Nel nome della pulizia della città, onde evitare rischi per la salute pubblica, si sono consumati atti e provvedimenti qualche volta discutibili, come quelli riguardanti proroghe e costi aggiuntivi, specie negli ultimi anni.
Forse anche strumentali prese di posizioni che hanno fatto da proscenio per fenomeni allarmanti emergenze sanitarie. Chi non ricorda i cumuli di spazzatura che hanno invaso ogni angolo della città per giorni e settimane intere? Poi di colpo scomparsi, per ricomparire di tanti in tanto.
Ora la vicenda è politica. Da una parte l’ex assessore all’Igiene Simone Siciliano (nella foto a destra, giunta Messinese), e dall’altra il suo successore al ramo Grazia Robilatte (giunta Greco, nella foto a destra), in carica da meno di un anno. A colpi di comunicato, che riportiamo integralmente, se ne sono dette di santa ragione.
Siciliano (16 maggio)
Di fronte un problema complesso un leader non da risposte rapide, ma pone le giuste domande per permettere alla macchina amministrativa di arrivare alla soluzione con azioni trasparenti.
Proprio per questo motivo noi del movimento politico Sviluppo Democratico intendiamo stimolare il Sindaco, l’amministratore della Ghelas, l’ass.re all’ambiente, la commissione bilancio e la commissione ambiente e salute, a chiedersi perché la città, dopo un anno di commissariamento e un anno di nuova amministrazione, si trova in un perenne stato di degrado, con servizi come la cura del verde, il diserbo, lo spazzamento, il lavaggio di strade, vie e pubbliche piazze, nonché il posizionamento delle isole ecologiche e la pulizia del litorale che non vengono espletate, nonostante l’aumento della Tassa sui rifiuti nel 2019 e ancora nel 2020, con acconti richiesti dal comune, che per una famiglia di 2 persone sfiorano oltre 300 euro, in attesa del saldo di dicembre.
Il tutto con l'aggravante che in questo periodo di emergenza la città, svuotata della sua popolazione, si prestava per essere facilmente ripulita e riammodernata.
Per stimolare il senso critico di chi ci amministra forniamo alcuni indicatori pratici come:
1. Il Costo per i servizi resi dalla Ghelas che per il 2020 risulta raddoppiato, da poco più di tre milioni all’anno a 2 milioni per soli 6 mesi, interamente spesi senza che si veda alcun significativo risultato. Che fine hanno fatto queste risorse?
Con riferimento al grafico di fig. 1 e fig. 2, invitiamo la macchina amministrativa a riflettere sulla stratificazione dei costi della Ghelas che mostrano che il 62% del canone che il comune paga alla società viene speso per costi amministrativi e solo il 38% per l’operatività del servizio reso alla cittadinanza, e di questi solo il 20% per la manutenzione del verde.
Simone Siciliano (ex assessore all’Igiene)
Precisazione di Siciliano (17 maggio)
Si precisa che Il comunicato, inviato ieri con pari mezzo, non intendeva avere toni accusatori nei confronti di alcuno, ma quanto quello di stimolare il senso critico di chi, oggi, amministra la cosa pubblica, invitando il Sindaco ad una verifica della linea politica di chi da lui delegato nell’esecutivo, per far sì che quello che potrebbe essere frainteso come un accusa, ma che esprime semplicemente un timore, non possa incidentalmente trasformarsi in un amara circostanza che abbia il retrogusto di un ricorso storico.
La replica di Robilatte (18 maggio)
Nel formulare i dovuti chiarimenti a quanto scritto dal gruppo “Sviluppo Democratico” di cui è leader l’ing. Simone Siciliano, mio predecessore in questo così spinoso incarico di assessore all’ambiente, devo iniziare ponendo una domanda su una questione che è all’origine di tante cose: come mai, già all’inizio della giunta Messinese, non si procedette subito a dare corso alla naturale scadenza del contratto con la Tekra e così all’immediata predisposizione di un nuovo progetto e l’indizione di una nuova gara di appalto? Come mai, insomma, non si diede corso a quanto chiedeva l’allora assessore all’Ambiente (il dr. Fabrizio Nardo) che invece fu costretto a rimettere la delega che poi venne assunta proprio dall’ing. Siciliano?
