Dopo la protesta silenziosa inscenata da larga parte degli alleati in due sedute consiliari consecutive, il sindaco ha pensato bene di convocare, dopo averla rinviata più volte, una riunione di maggioranza.
Alla fine, come se non fosse successo nulla, i consiglieri comunali sono scesi dall'aventino. Al primo cittadino è bastato recitare il “mea culpa” in merito alla circostanza che lo ha visto più volte nemmeno anticipare, altro che condividere, scelte politiche che potevano rischiare di incrinare il rapporto con una tale maggioranza compatta sulla quale, come ricordava il documento di protesta diffuso ai media, nessun sindaco gelese eletto a suffragio universale ha mai potuto contare.
A nostro avviso, a maggior ragione con l'ingresso dei renziani in giunta, il ritorno del Pd diventa ancora più improbabile. Peraltro, secondo quanto ci è dato sapere, il Pd potrebbe porre la condizione dell'azzeramento per un suo rientro, accontentando una parte del partito locale, ovvero in alternativa rientrare con le vecchie deleghe ma con l'aggiunta della vicepresidenza, accontentando in questo caso un'altra parte del partito locale. Richieste, entrambe, che difficilmente Greco potrebbe imporre alla coalizione senza creare crepe oltremodo vistose.
Al netto di ciò, rimane la singolare visione civica di Greco. Una visione civica di comodo, di chiaro opportunismo politico. Un visione civica che non regge alla logica ed al buon senso, illustri sconosciuti da tempo immemore nella nostra classe politica.
Perché si basa, quasi ingenuamente, sull'idea che chiunque possa salire sul treno in nome ed all'insegna del bene esclusivo della città, giustificandolo solo perché può vantare riferimenti nel governo nazionale o regionale. Chi invece ha sostenuto Greco in campagna elettorale, mostrando lealtà negli atti in consiglio comunale in questo anno e mezzo di mandato, deve semplicemente accettarlo.
E' come dire che se il Pd rifiutasse definitivamente di rientrare, i grillini potrebbero farsi avanti e chiedere di entrare in maggioranza con la delega all'ambiente rimasta non assegnata, avendo ministri e sottosegretari al governo Draghi e nessuno in maggioranza ha più diritto di fiatare perché così è accaduto con l'Udc.
Ed è come dire che se Terenziano Di Stefano e "Un buona idea" entrano nella "Lega" che è al governo regionale e nazionale, il partito di Salvini potrebbe dichiarare da subito di avere un assessore (e vicesindaco) in giunta e nessuno ha diritto di fiatare in maggioranza perché al precedente dell'Udc si è aggiunto ora quello di Malluzzo con "Italia viva".
L'importante è che il sindaco abbia salva e civica la sua lista ammiraglia, gruppo consiliare più numeroso della coalizione: con un consigliere che ha se stesso come riferimento alla presidenza del civico consesso, unitamente agli altri quattro con i rispettivi ed individuali riferimenti in giunta e nel sottogoverno.