Del parlare con i gesti. A Gela e altrove

Del parlare con i gesti. A Gela e altrove

I ragazzi si danno il cinque, qualche volta si danno di gomito.

Gesticolano, ma non troppo. Gli adulti, invece, accompagnano il linguaggio con i gesti, quasi sempre ripetitivi. Una volta era possibile riconoscere l’identità culturale di chi gesticola, oggi è quasi impossibile perché cinema televisione e social hanno uniformato, forse generazionalmente, tutti quanti, se si resta su un bacino paneuropeo. Anche in Europa non mancano le differenze, talvolta marcate. I francesi hanno gesti più contenuti e raffinati.

I meridionali d’Italia “parlano” con i gesti più che con le parole. Una larga parte almeno. Dipende dall’ambiente in cui si nasce e si vive, naturalmente. Se qualcuno chiedesse però come gesticolano i gelesi, sarebbe davvero complicato, forse impossibile, rispondere. Ormai si fa meno caso ai movimenti delle mani. 

Ci sono però consuetudini che non si perdono ed altre che si stanno perdendo. Per esempio, la stretta di mano appare solida ma confinata all’età adulta: un momento cruciale che offre un'opportunità unica per valutare reciprocamente una persona, specialmente durante un primo incontro.

Le varie modalità con cui viene eseguita possono rivelare molto sulla personalità e sullo stato emotivo del soggetto. La stretta di mano è un'esperienza che offre un'opportunità di valutazione reciproca, anche durante un primo incontro. Una stretta energica può suggerire una personalità sicura, ma anche fiducia, mentre una stretta troppo energica può essere interpretata come aggressività. Una stretta "morbida" può rivelare una natura poco cordiale, mentre una stretta "rustica" indica schiettezza o ostentazione di forza.

La "stretta di mano rustica" caratterizzata da una forte presa e movimenti vigorosi, può denotare schiettezza o un desiderio di mostrare carattere L'assenza di una stretta di mano può essere perciò interpretata come segno di debolezza o insicurezza, mentre una stretta di mano prolungata può indicare invadenza o ansia. In sintesi, la stretta di mano va oltre il semplice gesto di saluto; è un momento di comunicazione non verbale che rivela molto sull'individuo e sulle sue intenzioni.

I giovani non si stringono le mani, semmai si danno il cinque, e speso nemmeno quello. Non c’è una modalità che sostituisca la stretta di mano. E’ tutto lasciato alle abitudini, alla confidenzialità, al livello di conoscenza, ed anche all’umore. Se si è di cattivo umore, le mani restano in tasca.

Le mani, con la loro abilità di comunicare e talvolta sostituire le parole, hanno rappresentato ciò che i latini definivano il "gesto oratorio". Sono fondamentali nelle interazioni sociali, in grado di orientare, minacciare, benedire, accarezzare e colpire, diventando un prezioso strumento per comprendere gli altri.

Le mani possiedono un linguaggio proprio, che può integrare o persino contrastare quello verbale. Gestualità come il muovere animatamente le mani possono esprimere estroversione o ansia. Tuttavia, gesti come nascondere le mani possono suggerire insicurezza o mancanza di affidabilità.

Le modalità di saluto attraverso le mani variano ampiamente tra le diverse culture e tradizioni. Ad esempio, in Malesia, le mani si incrociano sul petto, quasi abbracciando se stesse e limitando il contatto fisico.

Mentre il saluto hawaiano si caratterizza per una mano alzata sopra la testa, facendo ondeggio con pollice e mignolo distesi e le altre dita piegate. Questo gesto fu introdotto nelle isole Hawaii dai primi conquistatori spagnoli, che lo adottarono come segno amichevole durante i loro incontri con gli indigeni.

Nell'Antica Roma, un segno di reciproca amicizia consisteva nello stringere contemporaneamente i due avambracci della mano destra, evitando così l'uso aggressivo della mano, spesso impugnata per la spada. Al contrario, i bantu africani utilizzano la stretta di mano, sollevando le mani unite in alto e "sganciandole" poi quando sono nella posizione più elevata.

Le carezze e i massaggi esprimono affetto e possono trasmettere sensazioni di piacere. A livello fisiologico, gli sfioramenti delle mani stimolano i recettori della pelle, trasmettendo sensazioni di piacere al cervello.

In sintesi, le mani non sono solo strumenti fisici, ma veicoli di comunicazione e espressione emotiva, ricche di significati culturali e sociali.