Ormai la città è divenuta un letamaio, immondizia dappertutto, il pericolo per la salute è incombente e la vergogna è insopprimibile quando ti capita una visita fuori programma che trasforma la tua gioia in incubo e grande imbarazzo e sei costretto ad organizzare gite fuori porta.
Sono trascorsi tre anni dall’insediamento della nuova Giunta, della quale anch’io ho fatto parte per i primi due, sono trascorsi tre anni da quando l’entusiasmo per il cambiamento ci aveva messo le ali del fare nonostante la perdurante e diffusa ostilità. Molte cose sono state fatte nel corso del primo anno amministrativo, ma il problema dei rifiuti è rimasto irrisolto. Oggi i cumuli sono sparsi ovunque e dimostrano che ciò che era un problema allora, lo è rimasto ancora oggi e, se possibile, si è aggravato ancora di più.
La pulizia della città è la precondizione per affrontare credibilmente ogni altra questione cittadina e invece viviamo da troppi mesi tra l’accumulo dei rifiuti e quello dei debiti fuori bilancio. Come possiamo in queste condizioni incentivare l’economia e quella turistica in particolare? Come possiamo chiedere credibilmente impegni ai nostri operatori per coadiuvare l’azione pubblica nella direzione dello sviluppo turistico? Quale salute siamo in grado di garantire tra inquinanti falò, e lezzo nauseabondo dei depositi in ogni angolo cittadino sino alle strade di accesso e alle trazzere di campagna?
Ci sono encomi da fare alla stragrande maggioranza dei cittadini che nonostante tutto differenziano con cura raggiungendo percentuali rilevanti, ma ci sono colpe gravi di altri concittadini “maleducati” e incoscienti del danno grave che fanno agli altri e a se stessi. Ma un’amministrazione pubblica ha sempre e comunque una grande responsabilità se costoro continuano a non rispettare le regole del buon vivere. In presenza di violazioni di norme e regolamenti occorrono sanzioni, ma per comminarle occorre un controllo serrato e determinato.
Con la salute non si scherza e occorre che i controlli siano indirizzati anche nei confronti di Tekra per verificare che gli accordi contrattuali siano rispettati. Sappiamo delle “superficialità e contraddizioni” del capitolato e convinti da sempre della necessità e urgenza di un nuovo bando e di un nuovo contratto. Mi chiedo perché a Niscemi e altri comuni dello stesso ambito di raccolta l’emergenza rifiuti non esiste. Mi chiedo perché ancora oggi non si sia proceduto all’indizione di un bando per sottrarsi dall’onere di accordare importanti importi extra contratto che non possono più definirsi straordinari e (forse) neppure aggiuntivi a leggere bene il contratto che regola i rapporti fra Ente comunale e Tekra.
Unione dei Siciliani (Uds) con il coordinamento dell’ex assessore Flavio Di Francesco, ha fatto un lavoro di verifica e approfondimento di tale contratto. Da tale attività emergono considerazioni utili a comprendere meglio la situazione, e dubbi che vanno chiariti, tra questi che la raccolta differenziata porta a porta, regolata dagli articoli 43, 44, 45, 46 del Contratto, prevedeva 8,5 passaggi a settimana oltre al servizio di raccolta vetro e lattine. Lo stesso servizio ora prevede solo 8 passaggi a settimana compreso la raccolta di vetro e lattine. Ci chiediamo se questi passaggi in meno sono conteggiati a favore della pubblica amministrazione.
Anche per lo spazzamento da eseguirsi ai sensi dell’art. 50 del Contratto è previsto che venga espletato su un’estensione settimanale minima di 540 km. di strade e che per tale servizio devono essere impiegati almeno n. 25 addetti. Il quesito è: esiste un piano di spazzamento e un relativo servizio comunale di controllo che accerti il rispetto da parte della ditta di tali dettami contrattuali? Sono state comminate sanzioni fino ad ora o si è accertato che tutto si è svolto sempre regolarmente?
Anche per il lavaggio delle strade e delle piazze l’art. 51 del Contratto prevede 4 interventi annuali che interessano tutte le vie e le piazze ed aree pubbliche del territorio comunale, secondo un calendario predisposto dalla ditta. Viene effettuato tale servizio? C’è un piano specifico per consentire all’amministrazione comunale di verificare tali adempimenti?
Una nota particolarmente dolente riguarda la pulizia delle aree extraurbane normate dall’art. 56 del Contratto. Esso prescrive che su segnalazione l’intervento deve essere eseguito entro 3 giorni dalla richiesta e dovrà riguardare la rimozione dei rifiuti urbani, gli inerti, gli ingombranti, i rottami di automobili (vedi Csa) ed eternit (vedi Csa). Riscontriamo che le aree extra urbane sono stracolme di rifiuti di ogni genere e non si tratta di rifiuti di giornata. Ci chiediamo se questo servizio viene reso dalla ditta e quali controlli effettua l’amministrazione comunale per accertare che tali adempimenti siano eseguiti.
Ormai l’estate è giunta e anche qui ci sono adempimenti da svolgere fra breve che riguardano la pulizia delle spiagge ai sensi dell’art. 57 del Contratto che prescrive la pulizia straordinaria con rimozione dei rifiuti e l’installazione (1 ogni 30/50 mt. di arenile) di cestini porta rifiuti. Il servizio deve essere reso dal 1 giugno al 10 settembre di ogni anno con l’impego di almeno 6 operatori manuali oltre ai mezzi meccanici. C’è un controllo di questa attività per accertare che venga svolta come da contratto?
Sono solo alcuni degli appunti possibili, e in considerazione delle grandi risorse finanziarie assorbite dalla voce rifiuti occorre che l’Amministrazione comunale consideri prioritario organizzare appositi uffici con l’impiego di risorse esterne per tenere sotto controllo la situazione economica e del servizio e il rispetto dei termini contrattuali. E’ inaccettabile che ci siano importanti voci di spesa a dir poco ridicole come lo sono gli alti importi accordati per la rimozione delle gomme da masticare!
La pubblica amministrazione, però, oltre che pensare alla repressione comunque necessaria, deve sapere immaginare il modo di prevenire il peggio, approntando soluzioni positive ad un problema gravissimo. Una di queste riguarda la necessità di coinvolgere i cittadini nella questione rifiuti. Tale coinvolgimento potrebbe determinare benefici effetti per raggiungere obiettivi quantitativi e qualitativi del servizio. Questo approccio non è stato mai preso in considerazione dalla coppia Messinese-Siciliano, ma neppure dalla passata amministrazione. Si tratta di regolamentare forme di collaborazione-partecipazione delle associazioni di volontariato e dei cittadini nella gestione dei rifiuti, come previsto dal comma 4, art. 21, del decreto legislativo del 7 febbraio 1997, n. 22.
Si tratta di istituzionalizzare le Associazioni spontanee di quartiere elaborando insieme uno Statuto unico cui riferirsi prevedendo ambiti di azione precisi e modi articolati di attribuzione delle risorse e luoghi di ritrovo. Il coinvolgimento interessato dei cittadini è la chiave di volta per risolvere molte questioni. La loro partecipazione alla soluzione del problema rifiuti, legata ad una forma di premialità collettiva di quartiere, finalizzata al raggiungimento di obiettivi prefissati, può rappresentare la leva per trasformare il problema rifiuti in una grande opportunità e per inserire i cittadini in un viatico democratico di crescita civile e sociale.