La scomparsa di Aldo Clementino, avvocato ed ex sindaco

La scomparsa di Aldo Clementino, avvocato ed ex sindaco

Mercoledì scorso è venuto a mancare l’avv. Aldo Clementino (nella foto), 82 anni, dirigente della Dc e sindaco di Gela nella prima metà degli anni ‘70.

A darne la notizia il figlio Giuseppe, funzionario dell’Anci – Associazione nazionale comuni italiani – che al momento della dipartita del padre si trovava a Vienna per lavoro. Aldo Clementino, che per un lungo periodo di infermità non usciva più di casa, guidò l’amministrazione della città, che con l’insediamento dell’Eni era divenuta una tra le più difficili realtà industriali del sud Italia.

I funerali sono stati officiati da padre Michele Mattina alla parrocchia di Sant’Antonio, giovedì mattina. Tanti colleghi avvocati, tre ex sindaci (Ventura, Gallo, Fasulo), vecchi colleghi docenti. Non c’era tanta gente, ma non c’era soprattutto l’amministrazione comunale, neppure uno straccio di assessore. Un’assenza notata e stigmatizzata da tutti.

Clementino era stato un politico di alto profilo, uno dei sindaci più rappresentativi degli ultimi cinquant'anni. Giovedì mattina i funerali alla chiesa Sant’Antonio, dove il parroco officiante don Michele Mattina, ha ricordato l’alto senso di servizio dello scomparso, dimostrato da sindaco e la figura cristiana come parrocchiano.
E’ la prima volta di un ex sindaco ignorato dall’amministrazione in carica. Una vergogna!

Qualche cenno biografico.

Aldo Clementino era nato a Palermo l’8 giugno del 1936 .
Nel 1955, terminati gli studi al liceo classico Eschilo di Gela, inizia a frequentare la facoltà di giurisprudenza di Catania per poi trasferirsi a quella di Palermo.
Sin dagli anni universitari, Aldo Clementino inizia l’attività politica e sindacale nell’Azione Cattolica e nella Fuci, poi nelle fila delle Acli. Nel giugno del 1962, alle elezioni comunali è eletto per la prima volta consigliere della Democrazia Cristiana. Aveva appena 26 anni. La Dc conquista la maggioranza dei voti con circa il 44% dei voti, seguita dal Pci con il 37%.

Il quinquennio 1962-1967, per Gela e per tutta la comunità locale, è un periodo importante in cui la città cambia definitivamente pelle con la costruzione del polo industriale dell’Eni, completato il 10 marzo 1965 e inaugurato dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
Quei primi anni di consiglio comunale saranno per la nuova leva di giovani amministratori un periodo di intensa formazione politica. Erano gli ultimi anni in cui era ancora in vita l’esponente politico della Dc più importante della città, l’on. Aldisio.

Aldo Clementino, rieletto consigliere della Dc, nel 1967 rientra in giunta come assessore e lo stesso anno, l'11 giugno 1967, a soli 31 anni è il candidato della Democrazia Cristiana di Gela alle elezioni per il rinnovo dell’Ars. Su di lui si concentrano le speranze dei tanti gelesi che rivendicavano un proprio rappresentante al parlamento regionale.
Alle regionali del 1967, seppure non eletto, Aldo Clementino riesce comunque a dimostrare la sua forza politica, sia in termini di consenso, sia di potenziale radicamento negli ambienti politici della provincia. Nel 1968 inizia quindi ad accreditarsi come referente provinciale del gruppo dirigente doroteo della Dc, riunito intorno alla corrente Impegno Democratico e all’on. Attilio Ruffini.

In Sicilia, l’affermazione dei dorotei sul piano nazionale aveva difatti liberato la strada all’emergere di un nuovo gruppo dirigente Dc nell’isola, centrato sulla figura di Attilio Ruffini.
Alle elezioni comunali dell’autunno del 1972, Aldo Clementino è il candidato della Dc con maggiori preferenze e tale affermazione gli consente di rivendicare subito la carica di Sindaco. Governerà la città, con varie giunte e con l’appoggio esterno del Pci, sino alle elezioni politiche del 1976.

Oltre le attività di ordinaria amministrazione e le ricorrenti emergenze dovute all’alluvione dell’inverno 1972/73, seguita dall’epidemia di colera dell’estate del 1973, la sua amministrazione dovette affrontare con urgenza la definizione e l’attuazione dei principali piani e strumenti urbanistici.

Nel 1972 il Prg attendeva ancora d’essere attuato e buona parte delle sue previsioni erano realizzabili solo con l’avvio dei piani di zona.
Nel frattempo, la città continua a crescere e passa, infatti, dai 67 mila abitanti del 1971 agli oltre 75 mila del 1981. Gela vive insieme ad una forte crescita demografica, un boom edilizio che si connota come un fenomeno di autocostruzione abusiva di enormi dimensioni.

Nel giugno del 1976, anticipando la scadenza naturale del suo mandato, il sindaco Clementino decide di candidarsi alle elezioni politiche nella lista della Dc per la Camera dei deputati nella Sicilia occidentale.
Gli amici più vicini, come Pippo Vitale (futuro sindaco) ed Elio Russotto delle Acli, lo sconsigliano dal misurarsi in una competizione che impone una capacità di conquistare consenso in quattro province (Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta).
I risultati del 1976 confermano le previsionipiù fosche, Aldo Clementino non ce la fa sebbene raccolga 17.699 preferenze.

A seguito delle dimissioni del sindaco Clementino, nel settembre del 1976 fu formata una nuova giunta. Terminato il periodo di governo della città, garantito da lui dal 1972 al 1976, si chiude la fase di relativa stabilità iniziata nel 1967 con la giunta Battaglia.

Il 18 luglio 1992 si ritrovano quasi tutti in Consiglio comunale, insieme ad Aldo Clementino, eletto nel 1988 sempre nella Dc, quando il Consiglio è sciolto con Decreto del Presidente della Repubblica per la presenza di forme di condizionamento di tipo mafioso, evidenziate nella relazione del prefetto di Caltanissetta l’11 luglio 1992. In questo modo, abbastanza mortificante, termina la sua trentennale esperienza politica Aldo Clementino, insieme ad altri consiglieri storici della città. Negli anni seguenti si dedicherà alla professione forense e all’insegnamento.

L’unica battaglia politica di rilievo che lo vide protagonista, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, fu la creazione di un Comitato per la provincia del Golfo. Una vecchia idea, mai sopita, di realizzare il sogno di Gela, capoluogo di una provincia che doveva comprendere la parte bassa della provincia di Caltanissetta (con Butera, Mazzarino, Niscemi e Riesi), le isole di Lampedusa e Linosa, Licata e Piazza Armerin