Chiedo queste cose non perché mi interessi la storia di antiche diatribe delle passate amministrazioni né trovare la giusta chiave di lettura di vicende ora peraltro al vaglio della magistratura, ma perché, molto probabi mente, se si fosse fatta allora quella scelta i gelesi si sarebbero risparmiati tanti disagi, l’amministrazione avrebbe subito minori costi e, se mi si consente, la mia azione di assessore all’ambiente sarebbe stata molto più agevole e non avrebbe dovuto fare i conti, giorno per giorno, con le indicibili difficoltà di un rapporto contrattuale tutt’altro che univoco, basato su traballanti e problematiche proroghe in cui la stazione appaltante non dispone di quegli strumenti (garanzie fidejussorie, possibilità di rescissione in danno e tanto altro) che di norma la pongono nella condizione di ottenere al meglio l’adempimento di ogni clausola.
Molto probabilmente, se allora si fosse fatta quella scelta di linearità e trasparenza, non si sarebbe verificato quanto abbiamo visto in questi mesi per cui ben tre gare per il nuovo affidamento del servizio sono andate deserte, con la conseguenza che si deve cercare di andare avanti nel servizio stiracchiando in qualche modo un contratto ed un progetto assolutamente superato!
E’ paradossale, oggi, che proprio io mi veda accusare di “cucire in maniera sartoriale” la prossima gara secondo le esigenze di chissà chi quando, invece, questa amministrazione ha sollecitato in ogni modo le più trasparenti procedure di gara alle quali per anni sono state preferite discutibili proroghe proprio da parte di chi oggi lancia l’accusa.
Se vero, infatti, quanto si legge nel documento di Siciliano (secondo cui “…il percorso della gara pluriennale sarebbe stato avviato nel 2017”), non si può fare a meno di rilevare che nel 2017 anche l’ulteriore proroga del contratto con Tekra era scaduta da anni, sicché quel “percorso” doveva già essere concluso, non certo appena agli albori! Come mai l’assessore all’ambiente del tempo (….non è il caso di fare il nome) non ebbe a dar subito seguito alla delibera della Giunta municipale n. 272 del 21 settembre 2015 e preferì invece attendere ben due anni (2017) solo per … dare inizio al percorso della procedura per la gara pluriennale?
Le attuali difficoltà, purtroppo, sono i ben prevedibili sviluppi di quelle scelte e di quei ritardi. Nel frattempo è subentrata la Srr n. 4 in cui il Comune di Gela non svolge alcun ruolo di direzione.
Contrariamente a quanto si assume nel documento di “Sviluppo Democratico” è la Srr 4, e non già il Comune di Gela, l’ente competente alla redazione del nuovo progetto da mandare in gara (progetto, peraltro, già formato prima dell’insediamento di questa amministrazione e non privo, a mio avviso, di alcune criticità), mentre l’indizione della stessa e la successiva aggiudicazione sono di competenza della Cuc, sezione di Messina. Anche per questa fase il Comune non ha alcuna competenza, e non può “cucire” su misura alcun vestito!
Questa amministrazione ha in ogni modo sollecitato l’espletamento della gara, a fronte delle due gare già andate deserte, ha anche proposto una procedura più veloce (quella c.d. “negoziata” che non significa né affidamento diretto né esclusione della partecipazione di più concorrenti e di cui si è ritenuto di verificarne previamente l’ammissibilità direttamente all’Anac, proprio per garantire nel miglior modo ogni profilo di legittimità). Quindi massimo impegno per uscire dal terribile impasse provocato dagli errori del passato, con procedure di massima trasparenza.
Riguardo poi alla Tari pagata nel 2019, è ben noto che l’importo è frutto di un documento (il Pef) vincolato ai costi sostenuti per il servizio nell’anno precedente (2018), quando cioè non era al governo della città questa amministrazione. Il Pef e la Tari sono stati approvati dal Commissario Arena, ma i costi a cui si riferiscono quelle tasse sono quelli sostenuti proprio dall’amministrazione Messinese che aveva come assessore all’ambiente proprio l’ing. Siciliano.
