La "biodiversità" politica di Gela

La "biodiversità" politica di Gela

Altro che chiacchiere! Da notizie in attesa di conferma, pare che svariati Enti di carattere internazionale abbiano posto l’attenzione su Gela e si apprestino a dare inizio ad approfonditi studi, dal settore politico al settore comportamentale, per appurare se effettivamente Gela sia un laboratorio di “biodiversità”.


In politica, a Gela, c’è molto da studiare. Dopo la fallimentare esperienza dell’amministrazione Messinese, il centrodestra, se unito (e soprattutto con un programma chiaro e convincente), avrebbe la possibilità di vincere le prossime amministrative, ma ecco la “biodiversità” a rendere difficili le cose.

Perché il centrodestra è diviso in tante, troppe, sottospecie biologiche, che tra di loro hanno rapporti spesso difficili se non contrastanti. E anche all’interno di ciascuna sottospecie biologica ci sono dei distinguo non da poco.

Prendiamo per esempio Diventerà Bellissima, il movimento di Musumeci: ancora privo di coordinamento, annovera un “musumeciano” di lungo corso e due recenti adepti. O la Lega, divisa in due sottospecie (circoli) che dialogano con difficoltà. Poi ci sono le altre varietà biologiche. Noi con l’Italia (che ha un patrimonio genetico ex Udc con contaminazioni ex crocettiane), Energie per l’Italia, il gruppo Carfì-Licata, il gruppo di Terenziano Di Stefano (nella foto) ed altri che stanno per vedere la luce.

Forza Italia, assieme alla varietà genetica “indigena”, Bartolozzi e Federico, ha visto l’evoluzione di una “nicchia biologica” consistente nel deputato regionale Mancuso e i suoi amici, e anche qui il dialogo appare difficile.

Se il centrodestra è afflitto da grande “biodiversità”, non ride il centrosinistra, e soprattutto il PD che la biodiversità ce l’ha in ogni singolo esponente (o quasi). Occorrono approfonditi esami del Dna per trovare tracce del vecchio Pci mentre vi sono state negli ultimi anni parecchie contaminazioni genetiche di origine chiaramente democristiana, che hanno profondamente modificato la catena genetica del partito. Anche a sinistra, poi, ci sono le nicchie biologiche, in primis Casano, che rendono variegato il panorama.

Infine, i Cinquestelle, che dovranno ripresentarsi al giudizio del popolo quattro anni dopo l’errore della candidatura di Messinese. Anche in questo caso ci sono alcune “biodiversità” e varie nicchie biologiche, che però dovrebbero riuscire a trovare una sintesi nella solita votazione in rete dei pochi attivisti registrati.

Della “biodiversità” comportamentale dei gelesi parleremo in altra occasione. Ci consola il fatto che, nel frattempo, possiamo fregiarci del titolo di “culla della biodiversità” politica. Scusate se è poco…