Circola la bozza di riforma (?) della sanità siciliana e, nonostante non ci siano ancora i dati dettagliati ospedale per ospedale, si evincono già i tagli per Gela.
Cambiano i governi, le maggioranze, ma il metodo di riforma rimane lo stesso: tutto apparentemente motivato da numeri e calcoli con studi vari, ma nella realtà ci sono centri che non meritano e continuano ad essere sempre promossi e centri che soffrono le mancate attenzioni della regione e continuano a subire tagli.
La riforma parte dall’emergenza urgenza, per poi adeguare ad essa tutti gli altri settori.
Confermati, ovviamente, i sette Hub della precedente riforma e ciò significa che, ancora una volta, i numeri non sono stati assolutamente consultati. Caltanissetta con 33.000 prestazioni annue di Pronto Soccorso viene promossa ad Hub, quindi Dea di II livello, mentre Gela con 46.000 prestazioni annue di Pronto Soccorso, diventa Spoke, quindi Dea di I livello, con l'aggravante che lo è poi solo sulla carta.
Magari l'obiezione sarà che i numeri vengono invece considerati, perché nell’Asp CL 2, per ricondurre ad unità semplici Cardiologia e Otorino nel presidio di Gela, avranno tenuto conto dei numeri, mettendo a paragone la cardiologia di Caltanissetta, che è anche sede di Emodinamica e quindi grazie agli sventurati gelesi fa numeri, e la Cardiologia di Gela che invia già gli infartuati a Caltanissetta. Stesso ragionamento per l’Otorino, visto che secondo quanto si apprende ci sarà una sola Uoc per tutta l’Asp e, dopo per anni aver indebolito Gela, non ci vuole una grande immaginazione per capire quale verrà declassata.
Non è una questione di numeri, certamente, l’Hub per l’Oncologia, perché come già specificato sopra in quel caso si parte dall’emergenza urgenza per poi adeguare a questa struttura tutto il resto. Poco importa se Gela è un’area ad elevato rischio industriale, pazienza per le migliaia di gelesi che soffrono questa grave patologia, per loro ci sarà un centro Hub che ha bisogno di loro per giustificare gli investimenti che verranno fatti.
Nasce morta invece la Uoc di Oculistica, promossa Uoc nel 2017, soffocata ad Uoc nella bozza del 2018.
Molti, specialmente i politicanti esperti di politichese, giustificano i tagli con la frase: “non è importante avere l’Uoc, l’importante è garantire un servizio”.
Ma perché le Uoc rimangono negli ospedali importanti e le Uoc sono negli ospedali secondari? Lo standard minimo di medici in una Uoc è di un Primario e quattro medici, lo standard minimo per una Uoc è di tre soli medici. Ad essi ovviamente sono commisurati personale infermieristico, portantini e figure varie, posti letto. Lo si risolve così il problema della pianta organica?
La verità, non foss'altro perché a dirlo spudoratamente l'evidenza, è che l’ospedale gelese si avvicina pericolosamente ai servizi offerti dagli ospedali di base, senza dimenticare che in molti casi ci sono ospedali di base che hanno Uoc che non sono, per contro, presenti a Gela.
Pazienza anche sul fatto che siamo più popolosi del capoluogo, forse vuol dire che a Gela ci sono meno malattie e malati di Caltanissetta se l’Hub e le specialità ospedaliere sono concentrati lì, oppure, semplicemente è una questione di ingiustizia, non di numeri.
Del resto tra gli alti studi promossi dall’Assessorato alla Salute, ci sono anche i “tempi di percorrenza secondo logica di prossimità di strutture e densità di popolazione”. Bene, l’ospedale di Gela, secondo gli alti studi, dista dal Sant’Elia di Caltanissetta tra i 30 ed i 60 minuti. Che si riferiscano al trasporto in elicottero? Ma quello che più balza agli occhi è la cartina della densità demografica: 6 Hub sono in zone con una densità superiore a 900 abitanti per Kmq, laddove uno soltanto, l'Hub nisseno, posizionato al centro della Sicilia, invece è in un territorio con una densità tra i 120 ed i 250 abitanti al kmq, circondato da territori che hanno una densità tra 0 e 60 abitanti al km2. Il centro della Sicilia per densità abitativa è come il deserto del Sahara per l’Africa, una zona a bassissima densità.
L’abbiamo detto più volte e non ci stancheremo mai a dirlo: non ci sono più speranze, in questo contesto, di avere un ospedale adeguato al numero di abitanti, alle patologie presenti, al circondario, all’interno del Libero Consorzio di Caltanissetta. Nell’Asp CL 2 è ricompreso un Hub che, rappresentando un “unicum” perché gli altri sei Hub sono tutti Azienda Ospedaliera, assorbirà tutte le risorse lasciando solo le briciole agli altri ospedali dell'Asp nissena. Lottare con questa disparità di ruolo è come giocare una partita già persa in partenza.
È vero, stiamo parlando di una bozza è tutto può ancora succedere, ma il passato ha sempre riservato amare sorprese all’area gelese, e non sembra questo il caso in cui si procederà in modo diverso.
Questo stallo ci è costato troppo e rischia di costarci ancora di più. Non si possono combattere mille battaglie per avere i giusti servizi in città, ne basta una risolutiva: uscire dal territorio estraneo, ostile e dannoso, qual è il Libero Consorzio di Caltanissetta.