Però, se vuoi un prestito, ti fanno la radiografia, anzi di più, la risonanza magnetica, e tutto secondo i “parametri” stabiliti dai vertici ( in maggioranza manager strapagati, magari bocconiani di grido, con molta conoscenza della teoria e poca conoscenza delle dinamiche del territorio in cui operano le filiali).
Ma fa rabbrividire che mentre un tempo l’impiegato di banca era quello che ti risolveva i problemi, tra libretti di deposito, mutui e prestiti, e ti consentiva di guardare avanti con fiducia, oggi è diventato (non tutti, per fortuna) quello da cui ti devi guardare quando ti propone di investire del denaro: prima la truffa dei derivati il cui valore è crollato, ora quella dei diamanti strapagati e tarocchi. La truffa dei diamanti interessa, tra l’altro, tre delle grandi banche nazionali che operano a Gela: Unicredit, Intesa e Monte dei Paschi. E’ quindi possibile che anche qualche gelese sia rimasto scottato dai diamanti di poco valore.
Ma come operano a Gela le filiali bancarie nella pratica quotidiana? Il panorama non è dei migliori. E’ vero che molte operazioni si possono fare via computer (e questo è segno di progresso e risparmi di tempo), ma ormai quasi tutte le banche tengono aperto un solo sportello per la clientela presente fisicamente. Spesso avvengono intasamenti, code, e manca la flessibilità necessaria per aprire, anche momentaneamente, un secondo sportello e smaltire la fila. Della serie: aspetta il turno e non lamentarti.
Poi continuano i soliti abusi. Vuoi riscuotere un assegno allo sportello? Anche se la legge lo prevede, non lo prevedono le “disposizioni” della banca, per le quali l’assegno va versato per forza in un conto corrente. E se non hai un conto corrente e non lo vuoi aprire? Arrangiati, perché queste sono le “disposizioni”. Altro abuso viene commesso con il pagamento dei modelli F24, cioè i modelli di versamento di imposte e tributi. Alcune banche consentono il servizio solo ai loro clienti, e ciò in contrasto con la convenzione stipulata con il Ministero delle Finanze, che li obbliga ad accettare ogni versamento di imposte da qualunque contribuente. Ma se vi lamentate, anche stavolta il cassiere vi dirà che queste sono le “disposizioni”, e la tiritera verrà ripetuta anche dal direttore.
Le banche hanno quindi perso ogni rapporto con il territorio, col tessuto economico locale che invece dovrebbero supportare e accompagnare nella crescita (anche nel loro interesse, perché se l’economia cresce ci guadagnano anche loro). Sarebbe loro necessario un esame di coscienza e un cambio di rotta, che però reputo molto difficile e complicato da realizzare.
Nel frattempo, se nonostante la crisi avete un gruzzoletto da investire, fate molta attenzione alle proposte veicolate dagli istituti bancari: ai grandi gruppi interessa fare utili, non farli fare ai loro clienti.