Parlare (o scrivere) della scomparsa di una persona cara ad un mese dal luttuoso evento ha qualche vantaggio, tra cui quello di tenere sotto controllo la commozione.
Questo lo pensavo un mese fa, quando avevo appena rivolto l’ultimo affettuoso saluto al caro Nello Lombardo, amico, collega, vicedirettore di questo giornale fin dalla sua fondazione, compagno fedele, esempio di grande generosità (scriveva senza compensi), braccio di tante battaglie politico-sociali ed economiche, combattute insieme su un campo minato come Gela.
Un po’ di cose le ho dette al suo funerale. Un intervento rotto dalla commozione. Ho raccontato come ci siamo conosciuti e come abbiamo vissuto fianco a fianco quasi quarant’anni delle nostre vite. Vite consumate a scrivere, a intervistare, a raccontare la città e le sue tante contraddizioni. Nello aveva l’occhio lungo e sapeva come trattare gli argomenti che di volta in volta decidevamo di affrontare. Era ben voluto da tutti e nessuno mai gli negò un’intervista, neanche quelli che diffidavano del nostro giornale, pagine mai intimidite dalla politica, mai condizionate dai potentati economici. Un giornale forte della sua indipendenza, della sua apertura, del suo impatto incisivo sull’opinione pubblica.
Non l’ho fatto al suo funerale per rispetto della sacralità del rito. Lo faccio e deploro qui l’assenza quasi totale della Politica nell’affollata chiesa di Macchitella. Nello aveva intervistato centinaia di uomini politici, dando loro voce indipendentemente dal peso specifico di ognuno, e così rendendo un servizio comunicativo a loro stessi e ai cittadini-elettori.
Politica ingrata, ipocrita e opportunista. Una vergogna!
In chiesa si è notata la sola presenza dei Donegani – Giorgio, la moglie Melina e il figlio Miguel – che ringrazio “in nome e per conto di Nello” per averlo salutato prima del suo definitivo congedo terreno.
Nello era molto conosciuto in città per aver lavorato nella Scuola come docente e per aver fatto per decenni molta televisione, mondo da cui era particolarmente attratto e dove faceva sempre una bella figura, per il suo modo garbato di intervistare le persone e per la sua dizione quasi perfetta. Gli archivi delle tv locali sono ancora pieni delle sue interviste, dei suoi servizi, delle sue trasmissioni in studio.
Potrei e dovrei dire tante altre cose su una persona che ho voluto bene e con la quale ho condiviso più della metà della mia vita, di cui quella professionale per intero. Parte di quelle cose le ha voluto scrivere (vedi sotto) il collega Salvatore Parlagreco, che ha pubblicato il suo ricordo di Nello sul quotidiano online che dirige – Siciliainformazioni.com – il 9 agosto scorso, giorno stesso della sua scomparsa.
Nello avrebbe compiuto 78 anni il prossimo 3 ottobre.
Ha lasciato la moglie Lidia, i figli Francesco e Andrea, la sorella Rosetta e i nipoti Emanuele, Enrico, Anita e Angela.
Per certo, il Corriere senza di lui non sarà più lo stesso.