A Gela non riusciamo a risolvere il problema dei rifiuti abbandonati per le strade in spregio ad ogni regola e ad ogni tentativo di raccolta differenziata.
O motivi sono essenzialmente due: la Tekra che non effettua la raccolta come da capitolato (e per questo ci deve essere un ferreo controllo da parte dell’amministrazione comunale) e i gelesi “fitusi”, quelli che buttano e spargono immondizia qua e là.
Ma quanti sono i “fitusi”? Non esistono sondaggi in merito, ma a naso potrei ipotizzare un 20-25% della popolazione, che così rovina la vita del restante 75%.
La percentuale potrebbe aumentare se includiamo anche i “fitusi” che gettano per strada cicche di sigarette, carte di gelati o patatine, fazzolettini e altro che invece dovrebbe trovare ricovero nei cestini.
Come risolvere il problema? Un’idea ce l’avrei: col bastone e la carota, formula classica ma sempre valida.
Ritengo che l’amministrazione comunale dovrebbe stipulare al più presto una convenzione con una o più associazioni di guardie ecologiche volontarie, riconosciute dalla prefettura e aventi la qualifica di pubblici ufficiali (quindi in grado di multare i cittadini “fitusi”). Questo perché se aspettiamo che siano i vigili urbani a fare gli “appostamenti”, non caveremo un ragno dal buco, tra numero insufficiente di vigili e problemi di straordinario.
Le guardie ecologiche (dopo che il Comune avrà speso qualche centinaio di euro per installare cestini ogni trenta metri in tutta la città, come si usa nei posti civili) potranno multare sia i “fitusi” che buttano sui marciapiedi carta o altro, sia i “fitusi” che abbandonano ad ogni ora i sacchetti di spazzatura. Credo che l’operazione sarebbe, per il Comune, a costo zero (con una convenzione stipulata per benino).
C’è però un altro problema. Molti dei “fitusi” non pagheranno mai le multe, perché essendo nullatenenti non temono eventuali azioni esecutive: ricevono la multa e la strappano. E qui il Comune potrebbe deliberare che chi non paga le multe “ambientali” perde ogni sussidio o agevolazione da parte dell’Ente: no a contributi o agevolazioni di nessun genere, dagli asili nido alla mensa scolastica, al bonus bebè, ai vari sussidi del settore assistenza sociale.
E la carota? Ripeto da anni che il sistema “porta a porta” (ed è dimostrato dai fatti) non è idoneo al decoro della città: occorre realizzare regolamenti “premiali” verso chi fa il proprio dovere di cittadino. Quindi cassonetti intelligenti, deposito della spazzatura con codice a barre, e premi per i cittadini che fanno veramente la raccolta differenziata, con la diminuzione dell’imposta comunale.
Il cittadino “fituso”, se incentivato, se quindi ha un tornaconto, sarà maggiormente spinto a collaborare. E magari smetteremo di vedere gli orrendi sacchetti appesi a un filo dal terzo piano, che ancora fanno parte del panorama delle vie cittadine.
Migliorare la qualità della vita nella nostra città non è impossibile: serve un po’ di buona volontà e qualche idea. Io ci ho provato, vediamo ce la campana verrà ascoltata.