Con la sfiducia a Messinese e l'arrivo del commissario straordinario le cose a Gela non sono affatto migliorate, eppure sui media e sui social le voci dissidenti sono quasi svanite nel nulla e la protesta montante contro l'allora amministrazione in carica, si è di colpo e non poco affievolita.
Pur tuttavia, l'ultima decisione del Commissario Straordinario di fermare la refezione scolastica, ha sollevato le prime evidenti critiche anche da parte di chi quella mozione di sfiducia l'ha votata nel civico consesso o l'ha sostenuta dall'esterno. Uno di quest'ultimi è Terenziano Di Stefano, (nella foto) ex consigliere comunale e personaggio di punta del movimento “Una Buona Idea”.
Di Stefano ha sonoramente bocciato la scelta del commissario Arena, lui che sui mezzi di comunicazione tradizionali e non, era stato uno dei più convinti assertori della mozione di sfiducia a Messinese, così da tornare di nuovo alle urne: «purtroppo – ci risponde Di Stefano – quell'amministrazione stava portando la città di Gela ad un punto di non ritorno. I cittadini lamentavano quotidianamente i mancati servizi come la pulizia, il verde pubblico, i parcheggi, le strutture sportive, la viabilità ed altro ancora, per non parlare dei debiti fuori bilancio che di giorno in giorno crescevano a dismisura e che alla luce dei fatti odierni hanno portato la città di Gela a subire gravi ripercussioni».
Innanzi a queste considerazioni, viene normale interrogarsi su quali caratteristiche deve possedere un candidato a sindaco, che sia credibile, in una città al collasso: «prima di tutto – osserva l'ex consigliere comunale - deve essere un sindaco gelese e scelto, a partire dalla candidatura, dai gelesi. Deve essere cosciente di ciò che lo aspetterà già dal giorno dell'insediamento e determinato nell'affrontare temi scottanti come quella della gestione dei rifiuti, la distribuzione idrica compresi i depuratori e la fognatura.
Determinato, altresì, nello stabilire un confronto aperto con tutte le aziende che operano nel nostro territorio, con i sindacati, le associazioni di categoria, i rappresentanti di quartiere, le scuole, le associazioni di volontariato e la neo consulta giovanile. Infine, ma non ultimo per importanza, deve essere coraggioso nell'affrontare le varie missive che quotidianamente arrivano dalla Corte dei Conti ed anche con loro stabilire una linea guida che porti all'equilibro di bilancio senza vessare i nostri concittadini».
Intanto, in uno scenario a dir poco caotico, il fronte civico sembra deciso nel muovere passi in avanti: «in effetti – sottolinea Di Stefano – i partiti al momento hanno altro a cui pensare, mi riferisco alle elezioni europee ed alle elezioni nella città di Caltanissetta. Per loro, Gela arriverà solo come ultimo punto, solo dopo che questi ultimi avranno raggiunto un loro equilibrio politico. Cosa ben diversa per noi di “Una buona Idea” che già da mesi lavoriamo avendo riguardo, “in primis”, al territorio ed ai cittadini gelesi, con grande apertura verso tutti i gruppi, movimenti e singole persone attive a livello cittadino».
A questo punto siamo curiosi di conoscere cosa c'è dentro questo contenitore chiamato “Una buona idea”, sollecitando un interlocutore che non si sottrae affatto all'invito, anzi: «con “Una Buona Idea” - replica puntualmente l'esponente di spicco del movimento civico locale -, vogliamo dire sostanzialmente in tre parole, cosa siamo, cosa proponiamo e qual è il nostro obiettivo. Noi siamo la novità che si prospetta con lo sguardo volto al futuro. I gelesi non devono identificarsi in un nome ma in un’idea, possibilmente “buona”.
E' l’idea di confrontarci con le tantissime persone che sono impegnate nell’amministrazione locale gelese, che nasce proprio dalla convinzione di quanto detto dal Papa: “è il livello locale, dell’amministrazione territoriale, quello in cui si ha la possibilità, e quindi anche la responsabilità di un intervento che incide direttamente sulla concreta vita quotidiana delle persone”. Senza dimenticare le linee guida dettate da Don Sturzo il quale auspicava che per creare una società più democratica, più giusta, più libera, bisognava cominciare dando luce al valore umano all'interno dell'amministrazione pubblica».
Ne prendiamo atto, ma il rischio che la proposta di un polo di liste civiche celi la presenza e l'attività di “trombati della politica” piuttosto che di gente espressione pura della cosiddetta “società civile”, è sempre dietro l'angolo, trasformando una proposta veramente civica in una proposta meramente extrapartitica, elaborata da gente semplicemente fuoriuscita dai partiti: «non possiamo escludere che ciò possa avvenire e che altri lo facciano – ammette Di Stefano -, ma per noi di “Una Buona Idea” questo rischio non esiste.
Sarebbe molto più semplice aderire ad un partito e sottostare a compromessi dettati dai soliti politici al fine di avere incarichi, sottogoverni o poltrone da occupare. Cosa ben diversa è, invece, mettere in campo una nuova idea di fare politica, dettata da passione, impegno, serietà e trasparenza, al fine di dedicarsi solo ed esclusivamente alla realizzazione di un progetto si difficile ma, anche ambizioso. La nostra buona idea, se non si fosse ancora capito, è Gela».