E vi dirò ancora di più: nel Pef approvato dal Commissario Straordinario l’aumento della Tari del 2019 è derivato, oltre che dagli esorbitanti costi del 2018, anche da un importo pari a € 1.120.129,84 per l’ammortamento riferito a debiti –fuori bilancio- contratti dal Comune per “servizi aggiuntivi”, cioè al di fuori delle previsioni contrattuali del rapporto con Tekra ma per corrispettivi erogati alla stessa Tekra, per gli anni 2015/2016, cioè durante la Giunta Messinese. Sarà senz’altro di conforto per i cittadini sapere che l’attuale amministrazione, l’attuale Sindaco così come io stessa quale assessore all’ambiente non abbiamo sin qui posto in essere un solo “atto aggiuntivo”, insomma nessuna maggiorazione di costo rispetto alle previsioni del pur problematico rapporto contrattuale con la Tekra medesima.
Questo è il report delle fatture emesse dalla Tekra:
Non mancherà, a chi vorrà leggere, di notare come proprio durante il breve mandato di questa amministrazione il costo del servizio è stato riportato al canone contrattuale, non un euro in più. Forse prima la città era più pulita? La raccolta era più puntuale? Le strade lucidate a cera? Io non credo proprio. Ma, questa, è ovviamente solo la mia opinione. E’ un fatto, però, certo ed incontestabile, che NOI non abbiamo speso un euro in più di quanto era in origine previsto, non abbiamo dato causa a contenziosi o maggiori esborsi, né assunto impegni o
fatto debiti fuori bilancio, abbiamo invece avuto il più scrupoloso rispetto per le casse del Comune e per i denari dei cittadini. Grazie al nostro rigoroso rispetto dei conti, quando il consiglio comunale dovrà valutare il nuovo Pef, si potrà anche prendere in considerazione l’idea di ridurre il costo della Tari e, ciò, senza di certo avere un servizio più scadente, specie se finalmente la gara per il nuovo affidamento andrà in porto.
E’ doveroso affrontare l’altro aspetto relativo alla pulizia con scerbamento e spazzamento in questi mesi di lockdown a seguito dell’epidemia di coronavirus.
Orbene, come l’ing. Siciliano dovrebbe ben sapere, sino all’11 maggio 2020 queste attività non erano assolutamente possibili per espressa previsione di legge! Erano infatti, per ragioni di sicurezza dei lavoratori, consentite solamente le attività indifferibili, cioè la raccolta dei rifiuti.
Sostenere, quindi, che grazie al “lockdown” si sarebbero potute svolgere le attività di pulizia non ordinaria, è una clamorosa fandonia. Posso invece assicurare che finito il lockdown si è già iniziato, con celerità, a portare avanti la fase 2 e quindi lo spazzamento e scerbamento di marciapiedi e strade (la sistemazione di ville, giardini ed aree e spazi verdi non rientra tra le deleghe a me assegnate) secondo un programma ben definito, predisposto con la preziosa collaborazione del nuovo dirigente del settore ing. Cosentino.
Per quanto mi riguarda, sono assolutamente serena e convinta di avere agito nel miglior modo possibile, in relazione ovviamente alla particolarità della situazione e nei limiti delle competenze dell’organo politico rispetto a quello dirigenziale (peraltro sostituito solo di recente) e di potere continuare a svolgere il mandato in modo adeguato e senz’altro col massimo impegno ispirato ad esclusivo spirito di servizio e scrupoloso rispetto delle leggi e dei conti del Comune. Ove tuttavia non dovesse essere questa l’opinione di chi sul piano amministrativo o politico ha più alte e generali responsabilità, ed alle cui libere valutazioni il mio mandato è stato rimesso sin dal giorno successivo a quello del mio giuramento, non si ha che da provvedere immediatamente a porre in essere scelte diverse senza che da parte mia mai ci saranno riserve o remore di sorta.
