Dopo la polemica sul Pef e la Tari innescata in aula consiliare dai dem, allargata ai media dal già consigliere comunale e tra i papabili alla guida cittadina del partito, Guido Siragusa, piccata è arrivata la risposta del sindaco, Lucio Greco.
A nulla è valso il tentativo volto a gettare acqua sul fuoco da parte del segretario provinciale del Pd, Peppe Di Cristina, andato a vuoto.
Greco ha bollato «dichiarazioni di questo tipo» come «assolutamente inaccettabili» e spiegabili solo se «si è spinti da rancori politici datati o quando si vuole consolidare la propria posizione all'interno del partito di appartenenza». Il sindaco ha quindi spiegato perché non si è potuto diminuire la tariffa, indicando come primo punto «la scadenza per la presentazione del Pef che, alla luce dei nuovi criteri Arera per il periodo 2018-2021, è stata prorogata al 31/12/2020 con la possibilità per i Comuni di confermare la Tari 2019 anche per il 2020, salvo conguagli».
Altresì, «con delibera del Commissario Straordinario n.20 del 22/3/2019, è stato approvato un Pef da coprire con l'applicazione della Tari pari ad euro 10.995.640,22, ma l'attuale amministrazione ha ereditato debiti nei confronti di Ato Cl 2 per circa 16 milioni e contenziosi con la Tekra per i servizi aggiuntivi, non ricompresi nel PEF 2019».
La volontà di abbassare la Tari, pertanto, «è strettamente connessa alla redazione del Pef, la cui riduzione, però, non è così semplice con i nuovi criteri, ed in ogni caso sarà la Srr a predisporre il Pef per tutti i comuni che ne fanno parte. Pef che, prima dell'approdo in consiglio comunale, dovrà essere validato da Arera».
Non solo, Greco ha ricordato che la sua amministrazione «non ha riconosciuto alcun costo aggiuntivo in materia di rifiuti e se si vanno a vedere le somme spese dal 2014 ad oggi per il servizio di raccolta differenziata», il 2019 in cui si è insediato alla guida della città, è «quello in cui si è pagato di meno in assoluto. Si tratta di dati incontrovertibili e una classe politica seria, non può prescindere da essi se non vuole apparire poco credibile».
Puntuale, l’affondo finale: «Consiglio al segretario provinciale del Pd, Di Cristina, di prendere le distanze dalle affermazioni tendenziose e offensive del suo delfino, agli antipodi rispetto ai consiglieri comunali a me vicini che, anche in questa occasione, hanno dimostrato il loro attaccamento alla città».