Riflessioni da una stanza d’ospedale

Riflessioni da una stanza d’ospedale

Dopo una lunga serie di assenza dal Corriere di Gela, essendo stato colpito da una malattia oncologica, credo che mi siano dovute delle riflessioni con le quali tracciare obiettivi di vita e di lotta.

Sono stato e resto fiducioso che prima o poi il cancro sarà stato sconfitto, anche se non sono mancati dei momenti di scoramento comprensibili.
Una gatta da pelare per la mia famiglia e per il mio medico di fiducia, la dott.ssa Mariuccia Palumbo che mi segue costantemente assieme ai due medici oncologi, tra cui Roberto Valenza. Dopo circa un anno di terapie e cure, ed una breve permanenza al reparto Medicina del Vittorio Emanuele, sono finito all’hospice .

Già altre volte ci siamo occupati di questo fiore all’occhiello del nostro ospedale per i servizi di alta professionalità medica e paramedica. Qui sono stato sottoposto per giorni a terapie mirate che hanno dato risposte immediate, fino al punto dal farmi dire che da qui non ho alcuna voglia di andarmene. E il direttore è dello stesso parere.

Una storia che sotto certi aspetti apre un bagliore di luce in questa vicenda. E’ vero. Nel mondo c’è tantissima sofferenza. Peccato quando la burocrazia sanitaria dell’Asp si frappone boicottando iniziative e favorendo privilegi.
Più di una volta ci siamo occupati di questa struttura sulle colonne di questo giornale, parlandone bene e dando merito a chi ci lavora, dal primario dott. Giampaolo Alario all’ultimo degli inservienti. Tanta umanità e professionalità che fa molto bene a chi soffre di questa malattia.

«La nostra caratteristica – mi dice il dott. Alario – è quella di dare supporto con le cure cosiddette palliative. Pallium deriva dal caratteristico mantello che avvolge il buon Samaritano che scese dal suo cavallo e se lo tolse per soccorrere un malato». Vorrei per chiudere mettere l’accento su questa eccellenza, la cui pianta organica così si presenta: dott. Gian Paolo Alario, Olivella Lario, dottor Giuseppe Lentini, dottor Giuseppe Palmeri, caposala Orazio Maganuco, Giuseppe Tuccio, Adriana Vella, Romano nunzio, Paolo Lanzarone Gagliano Emiliano Olivella.A tutti, il mio grazie personale e quello della mia famiglia.