Il lavoro di cura non retribuito, se ne è parlato alla Casa del volontariato

Il lavoro di cura non retribuito, se ne è parlato alla Casa del volontariato

Il lavoro di cura non retribuito è un'attività lavorativa svolta per prendersi cura di altre persone, all'interno della famiglia o della sfera domestica, senza ricevere un compenso in denaro.

Su questo argomento si è svolto l’incontro presso la casa del Volontariato il 25 maggio scorso organizzato dalla sezione locale della Federcasalinghe-obiettivo famiglia, presieduta  dall’avvocato Graziana Cannadoro che ha relazionato sull’argomento, con lo scopo di far riflettere sull’importanza del lavoro di cura non retribuito e di rendere noto il questionario predisposto dall’Ilo (Organizzazione Internazionale del Lavoro - Agenzia dell’Onu) che coloro i quali svolgono tale attività dovrebbero compilare. (questo il link al sondaggio https://forms.gle/4Y93E9KXtssNsG1bA). Infatti la Federcasalinghe è partner dell’Ilo per una indagine sul lavoro di cura non retribuito in Italia.

L’esito dell’indagine è fondamentale per una disamina dello status quo afferente il lavoro di cura in tutte le sue declinazioni. Ha come obiettivo di sollecitare i governi di tutti gli Stati per un riconoscimento giuridico, sociale ed economico di questa attività lavorativa connaturata al genere umano ma ancora sottovalutata e non considerata ma che contribuisce al Pil e soprattutto al Bil di tutte le nazioni.

Ad introdurre i lavori Gero Bongiorno, presidente della Casa del volontariato che ha ospitato la manifestazione.

«Il lavoro di cura non retribuito è fondamentale per il funzionamento della società, ma è spesso sottovalutato e invisibile. Comprende una vasta gamma di attività, tra cui rivolto ai bambini – ha detto la Cannadoro – accudire i figli, prepararli per la scuola, accompagnarli alle attività extracurriculari, giocare con loro, ma anche la estione della casa (pulire, cucinare, fare la spesa, stirare), l’assistenza agli anziani o ai familiari malati (aiutare nelle attività quotidiane, fornire compagnia, accompagnare a visite mediche). Valorizzare il lavoro di cura non retribuito è importante per creare una società più giusta ed equa per tutti.».

Ma comprende anche Supporto emotivo: ascoltare i problemi degli altri, offrire consigli, dare supporto psicologico.

La Cannadoro ha poi continuato sottolineando come siano le donne  a svolgere la maggior parte del lavoro di cura non retribuito in tutto il mondo e che questo divario di genere ha diverse conseguenze negative, tra cui:

Disuguaglianza di genere nel mercato del lavoro: le donne che svolgono molto lavoro di cura non retribuito hanno spesso difficoltà a trovare un lavoro a tempo pieno o a mantenere una carriera.

Povertà: le donne che non hanno un lavoro retribuito o che lavorano part-time a causa del lavoro di cura sono più a rischio di povertà.

Stress e burnout: le persone che si occupano di altre persone possono sentirsi stressate e oberate, soprattutto se non hanno abbastanza supporto.

Mancanza di riconoscimento: il lavoro di cura non retribuito è spesso invisibile e non riconosciuto, il che può portare a un senso di frustrazione e risentimento da parte di chi lo svolge.

«Esistono diverse soluzioni per valorizzare il lavoro di cura non retribuito e renderlo più equo – ha sottolineato e ha descritto le varie soluzioni – Riconoscimento del valore del lavoro di cura: è importante riconoscere il lavoro di cura come un'attività preziosa e fondamentale per la società. Condivisione equa del lavoro di cura tra uomini e donne: è importante che uomini e donne condividano equamente le responsabilità del lavoro di cura, sia in famiglia che nella società.

Servizi di cura accessibili: è importante che esistano servizi di cura accessibili e di qualità per chi ne ha bisogno, come asili nido, scuole materne, centri per anziani, etc.

Ha aggiunto quanto siano importanti le politiche di sostegno alle famiglie che prevedono  congedi parentali retribuiti, flessibilità lavorativa, etc.