Il centrodestra "moderato" in Sicilia è ancora una formula vincente, laddove vengono ridimensionate le aspettative sul contributo della Lega nella coalizione.
Il Pd si difende benissimo nel nisseno, mentre da soli i grillini non vanno da nessuna parte, per contro l'alleanza Pd/M5s sembrerebbe poter funzionare. Intanto, il civismo (vero o solo di facciata) prende sempre più piede. Questo è il responso in sintesi delle elezioni amministrative siciliane in programma quest'anno. Tantissimi i risultati definitivi già al primo turno.
Nel nisseno, il Pd si conferma un partito che ha uno zoccolo duro. Pienamente soddisfatto il segretario provinciale Peppe Di Cristina. «Abbiamo ottenuto un ottimo risultato – commenta – e sono molto contento dell'esito. Dei cinque comuni al voto, non abbiamo partecipato solo a Mussomeli dove si è confermato secondo pronostico Giuseppe Catania.
Negli altri quattro comuni abbiamo vinto. Siamo entrati nei consigli comunali ed abbiamo sostenuto l'affermazione più che bulgara (90%) di Leonardo Burgio a Serradifalco, nonché le candidature vincenti di Giuseppe Ippolito, che ha la tessera Pd, a Santa Caterina Villarmosa, Maria Paola Immordino a Villalba e Salvatore Virciglio a Bompensiere».
Un buon viatico, aggiungiamo, in vista delle elezioni regionali che si svolgeranno fra due anni, considerato che la legge elettorale per l'elezione all'Ars si basa su collegi provinciali ed in quello nisseno i seggi ad appannaggio delle liste sono tre.
Per il resto, il centrodestra vince nell’isola quando si presenta unito, ma con una forte caratterizzazione riformista e moderata e, dunque, a trazione centrista: è il caso di Marsala, il comune più popoloso al voto, con la vittoria già al primo turno di Massimo Grillo. Altresì, Forza Italia è trainante nel catanese, dove l'immortale Pino Ferrarello, per fare solo un esempio, domina ancora nel suo feudo a Bronte. Idem ad Ispica, unico comune del ragusano al voto, che ha visto la vittoria del forzista Innocenzo Leontini.
Il centrodestra compatto si impone a Ribera nell'agrigentino con Matteo Ruvolo ed a Villabate nel palermitano con Gaetano Di Chiara. Così anche nei due comuni più importanti del messinese, Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto, dove cresce peraltro il movimento di Musumeci, "Diventerà Bellissima". La Lega di Salvini che conta un assessore ed un gruppo all’Ars, non sfonda nei consigli comunali.
Persino il partito di Renzi, Italia Viva, mette una bandierina nell'isola con la conferma dell'uscente Maurizio Dipietro ad Enna. Con il centrodestra frazionato su tre candidati, si va al ballottaggio nell'altro capoluogo di provincia al voto, vale a dire Agrigento. Secondo turno che sarà decisivo anche a Carini nel palermitano e negli unici due comuni al voto nel siracusano, ossia Augusta e Floridia.
Vincente a Termini Imerese, invece, la candidatura della grillina (di estrazione di sinistra) Maria Terranova, sulla quale c'è stata la convergenza del Pd e della sinistra antagonista di Fava (Cento passi). Una formula vincente quella del patto tra Pd e M5s, come già sperimentato con successo a Matera due settimane prima.