Da quando esistono le elezioni comunali, anche quando non si votava per il primo cittadino ma solo per il consiglio comunale ed era poi quest'ultimo ad eleggere il sindaco, le liste civiche ci sono sempre state.
Certo, erano per lo più diretta emanazione dei partiti, seconde o addirittura terze liste degli stessi. In alcuni periodi storici, peraltro, i partiti le utilizzavano come vere e proprie “liste civetta”. Oggi, il discorso è diverso e molto più ampio. La voglia di civismo espressa dai cittadini è in parte apartitica per non dire antipartitica, ma in parte si presta anche ad essere una via di fuga, un modo per i partiti di sottrarsi proprio al giudizio negativo popolare, rinunciando ad esibire il proprio simbolo.
Non è un caso che le due forze che si presenteranno sicuramente col proprio simbolo, sono quelle di governo, Lega e 5 Stelle, che, sull'onda anche mediatica a loro favore secondo i sondaggi, proveranno a sfruttare al meglio le concomitanti elezioni europee al fine di influenzare le amministrative, allargando ad esse il “trend” positivo.
Non rinuncerà al simbolo anche il “Popolo della Famiglia” che ha già sancito un'alleanza per le europee con i salviniani ed anche a Gela dovrebbero andare a braccetto.
Con loro pure “Energie per l'Italia” che potrebbe ricorrere al simbolo in caso di assenso da parte di Parisi. Eventualità del tutto possibile, considerato che tanto in Piemonte quanto nell'Emilia Romagna, Energie per l'Italia ha già scelto di stare nel centrodestra. Il partito della Meloni (“Fratelli d'Italia") ed il movimento di Musumeci (“DiventeràBellissima”) potrebbero unire le forze e persino apporre i propri simboli in una lista unica ma, tra il dire ed il fare (cioè costruire una lista competitiva di questi tempi), c'è di mezzo il mare.
Un grossissimo punto interrogativo pende in capo a “Forza Italia”, primo partito in città alle ultime elezioni politiche. Ci sarà il simbolo forzista alle prossime amministrative gelesi? Il commissario provinciale e deputato regionale del collegio nisseno, vale a dire l'on. Michele Mancuso assicura che ci sarà, ma invoca l'aiuto degli altri. Da solo, l'esponente forzista originario di Milena, è difficile che ci riesca.
L'iniziativa di sabato scorso in piazza “Umberto I” ha avuto uno scarsissimo riscontro. Sia la deputata nazionale, on. Giusi Bartolozzi che l'ex deputato regionale e presidente della provincia, Pino Federico, l'hanno disertata. L'ipotesi più verosimile, allo stato dell'arte, è che alla fine si proceda a briglia sciolte, rinunciando al simbolo forzista. Il gruppo Mancuso è dato vicino ad un'intesa con i centristi attorno il candidato a sindaco Enzo Cirignotta. Federico potrebbe fare un passo indietro per la candidatura a sindaco, decidendo di fare valere il peso specifico della propria lista nell'alleanza a cui si riterrà a quel punto libero di optare. I conti poi, in casa forzista, si farebbero dopo le elezioni.
Intanto, mentre il candidato a sindaco Maurizio Melfa è già in piena campagna elettorale, il “Progetto civico per Gela” incassa l'adesione di “Un'Altra Gela” di Lucio Greco, fervido assertore di un civismo che non chiuda, ma che al contrario invece, apra ai partiti. Resta da capire quali partiti? Alcuni cespugli dell'ex “Ulivo” si stanno organizzando per mettere su una lista civica con in dote la candidatura a sindaco di Massimo Catalano ed hanno incontrato una delegazione del “Progetto Civico”.
L'ingresso di questa lista civica potrebbe aprire le porte ad un allargamento anche al “Pd” che rinuncerebbe al simbolo. Lo stesso Federico, con la sua lista e gli ex di “Sicilia Futura”, potrebbero allora chiedere di entrare e la "grande ammucchiata", sotto l'egida di un civismo mascherato fagocitante quello spontaneo, sarebbe un'opera compiuta.