Siamo tutti nel lockdown, ma è già iniziato il countdown che ci porterà al breakdown ed infine al definitivo shutdown.
Traduzione in lingua paterna: siamo tutti in isolamento, ma è iniziato il conto alla rovescia che ci porterà all’interruzione ed infine al definitivo blocco (dell’epidemia di coronavirus).
Tra i giornalisti c’è molta autoreferenzialità, ci sono parecchi narcisisti, quelli che ti vogliono “sorprendere con effetti speciali”, e per farlo ti “sparano” improbabili termini in lingua inglese. Poi ci sono i “giornalisti scimmia”, che copiano quei termini per sentirsi ed apparire “fighetti” (ma più che fighetti, appaiono stupidotti).
Un buon giornalista deve essere capace di farsi capire dai lettori, o dai telespettatori. E allora, diavolo, perché usare il termine inglese “lockdown” quando esiste il corrispondente termine italiano “isolamento”, che è facilmente comprensibile a tutti? Va bene, lo so, è per sembrare “fighetti”.
Nel frattempo continuiamo a vivere questi giorni difficili nell’attesa che abbiano fine, e va rilevato che il contagio del virus, a Gela, si è finora fatto sentire ben poco.
Ma è bene farsi trovare pronti, e bene ha fatto il sindaco Greco a recarsi all’ospedale per verificare le modalità e i tempi di apertura del reparto di cura delle malattie infettive. La cosa ha infastidito il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, dott. Caltagirone, che ha accusato Greco di fare campagna elettorale.
Peccato che Greco abbia esercitato in pieno le sue funzioni di sindaco (e quindi di responsabile della sanità cittadina), mentre la malevola dichiarazione di Caltagirone abbia dato l’impressione di significare “non disturbate il manovratore”.
Riflettiamo però sul fatto che, se qualcuno dovesse risultare positivo al virus, oggi verrebbe ricoverato al Sant’Elia di Caltanissetta, con tutti i disagi del caso.
E’ dunque urgente che il Vittorio Emanuele sia dotato immediatamente di un reparto di Malattie Infettive perfettamente funzionale alla cura dei malati di Coronavirus, anche nell’eventualità (finora evitata) che il numero dei “positivi” possa aumentare.
Perché va bene l’isolamento, ma subìre il “lockdown” a Caltanissetta, francamente è troppo.