Cifra è un gruppo di persone che da anni propone temi di riflessione su Gela e non solo, ha l’ambizione di creare e stimolare il dibattito e il confronto politico in città.
Un obiettivo elevato che l’associazione intende condividere con quanti, gruppi civici e corpi intermedi, si rendono conto che Gela è a un bivio: cambiare (veramente) o tracollare. Nella politica del “nuovo” che diventa rapidamente vecchio, nel consenso elettorale attribuito a illusioni che facilmente si trasformano in disillusioni, proponiamo la politica come forma di partecipazione e impegno civico, soprattutto rivolto alla città. Sostituire ai leader di “plastica”, più o meno mordi e fuggi, un contenitore di persone con idee, emozioni e visioni, riflesso della società reale. Quello che Cifra ha proposto in questi anni, come dibattito culturale, è a disposizione di tutti coloro che ci vogliono essere.
L’invito alla partecipazione politica; l’indagine sui nuovi linguaggi della politica; la prospettiva (e i fallimenti) dei liberi consorzi comunali; l’idea della Sicilia al centro dell’Europa; i divari nelle competenze fra Nord e Sud, nella realtà scolastica e universitaria italiana; il destino dei territori e dell’economia siciliana, le sue prospettive e, soprattutto, il caso paradigmatico di Gela: città simbolo dell’industria che fu e della provincia che non è mai stata.
Sono questi gli argomenti trattati dall’associazione, ciò non basta certamente per elaborare una proposta politica, ma forse può essere un piccolo punto d’inizio. Per questo chiediamo a coloro che sono venuti il 16 ottobre a discutere di politica e di Gela, ma anche a coloro che non c’erano, di darci idee e motivazioni per guardare tutti insieme al futuro di Gela.
Il più deve essere ancora fatto, ma le potenzialità ci sono e tante. Siamo convinti che solo la (buona) politica può salvare la politica (improvvisata), perciò non ci scandalizziamo che martedì scorso nella stessa sala a discutere di politica locale, ma con toni regionali e perfino internazionali, ci fossero l’ex vicepresidente socialista della Regione Totò Placenti e un emblema di civismo come l’economista catanese Maurizio Caserta.
Insieme a loro ex consiglieri comunali; rappresentanti antichi e recenti di movimenti e partiti politici; cittadini in proprio e organizzati, come il gruppo storico per Gela Provincia di Filippo Franzone, una buona idea di Terenziano Di Stefano e altri ancora. Due ore di intenso confronto e alla fine un impegno preciso: portare anche Gela al centro della discussione regionale e nazionale.
Per questo con gli amici di sempre, con i quali da anni condividiamo un sincero impegno civico, Fortunato Ferracane, Rosario Giordano, Nicola Martello, Marco Trainito e altri, proponiamo l’organizzazione di un dibattito che coinvolga in maniera diffusa i più alti livelli politici. I Temi non mangano, il deficit di infrastrutture materiali e immateriali li raccoglie quasi tutti.
• L’area del petrolchimico diventerà archeologia industriale, un luogo bonificato o residuo di un industrializzazione sempre più forzata?
• Fallito il sogno della Provincia del Golfo; sfumata l’occasione della provincia a due teste; oltraggiata la volontà dei gelesi che si volevano allontanare da Caltanissetta e, sia pure strategicamente, avvicinare alla città metropolitana di Catania. Che destino avranno i liberi (ma non troppo) consorzi comunali?
• Perché Gela rimane l’unica città siciliana di medie dimensioni lontana dall’alta formazione e dai poli universitari?
• Che fine hanno fatto le infrastrutture della città? Il tratto della Siracusa-Gela, il raddoppio della Gela-Catania, il porto, solo per ricordare le più ricorrenti. Quattro domande per il futuro di Gela.
Una città non sommersa dalla spazzatura, con una mobilità interna adeguata, con i quartieri vivibili e il centro storico da rivalutare. Il dibattito è aperto, si aspettano contributi.