Sin da quando si è insediato, il sindaco Lucio Greco (nella foto) dovuto fare i conti con una questione alquanto problematica, come quella concernente i rifiuti, con un gestore in proroga, demotivato e disposto a fare solo il minimo e cittadini sfiduciati, ridotti ad una condizione di palese lassismo. Ma quella che sembrava essere l'impotenza della cittadinanza, per contro si è rivelata piuttosto l'impotenza manifesta di un'amministrazione e di un sindaco a cui sta venendo a mancare anche il terreno sotto i piedi, se non si dà una mossa.
Dopo le dimissioni dell'assessore Grazia Robilatte, in quota Pd, il primo cittadino ha pensato bene di lasciare vacante la casella dell'assessorato, ancora ad oggi, per tenere all'amo gli alleati affamati di poltrone, avocando a sé la delega sui rifiuti. Il prevedibile timore è che così facendo, la gestione puntuale di questa enorme criticità sarebbe venuta a mancare e così, di fatto, è stato. Il problema dei rifiuti, a Gela, richiede un impegno quotidiano, "h24", che un sindaco, per quanto "giusto", non può garantire. Non bastano le direttive impartite ai settori e le diffide inoltrate al gestore, vale a dire misure che se non corredate e sostenute da un'azione concreta, puntuale e costante, condotta a 360 gradi, si traducono in puri e semplici palliativi.
Non sono mancati poi, veri e propri passi falsi, alcuni davvero vistosi, come quello - giusto per citare il più recente – sull’aumento del conferimento dei rifiuti da altre parti dell’isola indirizzati alla discarica “Timpazzo”, con una pseudo manifestazione di protesta inscenata al mattino dal sindaco Greco, per poi assistere allo stesso Greco allinearsi senza remora alcuna agli altri sindaci del comprensorio, nella riunione della Srr che era stata fissata per il pomeriggio, come se al mattino avesse organizzato un veloce pic-nic all'aperto, sotto il sole, ma senza gazebo, sedie, acqua e quant'altro utile ad un prolungato ristoro. Insomma, una "finta" a tutti gli effetti, ma non passata inosservata, tanto che al dribbling successivo, il sindaco “giusto” si è miseramente incartato.
Ma è la penosa gestione estiva che ha comportato un drastico calo della popolarità del primo cittadino eletto due anni fa. Pulizia delle spiagge in ritardo. Deblattizzazione partita solo poco prima di ferragosto. Disinfestazione non ancora pervenuta. Alla sporcizia, si è aggiunto il fetore e gli animali che hanno preso d'assalto le case dei cittadini. E quest'ultimi, già costretti a pagare per servizi non resi, si sono visti pure aumentare la Tari.
Un autentico colpo di grazia al consenso popolare, con drastico ridimensionamento nel gradimento un po' per tutta la politica ed in particolare per il sindaco. Per la prima volta in due anni di mandato, nonostante la cronaca politica registri un primo cittadino blindato dai suoi "apostoli" della maggioranza, spuntano gli inviti a dimettersi. Inviti che si fanno sempre più insistenti giorno dopo giorno.
A rincarare la dose in questi giorni ci ha pensato la consigliere indipendente e vicepresidente del consiglio comunale, Paola Giudice, la quale ha giustamente osservato come sui rifiuti ingombranti, quando il servizio è stato rarissimamente reso, i gelesi hanno sopportato lunghe ed estenuanti file pur di disfarsene in maniera appropriata, dimostrando grande senso civico, anche negli appuntamenti domenicali di "svuota cantine".
Cittadini sul punto abbandonati e non aiutati dall’amministrazione. In effetti, le oramai celebri "discariche naturali", specie nelle zone periferiche del perimetro urbano, nascono tutte dal deposito iniziale di rifiuti ingombranti, a cui si associano man mano tutti gli altri tipi di rifiuti, in maniera assolutamente indifferenziata. Le multe con le telecamere ad immortalare gli "sporcaccioni" sono utili, ma poi devi pulire. Se lasci comunque sporco, hai solo incassato soldi e non reso un servizio che il pagamento Tari dovrebbe invece già coprire.