Iv, Dc) oltre gli altri (Pd in testa e non solo), ad offrire comunque l’appoggio esterno all'amministrazione, pur di non giocarsi del tutto la possibilità di averne un ritorno in termini di sostegno elettorale, ufficiale o sottobanco.
Invece, non è cambiato nulla e sono rimasti gli equivoci di fondo. Il più visibile è quello che riguarda Forza Italia, che è in maggioranza ed è costretta ad un campagna elettorale col braccino corto, come di chi non ha le mani completamente libere nel criticare l'operato dell’ amministrazione, cosa che oggi è pienamente consentita ai principali competitors degli azzurri in città, vale a dire Pd, M5s, Lega, FdI e persino Diventerà bellissima: tutti all'opposizione.
Un qualcosa a cui il deputato uscente, Michele Mancuso, potrebbe pure ovviare, ma in presenza di un accordo interno alla maggioranza attorno la sua riconferma. Accordo che invece non c'è e, considerati i costanti contrasti con parte dei civici, difficilmente potrà esserci.
Non solo, a questo si aggiunge l'incognita della disponibilità ad una candidatura, sempre in seno a Forza Italia, del presidente del consiglio comunale, Totò Sammito. Gioverà a Mancuso nel resoconto finale dei voti alla lista per conquistare uno dei tre seggi del collegio nisseno, o saranno solo preferenze sottratte al politico di Milena?
E cosa faranno quelli di "Una buona idea", "Impegno comune" e "Liberamente", per non parlare dei centristi (Udc e Italia viva)? Il rischio che i tre seggi vadano ad appannaggio di 3 forze politiche tutte all'opposizione di Lucio Greco e della sua irrequieta maggioranza, è dietro l'angolo. Lo hanno capito in questa maggioranza litigiosa? Lo ha compreso il sindaco Greco? Continuando a navigare a vista con appuntamenti elettorali del genere, non si va da nessuna parte, come dimostrano le precedenti esperienze amministrative.
Il Pd con il segretario provinciale Peppe Di Cristina ed il Movimento 5 stelle con sicuro l’uscente Nuccio Di Paola, fresco capogruppo dei pentastellati all'Ars, nonché con l’eventuale ricandidatura anche dell’altra uscente Ketty Damante, concorrono seriamente a due dei tre seggi disponibili.
Dalla bagarre del centrodestra potrebbe uscire una candidatura vincente, come quella dell'evergreen e neomusumeciano, Pino Federico, che ha forse il suo vero cruccio nella soglia di sbarramento regionale del 5% per la sua lista.
E non si può certo sottovalutare il trend in fortissima ascesa del partito della Meloni dove gira voce della disponibilità alla candidatura locale di Sandra Bennici, così come del collega consigliere comunale Emanuele Alabiso nella Lega di Salvini. Mentre per il grande esperimento centrista si aspetta il test in primavera con le amministrative di Palermo.