La settimana scorsa La Pro Loco di Marino ha patrocinato la presentazione del libro “Oltre le nuvole, l’ultimo volo di Francesco Baracca” (Maurizio Vetri Editore) del regista-scrittore Gianni Virgadaula.
La cerimonia di commemorazione del pilota, di cui ricorre il centenario della morte il 19 giugno prossimo, ha avuto il suo prologo con l’esecuzione della Canzone del Piave e dell’Inno di Mameli, eseguiti dal “Concerto filarmonico E. Ugolini”, diretto dal maestro Carmine Scura, mentre la presentazione vera e propria del libro si è tenuta presso il Teatro “Delle Ore” alla presenza di un pubblico numeroso, e con la partecipazione di molti componenti dell’associazione “Pionieri del progresso aeronautico”, fra i quali spiccavano Luigi Bacchini, i generali Vincenzo Parma, Fabio Colussi, Carlo Greco, Santo Cucé e il colonnello Luigi Ambrosino, attuale pilota della presidenza del Consiglio dei ministri.
Sono intervenuti il prefatore del libro colonnello Massimo Mondini, già direttore del Museo Storico dell’Aeronautica di Vigna di Valle, e il prof. Gregory Alegi, uno dei massimi storici dell’Accademia Aeronautica, nonché docente di Scienze Politiche alla Luiss. Suggestiva la scenografia allestita per l’occasione che raffigurava la coda dello Spad S.VII, il velivolo con cui Baracca affrontò molti dei suoi duelli aerei e a bordo del quale morì durante la sua ultima missione. L’evento, che ha chiuso idealmente anche i cento anni della Grande Guerra (1918-2018) è stato condotto dalla giornalista Maria Clara Mussa, direttore di www.cybernua.it InformAction Magazine, impegnata per diversi anni all’estero come corrispondente di guerra.
L’orazione funebre di Gabriele D’Annunzio all’eroe Baracca, declamata da Armando Lauri, e poi l’esecuzione del “Silenzio” da parte del trombettista Alessandro Raparelli e la deposizione di una rosa rossa sulla scena, hanno chiuso la rievocazione di un pezzo importante della nostra storia, che nonostante siano trascorsi 100 anni ci appartiene tutti, non solo per i 600.000 caduti della Grande Guerra, ma anche perché in quell’immane conflitto combatterono i nostri nonni e bisnonni, come ha ricordato lo stesso Virgadaula durante il suo intervento, raccontando del nonno Giovanni che fu ferito due volte sul fronte e venne poi decorato con la medaglia di bronzo al valore militare e alla fine della guerra nominato Cavaliere di Vittorio Veneto.