“I miserabili”. No, non mi riferisco al famoso romanzo di Victor Hugo e alle sue versioni cinematografiche.
Penso invece alle varie categorie di “miserabili” che infestano la nostra vita e ce la complicano, ce la ostacolano, ce la rendono infelice. Alla prima categoria di miserabili appartengono i criminali che, con tre incendi in due giorni ad altrettante attività economiche hanno fatto ripiombare la città in periodi bui che credevamo dimenticati.
Criminalità organizzata? Può darsi. Più probabilmente cani sciolti, con poco cervello, abituati alla violenza e al sopruso nei confronti di chiunque capiti loro a tiro.
Contro questa cieca e barbara violenza la città risponderà con la manifestazione di sabato a Macchitella. Peccato che qualcuno, come al solito, abbia invocato la presenza dell’Esercito come soluzione del problema. E visto che ci siamo, si potrebbero utilizzare alcune aree dell’ex raffineria per impiantare una base Nato, con carri armati e missili anti-uomo. Ben più ragionevole è l’idea di pretendere con forza l’incremento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, di cui la città ha grande bisogno. Meglio ancora sarebbe se ogni cittadino, di qualunque età, si abituasse a rimproverare chi non rispetta le regole di civile convivenza, regole che a Gela sono troppo spesso dimenticate, dal deposito dei rifiuti per le strade e nei campi agli schiamazzi notturni, all’immondizia lasciata dai partecipanti alla cosiddetta “movida”.
La seconda categoria di miserabili riguarda la Regione Siciliana e il Governo nazionale, che finalmente hanno firmato l’accordo di programma per l’area di crisi industriale complessa di Gela.
Certamente ho dei limiti, ma non riesco a comprendere la “grande soddisfazione” espressa dai partecipanti alla cerimonia ministeriale, incluso il ministro Di Maio. Ragazzi, state scherzando? Ma ci prendte proprio per deficienti? Un’area di crisi di oltre 400.000 abitanti, da Gela al Vallone, con una dotazione di soli 25 milioni di euro? Ecco, siete proprio dei miserabili, nel senso che ci avete dotato di una miseria pretendendo di apparire generosamente prodighi.
Di quanti incentivi potranno godere le aziende che vorranno insediarsi a Gela? Diecimila euro ciascuna? E quanti posti di lavoro sapranno realizzare? Senza dimenticare che per insediarsi dovranno partecipare all'apposito bando, che verrà emanato "nei tempi necessari" e imporrà decine di adempimenti che saranno il trionfo dell'apparato burocratico.
Dieci mesi fa, nel febbraio di quest'anno, da queste colonne ho proposto l'apertura di una "vertenza Gela", per manifestare il disagio di un territorio umiliato dall'Eni e dalla politica (Crocetta, Renzi e compagnia), tenuto ai margini.
Oggi, con l'avvento di Musumeci a Palermo e Di Maio a Roma, Gela è nella stessa situazione: ritardi dell'Eni sui lavori per la bioraffineria e le bonifiche, ritardi e pochi soldi per l'Accordo di programma, ritardi nel passaggio di Gela alla Città Metropolitana di Catania (con gli enormi vantaggi economici per lo sviluppo).
C'è stato bisogno degli attentati incendiari per smuovere dal torpore le coscienze. Ma la "vertenza Gela" mi auguro non si riduca alla solita passerella di esponenti politici e soprattutto non si riduca a occuparsi della sola criminalità: Gela attende risposte in tutti i settori, ed è stufa di avere a che fare con i miserabili. A qualunque categoria appartengano.