Mi riservo con numeri report e opportuna puntuale relazione di precisare ogni altro aspetto in un apposita conferenza stampa.
Grazia Robilatte (assessore all’Igiene)
La controreplica di Siciliano (18 maggio 2020)
La presente con preghera di pubblicazione essendo stato tirato in causa a livello personale dall'assessore Robilatte rispetto al comunicato trasmesso dal direttivo di Sviluppo Democratico.
Non volevo intervenire a titolo personale nella questione, perché ritengo che la stessa debba essere affrontata collegialmente anche in virtù del fatto che dopo un anno di silenzio alle sollecitazioni che pervengono dalla cittadinanza, L’assessore Robilatte uscisse dal cilindro la soluzione per farci uscire dallo stato di degrado in cui la città si trova oggi.
Ma ahimè mi devo ricredere e non posso che notare che dietro a quel silenzio si è nascosta l’inattività dell’attuale assessore alle politiche ambientali, che a distanza di 5 anni accusa l’amministrazione Messinese, di non aver avviato la gara per la raccolta rifiuti, già nel 2015 appena insediatasi, dimenticando che l’ex. assessore Nardo, fu sfiduciato dal sindaco perché in 15 giorni la città si trovò sommersa dai cumuli di rifiuti che invasero ogni singola via della città per i motivi che posi si sono palesati nelle formulazioni del CommissarioStraordinario e cioè di una non adeguata copertura economico finanziaria del servizio di raccolta rifiuti.
È curioso che oggi l’assessore Robilatte, con l’atto di giunta n. 10 del 2019, dopo aver elogiato i risultati dell’amm.ne Messinese ed aver ammesso gli scarsi risultati della sua gestione, prova a ribaltare la frittata.
Tuttavia da questa dichiarazione apprendo il fatto che l’assessore Robilatte non ha chiaro il percorso che l’amministrazione Messinese è stata costretta a mettere in atto nel ruolo di maggior “azionista” del comitato dei sindaci dell’ambito territoriale della provincia sud, identificato con Srr4, per avviare nel 2017 la gara pluriennale che solo per il comune di Gela pesa oltre 10 milioni di euro l’anno. Quella gara pluriennale di cui oggi l’assessore Robilatte sembra aver perso le tracce, parlando solo della procedura negoziata sopra soglia, dagli importi improbabili e inspiegabilmente difformi rispetto al Piano d’Ambito.
Si, quel Piano d’ambito che l’assessore chiama progetto di gara, e che l’amministrazione Messinese non trovo’ al suo insediamento ne per il comune di Gela, ne tantomeno per l’intero ambito territoriale e che dunque non consentiva l’avvio di alcuna nuove gara.
Quel Piano d’ambito su cui gli 8 comuni dovettero lavorare riuscendo il soli 2 anni, a redigerlo, approvarlo e farlo autorizzare dalla Regione Siciliana, proprio nel maggio 2017, come da verbale di assemblea del commissario straordinario della Srr4 allegato alla presente.
Per cui oggi, la sorpresa è mia, visto che a distanza di 3 anni, l’assessore sembra brancolare nel buio, non rendendosi conto che le gare andate deserte non riguardano l’affidamento definitivo del servizio di gestione rifiuti, ma l’affidamento temporaneo per 1 anno e il cui importo risulta difforme da quello del piano d’ambito approvato dalla regione Siciliana.
Relativamente alle proroghe all'attuale gestore dei rifiuti, che si ripropone anche durante il suo mandato, l’assessore dovrebbe chiedere alla Srr4, a cui credo non ha avuto l’onore di partecipare, perché differentemente saprebbe che quello che lei imputa come colpa alla giunta Messinese, è solo una scelta dei commissari regionali succedutesi alla guida della Srr.
