Politicamente scorretto/ E' vergognoso il Click regionale

Politicamente scorretto/ E' vergognoso il Click regionale

Tutto a posto, la sbornia elettorale è ormai passata, sono finite le elezioni regionali e abbiamo l’esito del referendum sul taglio dei parlamentari: sette italiani su dieci (di quelli che hanno votato) hanno deciso di mandare a casa un po’ di deputati e senatori. 

A mio avviso, ma spero di essere smentito col tempo, gli italiani non hanno fatto un buon affare: il taglio del numero non migliorerà la qualità degli eletti, che saranno scelti con grande cura dalle segreterie dei partiti, cioè da quella “casta” che invece si voleva punire. La mia impressione è che abbiano vinto il livore, la cattiveria, l’invidia, e soprattutto l’ignoranza (della Costituzione e degli ordinamenti civili, politici  e giurisdizionali).

Tutto a posto, la sbornia elettorale è ormai passata, sono finite le elezioni regionali e abbiamo l’esito del referendum sul taglio dei parlamentari: sette italiani su dieci (di quelli che hanno votato) hanno deciso di mandare a casa un po’ di deputati e senatori.

A mio avviso, ma spero di essere smentito col tempo, gli italiani non hanno fatto un buon affare: il taglio del numero non migliorerà la qualità degli eletti, che saranno scelti con grande cura dalle segreterie dei partiti, cioè da quella “casta” che invece si voleva punire. La mia impressione è che abbiano vinto il livore, la cattiveria, l’invidia, e soprattutto l’ignoranza (della Costituzione e degli ordinamenti civili, politici  e giurisdizionali).

Ma tant’è: probabilmente, al prossimo voto, non vedremo più le nostre “rappresentanti” Azzurra Cancelleri e Daniela Cardinale (ma in effetti a Gela non le abbiamo proprio viste), né il nostro concittadino senatore Pietro Lorefice, la cui conferma, con il crollo di voti dei grillini, sembra improbabile.

Nel frattempo, ubriachi di sondaggi, exit poll e percentuali di una due giorni elettorale in cui tutti hanno vinto (i grillini per il referendum, il Pd perché ha tenuto tre regioni, Fratelli d’Italia perché ha aumentato i voti, la Lega perché ha vinto in Veneto), torniamo a tuffarci nei problemi della nostra quotidianità, tra aziende che chiudono e aziende che annaspano, tra lavoratori licenziati e cassa integrazione che ancora non arriva, tra imposte in scadenza e file alla Caritas per i pacchi a favore delle famiglie all stremo.

Ma poiché alla fine del tunnel si intravede spesso una luce, arriva in soccorso di molte aziende siciliane… indovinate chi? La Regione siciliana, il governo del prode Musumeci, che ha stanziato un po’ di milioni per assegnare un contributo minimo di 5.000 euro a chi è sfiancato dal Covid 19 e ha visto crollare il fatturato.

Il governo Musumeci è fantastico: anche da un’azione positiva ed encomiabile riesce ad impantanarsi e a produrre proteste e contestazioni. Il perché è presto detto: le domande per ottenere i contributi dovranno essere inviate telematicamente a partire dal 5 ottobre prossimo, con un “click day”, e saranno accolte quelle che giungeranno in ordine cronologico al sistema informatico, fino ad esaurimento fondi.

I “cervelloni” della Regione, salve modifiche, hanno messo in piedi un sistema vergognoso, umiliante e mortificante per le aziende siciliane: con il “click day” solitamente i fondi si esauriscono in pochi secondi, e ad avvantaggiarsene sono le aziende che hanno un sistema informatico più veloce o quelle che, addirittura, pagano i cosiddetti “cliccatori”, così da avere la massima possibilità di arrivare tra i primi.

Qualche mese fa il “click day” era stato proposto, per il bonus di 600 euro, dal presidente dell’Inps, il grillino Tridico, ma le proteste gli hanno fatto fare una repentina marcia indietro. Ma ai “cervelloni” della Regione questo non importa. Sono così ignoranti che non sanno che nel 2013 il Tar del Lazio ha dichiarato illegittimo il “click day” dell’Inail, condannando l’Istituto a risarcire le aziende rimaste a secco per “danno emergente”. Non sanno neanche che appena sette mesi fa la Cassazione, relativamente a un “click day” dell’Agenzia delle Entrate per la fruizione di crediti di imposta, ha dato ragione ad una azienda rimasta fuori dalla graduatoria, riconoscendole il diritto alla fruizione del credito.

L’alternativa, per la Regione, sarebbe quella di accogliere e valutare tutte le domande aventi i requisiti per il contributo. Ma questo comporterebbe l’esigenza di far lavorare un po’ di funzionari regionali che, poverini, sono già gravati di tanti e tali compiti che non ne avrebbero proprio il tempo.

Attendiamo, prima del 5 ottobre, la marcia indietro del governo Musumeci sul “click day” Sarebbe un segnale di comprensione e disponibilità nei confronti degli imprenditori isolani. Se invece questa marcia indietro non ci sarà, si prevedono centinaia o migliaia di ricorsi: un enorme contenzioso di cui nessuno sente il bisogno. Ma sarebbe anche la chiara dimostrazione che Musumeci e i suoi non ascoltano i siciliani e non comprendono le loro esigenze. E questo sarebbe gravissimo.