Domenica 26 maggio, dalle ore 7 alle ore 23, si vota per il Parlamento europeo, vale a dire i rappresentanti eletti dai cittadini (aventi diritto) negli stati membri dell'Unione Europea.
L'elettore dovrà recarsi presso la sezione relativa alla propria tessera come avviene per le amministrative, le politiche e le regionali.
Le elezioni per l'Europarlamento avvengono ogni 5 anni e per i partiti politici italiani rappresentano il più importante test per accertare il proprio stato di salute: non si tratta più di stime e/o valutazioni statistiche inerenti sondaggi vari, ma “voti veri”.
Ciò in virtù del sistema elettorale adottato, ai sensi di una legge elettorale emanata nel 1979, successivamente modificata nel 2009 (sbarramento) e nel 2014 (preferenze con rappresentanza di genere).
Le elezioni per l'Europarlamento avvengono ogni 5 anni e per i partiti politici italiani rappresentano il più importante test per accertare il proprio stato di salute: non si tratta più di stime e/o valutazioni statistiche inerenti sondaggi vari, ma “voti veri”.
Ciò in virtù del sistema elettorale adottato, ai sensi di una legge elettorale emanata nel 1979, successivamente modificata nel 2009 (sbarramento) e nel 2014 (preferenze con rappresentanza di genere).
Si tratta, infatti, di un proporzionale puro, con soglia di sbarramento nazionale al 4% e voto di preferenza. Si vota quindi, su un'unica scheda, il simbolo della lista (il partito) e si posso esprimere fino a due o tre preferenze con almeno la presenza di un maschio o di una femmina. Il collegio nazionale (l'intero territorio italiano) è unico, suddiviso in 5 circoscrizioni plurinominali (non uno ma più seggi da assegnare): Nord-Occidentale (Valle D'Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia); Nord-Orientale (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna); Centrale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio); Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria; Isole (Sardegna e Sicilia).
Nella circoscrizione insulare, quella che più ci riguarda da vicino e che mette in palio 8 seggi, un solo candidato gelese è in campo, il prof. Fabio Nalbone, docente di lingua inglese presso l'Istituto superiore Sturzo di Gela. Corre nella lista Popolo della Famiglia-Alternativa Popolare. C'è poi la sommatinese Giuseppina Antonella Corrado che per motivi di lavoro è domiciliata a Gela pur rimanendo residente a Sommatino. Cresciuta e formatasi a Mannheim, in Germania, è laureata in Marketing e lingue straniere ed è candidata nella lista del Movimento 5 Stelle. In passato altri gelesi, più o meno illustri si sono candidati.
Nel 1994, in cui furono introdotte le preferenze, Filippo Collura ottenne i maggiori consensi nella provincia nissena con il Partito Popolare. Sempre nella provincia nissena, Rosario Crocetta fu il più suffragato di Rifondazione Comunista. Nel 1999 fu candidata nei Democratici di Sinistra Elisa Nuara, Giovanni Scaglione in Forza Italia, Rosario Italiano nello Sdi, Rocco Abela in Rifondazione Comunista, Guglielmo Lento in Comunisti Italiani.
Nel 2004 ci provarono Totò Crocetta in Comunisti Italiani, Bartolo Scrivano in Socialisti Uniti ed Emanuele Amato nella Federazione dei Verdi. Nel 2009 fu la volta, col botto, di Rosario Crocetta, allora sindaco in carica di Gela, candidatosi nel Pd e risultato alla fine il primo ed unico gelese eletto nel Parlamento Europeo. Nella Sinistra Europea con Rifondazione e Comunisti Italiani, altra candidata gelese in quella competizione elettorale fu Anna Bunetto. Nessun candidato gelese, infine, alle ultime consultazioni europee del 2014.
L'Europarlamento, che ha sede naturale in Strasburgo ma diverse commissioni hanno sede in Bruxelles, è eletto a suffragio universale dai cittadini dell'Ue a partire dal 1979, prima erano gli Stati membri a "designare" i propri rappresentanti in ciò che originariamente era chiamata Assemblea. La composizione secondo il Trattato di Lisbona dovrebbe essere di 751 membri ma il numero è variato negli anni. Con la uscita del Regno Unito (Brexit), qualora si materializzasse davvero dopo l'ennesimo rinvio, verrebbero a mancare i suoi 73 rappresentanti ed alcuni Stati membri, considerati leggermente sottostimati, vedrebbero il numero dei propri rappresentanti crescere di qualche unità.
L'Italia, ad esempio, passerebbe da 73 a 76 rappresentanti, mentre il numero complessivo degli eletti diventerebbe di 705, vale a dire ben 46 in meno rispetto a quanto previsto nel trattato di Lisbona, in attesa di essere recuperati in caso di nuove adesioni di Stati all'Unione Europea. Senza Uk, l'Italia diventa il terzo Stato per numero di rappresentanti (76), dietro solo alla Francia (79) ed alla Germania (96). Gli Stati membri, aventi diritto al voto, sono 27/28 (a seconda di cosa fa il Regno unito). Alcuni Stati hanno già votato ma lo scrutinio avverrà per tutti dopo la chiusura delle operazioni di voto di domenica 26 maggio.