Presidente Musumeci, ma c’è o ci fa? La domanda, alla quale ognuno potrà dare la propria risposta, sorge spontanea dopo l’intervista a Sua Onorificenza il Presidente della Regione, fatta dal bravo Franco Gallo.
Musumeci non è fumantino coMe l’ex Presidente Crocetta, non ha scatti improvvisi, reazioni inconsulte: è pacato, riflessivo, misura le parole secondo i canoni del vecchio politichese, dice e non dice, fa capire ma non afferma; prima di aprire bocca e rispondere alza gli occhi al cielo, alla ricerca di ispirazione, o forse alla ricerca del miglior modo per togliersi l’impaccio di una domanda scomoda.
E la domanda scomoda Franco Gallo l’ha fatta, chiedendo conto dello stato dell’iter per il passaggio di Gela, Niscemi e Piazza Armerina alla Città metropolitana di Catania.
E Musumeci ha ricordato (ed è vero) che più di una volta è intervenuto in Assemblea regionale, quando era all’opposizione, per difendere e appoggiare la richiesta di Gela, ma senza risultati (del resto era all’opposizione, chi comandava e decideva era la sinistra).
Più tardi, in campagna elettorale, ha più volte affermato che, da Presidente, avrebbe onorato gli impegni rispettando la volontà popolare. Ma dopo più di un anno dalla sua elezione, la posizione si è alquanto annacquata, tant’è che riconosce ai gelesi solamente il “diritto di dire la propria” : insomma, dice Musumeci, se metteremo mano alla legge (e sottoliniamo il “se”) terremo conto del desiderio espresso dai gelesi e dagli altri Comuni. Altro che politichese: questo è linguaggio da presa in giro.
Specialmente perché Musumeci ha tenuto (e questo è il messaggio “tombale”) a sottolineare che «non tutti i desideri diventano diritti». Desideri? Ma scherziamo? Il desiderio, caro Musumeci, è l’espressione di un bisogno, un’esigenza, una speranza: ad esempio, il desiderio (finora non esaudito) che la Sicilia sia governata da uomini che rispettino gli impegni e rispettino i cittadini.
Altra cosa è un “diritto”, cioè la pretesa, tutelata dalla legge, di un determinato comportamento da parte di altri – cit. Treccani). Gela, Niscemi e Piazza Armerina hanno seguito in toto il cammino legislativo segnato dalla Regione, i cittadini hanno votato in massa ai referendum, quindi reclamiamo un sacrosanto diritto alla conclusione dell’iter del passaggio all’area catanese. Altro che desiderio, Presidente!
Ma Lei questo lo sa, perché non credo sia un ignorante. E allora la spiegazione sta solo nella solita politica infame e di bassa lega che viene praticata in Sicilia, da presunti “onorevoli” che non hanno un minimo di attributi per generare qualcosa di positivo.
E’ finito il tempo di trincerarsi dietro ai mezzi discorsi, alle mezze parole, che odorano tanto di vecchio linguaggio mafioso. Finiamola con l’ipocrisia e gli interessi di orticello di qualche parlamentare. Il Suo comportamento, Musumeci, è quanto di meglio si possa fare per allontanare ancor di più la gente dalla politica. Si assuma le responsabilità che Le derivano dalla Sua carica pubblica e faccia quello che è giusto secondo la legge, le delibere e i referendum. Non creda di essere così potente da fare e disfare quello che vuole: anche Lei potrebbe finire condannato dai Giudici amministrativi.