Le esternazioni scoordinate dell’assessore dimostrano che la stessa non ha studiato gli atti scevra da condizionamento alcuno, perché diversamente dovrebbe sapere che la delibera di giunta n.272 del 2015, da lei citata, proposta dal neo dirigente del settore ambiente, all’epoca consulente del sindaco, e di cui mi attribuisce la colpa della mancata applicazione, non trovo’ applicabilità perché in contrasto con i dettami normativi che vietavano la costituzione di nuove Aro, perché l’indirizzo programmatico della regione era quello di creare aggregazioni territorialmente compatibili tra comuni (le attuali Srr), al fine di attivare nuove gare d’ambito, per la gestione pluriennale del servizio rifiuti ed economicamente vantaggiose per la collettività, di certo più di quello che accade con gli affidamenti diretti e negoziati, e cioè contrariamente a quello che sta accadendo oggi. Ricordo altresì all’assessore, che la Srr4 è un organo in cui il comune di Gela pesa per il 49% delle quote, e il cui voto nelle scelte esecutive è decisivo, contrariamente a quanto erroneamente da lei sostenuto, a meno che non si voglia usarlo come alibi per nascondersi dalle proprie responsabilità.
In conclusione, in riferimento al tentativo di attribuire alla giunta Messinese, l’aumento dei costi del servizio indebitando l’ente, non posso non notare che si prova a riproporre lo schema errato secondi cui, come già accaduto nel 2015, a causa di una svista di 3 milioni di euro dell’amministrazione che ci precedette, venivano nascosti i reali costi della discarica e del servizio di spazzamento, la reale percentuale di raccolta differenziata raggiunta e dunque il vero valore degli introiti derivanti dalla filiera del riciclo.
Errore grave, perché solo mettendo a sistema queste informazioni si capisce il reale costo del servizio come giustamente determinato dal dirigente uscente, inspiegabilmente rimosso dal ruolo e che con due distinte relazioni ha dimostrato da dove sia scaturito l’aumento della Tari, a seguito dell’adeguamento del PEF, in linea con il piano d’ambito.
Si, quel Piano d’ambito, scaturito dall’analisi delle criticità di settore di una regione, quella Siciliana, che proprio tra il 2015 e il 2019, nell’ambito rifiuti è stata commissariata e imponeva ordinanze restrittive sui sistemi di raccolta, che l’assessore fa finta di non conoscere, e che è l’unico strumento che guida il progetto di gara per l’affidamento definitivo del servizio di gestione rifiuti per l’intero ambito territoriale, Gela inclusa.
Errare è umano ma perseverare nell’errore sarebbe diabolico.
I costi sostenuti dall’amministrazione messinese sono pubblici e formalmente presentati in consiglio comunale e dimostrano che sono consistenti con il Piano d’ambito e inferire a costi del passato. come mostra il grafico allegato alla presente.
Ad ogni modo su tali vicende la magistratura farà il suo corso e sul mio operato sono sereno per la trasparenza dell’azione politica e degli atti amministrativi che dovessero interessarmi.
Invece, quando vedremo i costi complessivi, inclusi di discarica che sta sostenendo questa amministrazione in modo che si possano confrontare con i mancati servizi resi alla città, nonostante il comune abbia introitato le coperture finanziare per il servizio?
Ricordo all'assessore che Il Piano economico finanziario (Pef) è lo strumento che evidenzia i costi delle varie componenti del servizio raccolta, smaltimento e igiene urbana sul territorio comunale, oltre che costituire lo strumento attraverso cui i comuni definiscono la propria strategia di gestione dei rifiuti urbani.
Qual'e la strategia che l'assessore sta attuando per traguardare il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, e l'incremento dei servizi offerti alla cittadinanza?
Rispetto alla dichiarazione che con lei si è speso meno, parla lo stato di degrado in cui versa la città, che da solo spiega tutto, e laddove l’assessore Robilatte lo ritenesse utile sono disponibile ad un confronto pubblico, sperando che abbia delle risposte più convincenti per spiegare alla città le motivazioni per cui siamo circondati dal sudiciume e la raccolta differenziata e crollata a picco.
Alla luce di questo, come già fatto dal direttivo di Sviluppo Democratico, invito il sindaco a acquisire la delega e gestirla in prima persona, visto che oltre alla gestione rifiuti, tutto il comparto relativo alla riperimetrazione del sito di interesse nazionale (Sin) e le relative bonifiche ambientali sono ferme al palo.
Simone Siciliano