Politicamente scorretto/ Centro storico, quale futuro

Politicamente scorretto/ Centro storico, quale futuro

Sarà forse l’isolamento da emergenza coronavirus, sarà forse la crescente malinconia per i normali rapporti sociali, ma mio ritrovo a pensare a ciò che avverrà “dopo”, cioè quando potrà riprendere la vita (quasi) normale.

E in questi giorni credo sia positivo riflettere e pensare al futuro che sarà, a come migliorare la nostra città.
Parliamo di centro storico, quello che molti ancora si ostinano a chiamare “il salotto della città”. Un salotto ormai vecchio, sdrucito, magari da rinnovare con le infinite campagne sconto di Divani & Divani.

Prima del coronavirus il centro storico era già devastato e disastrato: un negozio su due ha chiuso le saracinesche, un po’ per la crisi economica, un po’ per i canoni di locazione in qualche caso ancora troppo alti, un po’ per la difficoltà per i consumatori di trovare adeguati parcheggi.

La ripresa sarà tutt’altro che facile, e forse qualche altro esercizio chiuderà i battenti, ecco perché è necessario iniziare a pensare a come rivitalizzarlo.
Certamente non verrà rivitalizzato se si darà corso allo scellerato progetto “Una via tre piazze” dell’architetto Collovà, perché in tal caso la carreggiata di Corso Vittorio Emanuele tutto sarà fuorché una superficie adatta a passeggiare o fare acquisti nei negozi.

Detto questo, molti propendono per una chiusura al traffico veicolare, una vera zona pedonale che permetta l’apertura di esercizi pubblici e luoghi di aggregazione, in cui sia possibile fare acquisti in sicurezza o fare una pausa sorseggiando qualcosa: è ciò che avviene in tantissime città, e funziona.

L’idea è sicuramente positiva. Ma per realizzarla occorre che i cittadini vengano messi nelle migliori condizioni per raggiungere il “salotto” su cui adagiarsi: non dovranno girare a vuoto mezz’ora o più per trovare un parcheggio per la loro vettura.
Il Parcheggio Arena, nelle attuali condizioni, serve a poco, ma potrà tornare utile se verrà realizzata una scala mobile che dia l’accesso alla Via Morello.

La soluzione che però ritengo migliore per risolvere il problema è l’utilizzazione dell’Orto Pasqualello per la realizzazione di un moderno parcheggio multipiano, dotato di ascensore, che possa contenere le numerose vetture di chi si recherà in centro.
Non sono un architetto, e forse qualche tecnico dirà che sto dicendo una sciocchezza, ma sono convinto che si possa progettare un parcheggio multipiano che comunque possa salvaguardare il panorama e che, allo stesso tempo, sia rispettoso del verde e dell’ambiente, integrandosi con la vegetazione della zona.

Nella capitale di Malta, La Valletta, la zona pedonale è servita da un immenso parcheggio sotterraneo realizzato a cento metri dall’ingresso attraverso le mura medievali, e questo già da trent’anni. A Gela, probabilmente (ma la risposta la devono dare architetti e geologi) è difficile o forse impossibile realizzare in centro o a ridosso del centro parcheggi sotterranei. Ma l’Orto Pasqualello rimane, a mio avviso, l’unica possibilità per ripensare il futuro del centro storico e progettare un futuro migliore per la città e la realizzazione del vero “salotto”.
I soldi, a quanto sembra, ci sono. Si vada avanti con i progetti: è forse l’ultima e l’unica occasione per programmare il futuro del centro storico.