Come in ogni elezione, c’è chi vince e chi perde. Al di là delle dichiarazioni di soddisfazione, non credo che il Pd possa cantare vittoria: la sua lista ottiene due consiglieri appena, e nel carro del vincitore appare più o meno come una ruota di scorta.
Pareggia, invece, il deputato forzista Mancuso, perché se vince a Gela con Greco, deve leccarsi le ferite a Caltanissetta di fronte alla inaspettata vittoria grillina. Vincono anche le liste civiche a supporto del nuovo sindaco, segno che i partiti “strutturati” non rientrano più tra le preferenze dei cittadini.
Per poco più di mille voti, invece, ha perso Giuseppe Spata, quello che molti anziani hanno votato spiegando che “è un bravu criaturu”. Evidentemente questa qualità non è servita a molto, ma di certo la campagna elettorale di Spata è stata costellata di qualche errore.
Intanto, l’importanza esagerata concessa a Salvini, che è venuto a parlare ai gelesi come fosse uno spettacolo di cabaret, ignaro dei problemi e delle particolarità della nostra città. E poi i cattivi consigli di chi ha voluto che si sottraesse agli incontri elettorali con l’avversario, cosa che ha dato l’impressione che avesse paura di reggere il confronto. Da consigliere comunale (carica che gli spetta di diritto) Spata avrà modo di dimostrare abbondantemente le proprie capacità politiche e confutare queste tesi.
Con Spata ha perso Alessandro Pagano, deputato sancataldese mai ben visto in quel di Gela, e ritenuto uno che il suo orticello se lo coltiva (e come se lo coltiva!) proprio tra il Vallone e Caltanissetta. Hanno perso anche alcuni consiglieri occulti gelesi, ma soprattutto ha perso il gruppo di Forza Italia (?) che fa capo a Pino Federico e alla deputata Bartolozzi.
Pino Federico è al terzo flop: dopo le regionali (dove ha aumentato i voti rispetto alla tornata precedente ma è stato eletto Mancuso), dopo le politiche dello scorso anno in cui è rimasto al palo, ecco il terzo flop con la mancata sindacatura di Spata. Una sfiga tremenda: i voti ci sono, ma il risultato riesce sempre a sfuggire.
Con Federico ha perso la Bartolozzi, deputata del territorio per grazia e volontà di Berlusconi, che dalla sua elezione ad oggi è stata in città una presenza misteriosa, quasi impalpabile. La ricordiamo presente in consiglio comunale, lo scorso settembre, per supportare la sfiducia a Messinese, e in un paio di interrogazioni che lasciano il tempo che trovano. Della serie: se continui così, tra quattro anni torni a fare il magistrato.
Mi dispiace però sentir dire da qualche esponente della coalizione di Spata: “faremo un’opposizione dura”, “non glie ne faremo passare neanche una”. Così non va per niente bene. La campagna elettorale è terminata, ora è il momento di lavorare per far risalire la città dal baratro, e l’opposizione, se fatta con buon senso ed in modo costruttivo, può contribuire ai risultati. Finiamola, una buona volta, con gli insulti, le vendette, i rancori, e lavoriamo tutti per il bene di Gela.